Barriera al 50% e rendimento del 10% su Italia con questo certificato

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Negli ultimi 20 anni il rendimento medio annualizzato dell’indice Ftse Mib è stato del 4,6%, rendimento che sale al 9,3% prendendo in considerazione solo gli ultimi 10 anni. Come sanno tutti i gestori, eguagliare o battere l’indice è più facile a dirsi che a farsi, con tutti i rischi che comporta lo stock picking. E se poi il nostro orizzonte di investimento è più breve dei 10 anni, diciamo tre anni, ecco che il rischio aumenta ulteriormente, perché basta inciampare in un anno negativo di Borsa per intaccare gravemente la performance dell’intero periodo. 

Alla luce di questi semplici ragionamenti, ci sembra davvero molto interessante un nuovo certificate che offre un rendimento potenziale annuo del 10,08% con un rischio molto ridotto. Si tratta del Cash Collect con ISIN DE000UG0VWH2, lanciato da Unicredit alla fine dello scorso mese di novembre a un valore di emissione di 100 euro. I sottostanti sono tre titoli fra i più rappresentativi delle blue chip italiane: Bper, Prysmian e Stellantis. Oggi il certificate è acquistabile sul mercato secondario poco sopra la parità a 101 euro.

Perché parliamo di rischio ridotto? Perché il capitale investito in questo certificate gode della protezione di una barriera molto profonda, fissata al 50% del valore iniziale dei tre sottostanti (strike), che corrisponde al prezzo di chiusura  dello scorso 28 novembre. Quindi, se nei prossimi tre anni (la durata del certificate) nessuno dei tre sottostanti subirà un dimezzamento del proprio valore, il rimborso del capitale investito avverrà al 100% del valore di emissione. 

Contabilità

Buste paga

 

Premi mensili con memoria dell0 0,84%

La stessa barriera al 50% è la soglia da rispettare per il pagamento dei premi mensili, il cui valore è pari allo 0,84% del valore di emissione del certificate. Dodici premi mensili corrispondono a un rendimento annuo del 10,08%

In cifra assoluta, ogni premio corrisponde a una cedola di 0,84 euro. Grazie all’effetto memoria, nel malaugurato caso in cui a una data di osservazione mensile non ci fossero le condizioni per pagare il premio, la cedola non verrà annullata, ma resterà nella memoria del certificate e sarà corrisposta alla prima scadenza successiva in cui tutti e tre i sottostanti saranno tornati a quotare allo stesso livello della barriera, o a un livello superiore. Quindi, per avere la certezza di incassare tutti i 35 premi previsti, basterà che alla scadenza finale del 18 novembre 2027 nessuno dei tre sottostanti abbia una quotazione inferiore alla rispettiva barriera.

Un prodotto per chi vuole coniugare protezione e rendimento

Il succo di questo meccanismo è un prodotto di investimento di sicuro interesse per quegli investitori che in questa fase sentono maggiormente l’esigenza di proteggere i loro capitali, senza rinunciare a rendimenti interessanti.

Perché oggi c’è più richiesta di protezione lo ha spiegato bene un articolo di Morya Longo sul Sole 24 Ore del 6 gennaio. “Wall Street da gennaio guadagna il 27%. Da inizio 2023 il 58%. E dai minimi toccati a ottobre 2022 il 68%. Nel 2024 ha aggiornato i record storici una sessantina di volte. L’indice S&P 500, quello più significativo a Wall Street, mostra un rapporto tra prezzo e utili molto alto, intorno a 25, secondo Bloomberg: questo significa che le azioni viaggiano in Borsa con prezzi che sono 25 volte più alti degli utili attesi. Molto sopra la media, che dagli anni ’90 è di 16,4. Un marziano che venisse sulla Terra e guardasse questi numeri penserebbe che a Wall Street c’è una bolla speculativa e suggerirebbe a tutti di tenersi alla larga”. 

Negli ultimi anni anche i rialzi di Piazza Affari sono stati vigorosi quasi quanto quelli di Wall Street (Nasdaq escluso). Nel 2023 l’indice milanese aveva guadagnato il 28%, battendo il +24,2% dell’S&P500. Nel 2022 la Borsa italiana era scesa del 13,3%, un risultato migliore del -19,4% di Wall Street. E nel 2021 non c’era stata una grande differenza di performance: +23% l’Ftse Mib e +26,9% l’S&P500.

In ogni caso, anche se i listini europei hanno track record diversi, un quadro macroeconomico (ahinoi!) ben differente dagli Usa, e non vantano campioni globali della tecnologia come i Magnificent Seven, un eventuale cambiamento di sentiment degli investitori non risparmierebbe le Borse europee.     

Ecco perché ha senso utilizzare strumenti di investimento più prudenti come il certificate DE000UG0VWH2 di Unicredit. Il quale presenta anche un vantaggio sul piano fiscale: infatti, i premi del certificate sono considerati dal Fisco “redditi diversi”, e in quanto tali possono compensare le eventuali minusvalenze presenti nello zainetto fiscale dell’investitore.

Possibile il rimborso anticipato dopo un anno

Può succedere che il certificate non arrivi alla scadenza finale, perché a partire dal prossimo mese di maggio potrebbe essere ritirato in anticipo (autocall). Se alla data di osservazione di maggio 2025, o a una qualsiasi delle successive, i tre sottostanti quoteranno al di sopra dello strike (Valore iniziale), o allo stesso livello, il prodotto verrà rimborsato in anticipo al valore nominale (100 euro), più il pagamento dell’ultima cedola e delle cedole eventualmente non pagate e mantenute in memoria.

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Il meccanismo dell’autocall è del tipo step-down, per cui ogni cinque mesi il livello richiesto per fare scattare il rimborso scende di 5 punti percentuali: da maggio 2025 a settembre 2025 sarà il 100% dei valori di strike, nei successivi cinque mesi il 95%, e via scendendo fino ad arrivare all’80% da gennaio 2027 a ottobre 2027.

Gli scenari possibili alla scadenza finale

Se il certificate non verrà rimborsato anticipatamente, alla scadenza finale del 18 novembre 2027 si potranno verificare due scenari: 

  • Se tutti e tre i sottostanti quoteranno sopra la barriera, o allo stesso livello, il certificate verrà rimborsato al valore d’emissione di 100 euro. L’investitore riceverà l’ultima cedola e le cedole eventualmente non pagate e trattenute nella memoria.
  • Se invece alla scadenza finale anche solo uno dei sottostanti dovesse quotare sotto la barriera, il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore accusi un ribasso del 60% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato a 40 euro (40% del Valore iniziale).

Focus sui sottostanti

STELLANTIS – Fra Bper, Prysmiam e Stellantis, il titolo che può suscitare più diffidenza è quello della Casa automobilistica, che però è anche quello che a logica più difficilmente rischia di arrivare a toccare la barriera. Infatti, il valore di strike preso come riferimento dal certificato di UniCredit corrisponde all’incirca al minimo degli ultimi due anni. Questo comporta che la barriera di Stellantis a 6,175 euro è una quotazione molto lontana nella storia della Casa automobilistica: l’ultima volta che sui monitor è comparso quel prezzo era il terribile marzo 2020, il mese in cui esplose la pandemia da Coronavirus.

Probabilmente il rilancio di Stellantis, che è ancora alla ricerca di un nuovo Ceo, sarà lungo e faticoso, in un ambiente che resta difficile per l’interra industria automobilistica europea. Ma le ultime indicazioni sono incoraggianti, soprattutto quelle che vengono dal fronte politico dove si è diffusa la consapevolezza che la transizione verso l’elettrico ha bisogno di sostegni e di maggiore gradualità.

Su 27 analisti che coprono Stellantis, solo uno ha una raccomandazione negativa, mentre 11 consigliano di comprare le azioni e 15 hanno una raccomandazione Neutrale. La media dei target price è 14,5 euro, il che implica da parte degli analisti una previsione di rialzo del 19% nei prossimi 12 mesi.

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BPER BANCA – Bper Banca ha messo a segno nel 2024 un rialzo dell’80%, questo vuole dire che il livello della barriera del certificate DE000UG0VWH2 è temporalmente vicino. Infatti, l’ultima volta che Bper ha quotato 2,861 euro era il settembre 2023. Da allora la banca modenese ha cambiato molte cose, a partire dal Ceo, che dallo scorso aprile è Gianni Franco Papa, ex Unicredit, che in ottobre ha presentato un nuovo e ambizioso piano industriale che punta ad aumentare la redditività nonostante il calo del margine di interesse. Soprattutto, Papa intende aumentare la remunerazione degli azionisti con un pay-out ratio destinato a raddoppiare da qui al 2027, arrivando al 75%.

Su 11 analisti che coprono il titolo, nove consigliano di comprare le azioni e due hanno una raccomandazione enutrale. La media dei target price è 6,8 euro (+15% sulla quotazione attuale).

PRYSMIAN – Per Prysmian, leader mondiale dei cavi per energia e telecomunicazioni, non sembra che ci siano ostacoli sulla strada della crescita, in un mondo caratterizzato da un domanda in continua espansione di energia. 

Il consensus degli analisti stima che il bilancio 2024 chiuderà con una crescita dei ricavi del 9,1%, destinata ad accelerare nel 2025 a +14%. L’incremento dell’utile è previsto a un tasso ancora più rapido, con i profitti che dovrebbero passare dagli 864 milioni del 2024 agli 1,2 miliardi del 2027. 

Negli ultimi 12 mesi il titolo è salito del 54%. La barriera è fissata a 31,28 euro, un prezzo che Prysmian ha segnato in Borsa l’ultima volta nel settembre 2022. 

Su 17 analisti, uno solo consiglia di vendere le azioni a fronte di 12 raccomandazioni di acquisto e quattro posizioni Neutrali. La media dei target price è 70 euro (+11% sul prezzo attuale).

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