Bari, il Comune attende Piantedosi: l’ipotesi di uno «stop» ai dirigenti

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BARI – Il primo Consiglio dei ministri del 2025 dovrà affrontare decisioni importanti come la nomina del nuovo direttore del Dis e del commissario per la ricostruzione in Emilia. Ma è probabile che sul tavolo di Palazzo Chigi arrivi anche la decisione sull’esito dell’ispezione disposta il 20 marzo al Comune di Bari dopo l’inchiesta Codice Interno che ha già comportato il commissariamento dell’azienda dei trasporti Amtab. Si va dallo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, di cui la prefettura non sembrerebbe aver riscontrato i presupposti, fino a misure sull’organizzazione degli uffici e – in subordine – alla nomina di «tutor» per altre aziende comunali.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha già più volte ribadito il suo pensiero circa lo strumento previsto dall’articolo 143 del Testo unico sugli enti locali. «Rimuovere un sindaco quando ci sono anche motivi seri per farlo e motivi previsti dalla legge – aveva detto l’ex prefetto davanti alla platea dell’Anci a novembre -, è sempre qualcosa di lacerante e di doloroso perché si tratta comunque di andare contro quella che è stata l’espressione del voto popolare. Bisogna cercare una ulteriore forma di equilibrio tra mantenimento dell’esito dei circuiti democratici e il presidio di legalità».

Parole che tornano con la decisione presa da Piantedosi il 30 dicembre su un piccolo centro calabrese: nonostante la proposta della prefettura di Vibo Valentia, favorevole allo scioglimento e condivisa con il comitato per l’ordine e la sicurezza e la Dda di Catanzaro, il ministro ha deciso di non sciogliere il Comune di Filadelfia. A nominare la commissione di accesso, il 16 febbraio, era stato l’ex prefetto (ora a Foggia) Paolo Giovanni Grieco a fronte di una pluralità di elementi che anche in questo caso derivano da una operazione giudiziaria e riguardano l’ipotesi di ingerenze delle cosche locali sulle elezioni. Parliamo di un piccolo centro (4.900 abitanti) retto da una coalizione civica ma guidato da un sindaco eletto nel 2021 sotto le insegne di Coraggio Italia, formazione di centrodestra che faceva capo all’epoca a Giovanni Toti e Luigi Brugnaro.

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Le situazioni sono ovviamente molto diverse. A Bari la commissione di accesso è stata nominata, dopo il pressing del centrodetra sul ministro Piantedosi, a fronte del commissariamento dell’Amtab deciso dal Tribunale per le misure di prevenzione su richiesta della Procura: alcuni dipendenti, ritenuti comprimari del clan Parisi di Japigia, avrebbero esercitato pressioni sui vertici dell’azienda dei trasporti per ottenere assunzioni (a tempo determinato) di persone a loro vicine. Ma nell’inchiesta Codice Interno, che ruota intorno all’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri (accusato di voto di scambio politico mafioso) non sono coinvolti esponenti di vertice del Comune né sono emersi episodi di condizionamento dell’amministrazione. Anche per questo la prefettura di Bari, con la condivisione del procuratore Roberto Rossi, non avrebbe concluso il suo lavoro con la richiesta di scioglimento.

Il Testo unico prevede che la proposta finale spetta al ministro. Devono passare dal Consiglio dei ministri, entro il termine di 90 giorni dall’invio della relazione della prefettura, le decisioni che hanno a che fare con lo scioglimento . Il passaggio non è invece necessario, e non ci sono termini, se il Viminale dovesse decidere di intervenire sui dirigenti o sui dipendenti o anche di mettere in atto la procedura alternativa di cui Piantedosi ha parlato davanti alla platea dell’Anci: l’applicazione del codice Antimafia alle aziende comunali, per nominare nominare una sorta di tutor cui sottoporre gli atti di gestione, ad esempio nei concorsi pubblici, in appalti e assunzioni.

Quest’ultima sembra al momento la soluzione più probabile. Nelle circa 30 audizioni svolte in sei mesi, la commissione di accesso ha puntato molto sulle aziende comunali e sulle procedure di assunzione. Sono stati passati al setaccio i nomi dei dipendenti per verificare eventuali collegamenti con la criminalità organizzata barese. Ed è stato messo sotto esame, tra l’altro, il corpo della Polizia municipale, per via di alcune risultanze emerse in sede giudiziaria: dalle vigilesse (licenziate) che si sono rivolte a un uomo dei Parisi per «vendicare» le offese ricevute da un automobilista, al caso di alcuni vigili che si sarebbero prestati a fare accessi abusivi alle banche dati per conto di gente collegata alla criminalità organizzata.

Se non dovesse optare per lo scioglimento, il Viminale dovrà darne comunicazione al sindaco di Bari attraverso il prefetto. Viceversa dovrà passare per Palazzo Chigi. La decisione continua a essere indicata come imminente.



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