Non c’è ancora l’ufficialità della convocazione che sarà comunque domani o dopodomani. E qui nel Consiglio dei ministri, a due giorni dalla scadenza utile, arriverà sul tavolo l’atto (che è già pronto) di impugnativa alla Consulta sul terzo mandato di Vincenzo De Luca. Incartamento già pronto con i pareri dei ministeri competenti: Roberto Calderoli (Affari regionali e Autonomie) e Maria Elisabetta Casellati (Riforme istituzionali e Semplificazione normativa).
Anche se il dossier De Luca è passato prima per le mani di due fedelissimi di Giorgia Meloni come i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. Da quel momento, dopo l’ufficialità del via libera in Cdm, spetterà alla Corte costituzionale esprimersi in tempo utile sulla legge votata a novembre in Campania che potrebbe dare il via libera ad altri 5 anni di Vincenzo De Luca.
Regione Campania, Fi avverte i consiglieri deluchiani: «Chi si candida rischia di decadere»
Lo scenario
Ma il percorso che porterà all’impugnazione è stato ricco di ostacoli. Soprattutto interni alla maggioranza di centrodestra. La Lega di Matteo Salvini, infatti, sino all’ultimo ha tentato di mettersi di traverso per far sì che anche Luca Zaia in Veneto si potesse ricandidare. Niente da fare. Su questo punto la Meloni è stata irremovibile. Ed è molto probabile, filtra dagli ambienti di Fdi, che i ministri della Lega possano non votare il provvedimento di impugnativa alla Consulta. Che passerebbe comunque a maggioranza. Prima ancora, e questo spiegherebbe perché il governo non si sia mosso subito, qualcuno aveva invece temuto che sbarrare la strada a Vincenzo De Luca avrebbe significato fare un piacere alla segretaria del Pd Elly Schlein.
Quest’ultima, infatti, ha già chiarito come serva un rinnovamento e come i mandati per i governatori si fermano a due. E se è valso per Stefano Bonaccini in Emilia, vale sopratutto in Puglia e in Campania con Emiliano e De Luca. O meglio solo con quest’ultimo visto che il collega pugliese ha già chiarito come non si rimetterà in pista. Probabile, quindi, al netto della decisione dei giudici della Consulta che in Campania si possa assistere ad una competizione con tre big in campo: De Luca, infatti, è già in campagna elettorale ed ha chiarito come non farà un passo indietro.
Elezioni regionali in Campania, «No al terzo mandato»: Consiglio dei ministri pronto a impugnare
Ma il provvedimento di governo, alla fine, lo chiede anche il governatore Zaia al suo terzo mandato. Perché tutto si gioca sulla partita campana. «Se passa indenne la legge del collega De Luca – ha spiegato Zaia nei giorni scorsi – lui si garantisce altri due mandati. Quindi occorre una dichiarazione formale su che cosa accadrà, altrimenti restiamo al palo solo noi veneti…». «Ci siamo confrontati con i nostri esponenti dal Friuli-Venezia Giulia alla Campania e Forza Italia ribadisce la posizione che ha sempre tenuto in Parlamento. e in ogni contesto: no al terzo mandato per i presidenti di Regione e per i sindaci delle città superiori a 15 mila abitanti», rincara ieri il responsabile nazionale Enti Locali di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Nel frattempo in Campania, l’altro giorno, la Lega ha presentato un ricorso al Tar per annullare la seduta del consiglio regionale in cui si è dato il via libera al terzo mandato. Un vizio di forma perché a decidere nel merito potranno essere sol oi giudici della Corte costituzionale.
Le alleanze
Ed ecco, paradossalmente, che ad attendere con ansia la decisione del governo è anche e soprattutto il Pd: da quel momento, infatti, si potrebbe partire senza remore e tentennamenti il tavolo dei leader nazionali di centrosinistra per trovare un nome alternativo. Un modo per sbrogliare la situazione che nei dem e in generale nel centrosinistra si è assai ingarbugliata. Con molti consiglieri dell’attuale maggioranza indecisi come e con chi ricandidarsi. Una partita con due candidati di centrosinistra, infatti, rischia di essere molto in salita. Specie se da un lato c’è l’uscente De Luca, dall’altro un nome Pd-M5s che potrebbe essere l’ex presidente della Camera Roberto Fico. Per Nino Simeone, consigliere comunale e segretario regionale Psdi «è una telenovela». E spiega: «Il centrosinistra, dal canto nostro, è ingessato, come dimostra ancora l’assenza di un tavolo regionale per avviare una discussione programmatica in vista delle regionali».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link