Acca Larentia, torna la targa rimossa. Alla cerimonia con le istituzioni l’urlo di un passante: «Viva la resistenza!»

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di
Natalia Distefano

L’anniversario della strage del 1978: alla cerimonia il governatore Rocca e l’assessore comunale Bugarini. Un uomo ha contestato i simboli sui manifesti. Alle 18 l’adunata dei militanti di estrema destra

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A una settimana dalla rimozione da parte del Campidoglio della targa affissa illecitamente dai «camerati» in ricordo di Stefano Recchioni, uno dei tre ragazzi del Fronte della Gioventù vittime della strage di Acca Larentia, e alla vigilia della commemorazione dell’eccidio, è spuntata una nuova targa dedicata a Recchioni, morto durante gli scontri con la polizia che seguirono l’attentato alla sede Msi di via Acca Larentia a Roma.

«I camerati» presidiano la targa

È comparsa ieri su un muro di via Evandro nei pressi della storica sede missina. Stesso testo e stessa firma, quella dei «camerati». Solo che adesso a difenderla ci sarebbe un presidio di «un manipolo di militanti». A denunciarlo è stata Rifondazione Comunista: «Una nuova grave provocazione» afferma il dirigente Giovanni Barbera, che ne ha chiesta «l’immediata rimozione» da parte delle «autorità competenti». Una settimana fa a toglierla erano stati i vigili urbani su impulso del Pd romano, scatenando la reazione anche della destra istituzionale, a partire dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI), intervenuto con il sindaco Roberto Gualtieri per chiarire che la targa era lì da decenni e rappresentava il ricordo degli amici per tre ragazzi uccisi.




















































I timori per l’adunata alle 18

«Non ci sono motivazioni di ordine pubblico che possano giustificare questa ennesima sfida che gruppuscoli fuori dalla storia lanciano contro le nostre istituzioni democratiche e antifasciste», sostiene il Prc. Intanto tutti gli occhi sono puntati non tanto sulla cerimonia di questa mattina – che è stata un momento di memoria istituzionale a cui hanno partecipato per il Comune l’assessore al Personale Giulio Bugarini (Pd) e per la Regione Lazio il governatore Francesco Rocca – quanto sull’adunata delle 18 lanciata dai gruppi di estrema destra, alla quale si attende un’ampia partecipazione di militanti. Il timore è che si ripetano le immagini del 2024, con l’onda di saluti romani e il «presente» per i quali al momento 31 militanti di CasaPound rischiano un processo.

L’urlo all’improvviso: «Viva la resistenza!»

La cerimonia di questa mattina, discreta e senza intralci, si è chiusa però con un fuori programma: l’urlo di un cittadino di passaggio. «Viva la rivoluzione italiana, viva la resistenza! Mer…». L’episodio è avvenuto non davanti l’ex sede Msi ma davanti proprio alla targa – ricomparsa e ancora non rimossa – dedicata a Stefano Recchioni, dove stavano deponendo corone di fiori.  L’uomo è stato identificato dalle forze dell’ordine: «Invece di arrestare i manifestanti per apologia di fascismo, che è anticostituzionale, fanno i controlli a chi si appella alla Costituzione – ha detto, mentre gli venivano controllati i documenti -. Questa è l’Italia. Ci sono le croci celtiche, si inneggia al fascismo, c’è una lapide con su scritto “I camerati”. Gli scempi del fascismo li studiamo a scuola, ma evidentemente qui qualcuno non ha studiato».

Gasparri (FI): «Mai individuati i responsabili della strage»

A dire la sua, ieri, è stato intanto Maurizio Gasparri, copogruppo al Senato di Forza Italia, che ha lanciato accuse precise: «Credo che mentre si alimentano polemiche su eventi, spesso caratterizzati da modalità non condivisibili, che accompagnano questa ricorrenza, nessuno mette in evidenza la gravità del fatto che i responsabili di quella strage non siano mai stati individuati. E questa è una precisa colpa della procura della Repubblica di Roma e di tutti i procuratori che si sono alternati in questi decenni fino agli ultimi, da Pignatone all’attuale Lo Voi. Nessuno ha mosso un dito per individuare quei responsabili. Eppure le tracce sono evidenti. Bigonzetti e Ciavatta furono uccisi con la mitraglietta Skorpion che poi è finita nelle mani delle Brigate Rosse, che la usarono per uccidere Lando Conti a Firenze ed altre vittime dell’organizzazione terrorista in quegli anni». 

Presidio all’Alberone contro ogni forma di fascismo

Cadute nel vuoto le richieste da più parti di vietare l’adunata, che ci sarà. Mentre all’Alberone, in via Appia Nuova 357 (a dieci minuti a piedi da via Acca Larenzia), sempre oggi ma alle 17 davanti alla targa per Ivano Zino – «giovane barbaramente ucciso il 28 settembre 1978 in un agguato dei Nar», ricorda Rifondazione comunista – si terrà un presidio «per chiedere il ripudio di ogni forma di fascismo vecchia e nuova e lo scioglimento di tutte le organizzazioni neofasciste». 


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7 gennaio 2025 ( modifica il 7 gennaio 2025 | 14:54)

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