Eclissi di valori etici tra guerra e indifferenza

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


Uno tra i principali effetti del lungo, pacifico secondo dopoguerra – pacifico, ovviamente, per gran parte dell’Occidente e dei suoi immediati dintorni – è stato il progressivo affermarsi d’una sensibilità spiccata per i valori personalistici. Auspice anche la notevole influenza del messaggio cristiano, l’essere umano è stato considerato sempre più un valore in sé, un centro di polarizzazione di diritti fondamentali e non conculcabili, diritti sottratti alla disponibilità di chicchessia, anche della persona stessa – ed in ciò a mio avviso eccedendo – dei quali non avrebbe potuto appropriarsi alcuno, lo Stato compreso. Una Persona cui è riconosciuto il diritto di vivere la propria esistenza, integrata nella sua comunità e dunque forte del sostegno di altre persone parimente forti nei propri originari diritti. Un processo evolutivo non da poco, al quale hanno anche concorso gli orrori del primo e del secondo conflitto mondiale, che hanno mostrato a qual segno possa giungersi quando si lasci briglia sciolta ai capi di Stato.

Questo percorso ha subito negli ultimi anni un’interruzione vistosissima, che sta incidendo in modo profondo sui nostri comuni orizzonti valoriali. A mia opinione, almeno tre componenti hanno contribuito a determinare questa torsione regressiva nel modo d’avvertire la realtà che ci circonda. Anzitutto, il fenomeno migratorio ha evidentemente indurito i nostri cuori. La naturale, innegabile, istintiva ostilità verso lo straniero che attraversa il sentire della gran parte degli esseri umani – per ataviche, antropologiche prevenzioni o, per chi lo preferisse, esperienze – ha fatto sì che s’assista più o meno ignobilmente indifferenti ad un’autentica ecatombe di disperate persone che affrontano il mare, affidandosi ad una sorte prevedibilmente assai ingrata, pur di perseguire il miraggio salvifico.

Le loro fini non fanno più notizia, se non superano le cento unità, ed uso a ragionveduta il neutro sostantivo numerico: in un primario quotidiano nazionale, l’altro giorno si riservava all’inghiottimento da parte dell’incolpevole Mediterraneo di 27 migranti, una ‘breve’ di poche righe, collocata in una pagina assai interna. S’è fatta l’abitudine a queste tragedie, la nostra soglia di sensibilità le avverte non più meno di quanto farebbe notizia dello smarrimento d’un animale domestico, adorato da una stella di Hollywood. Un secondo fenomeno, divenuto seriale, sta contribuendo a sclerotizzare il nostro senso morale, la capacità di reagire con appropriata sensibilità e conseguente agire alle atrocità che si verificano intorno a noi: lo stillicidio che ci contrappone al mondo islamico, uno stillicidio fatto d’innumeri vittime.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

L’anno s’è chiuso e s’è aperto con una serie di attentati di matrice islamica che hanno lasciato sul selciato, sì proprio sul selciato, molte vittime: a New Orleans e a Los Angeles, l’ultimo dell’anno, in Magdeburgoqualche giorno prima di Natale, a Rimini, nel nostro fine anno. Tutte notizie che scorrono sul rullo dell’informazione, senza lasciare tracce, non dico indelebili, ma forse nemmeno degne d’attenzione: cronaca spicciola, attrae più l’omicidio passionale. Basta che ciascuno di noi ci rifletta per un attimo, nulla di tutto ciò resta qual segno distinto nelle nostre memorie, come inizialmente avveniva nei primi tempi di questi episodi, quando erano realtà inusuali: ed anche quelli, ormai, caduti nella rimozione collettiva.

Ma un altro contributo di rilievo alla desertificazione morale l’ha dato la scellerata decisione di Vladimir Putin di muover guerra alla Repubblica Ucraina – la sua ‘operazione militare speciale’, spudoratamente avviata in affermata esecuzione di trattati di amicizia e mutua assistenza – retrodatando, lui a capo d’uno Stato tra i cinque che siede permanentemente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, di almeno settanta anni la storia del mondo. E producendo sino ad oggi, a quel che se ne può sapere, un numero di morti superiori alle 800mila unità. Una scelta brutale e brutalizzante, che ha dato e darà la stura a condotte ammissibili solo in base ad una morale fondata sulla legge della mera forza, e dunque ispirata ad una politica ‘effettuale’ appropriata alla guerra dei Cent’anni: ma allora correvano il XIV ed il XV secolo, quando le cosiddette teste coronate mandavano al macello intere generazioni, pur di dar voce alle proprie rivendicazioni successorie.

Ed infine, il colpo di grazia al nostro orizzonte etico l’ha dato la reazione israeliana al massacro attuato da Hamas il 7 ottobre del 2023: una reazione che il Papa ha ripetutamente definito espressione di tanta crudeltà e che è molto difficile giustificare sulla base di qualsiasi regola di moralità: a quel che se ne sa, circa 40mila palestinesi eliminati, la totale desertificazione della striscia di Gaza, sofferenze senza limite, nessuna considerazione umanitaria che abbia fatto da contrappeso all’obiettivo, pur legittimo sotto indiscutibili profili, di proteggere il popolo israeliano da efferati criminali, che hanno come unico scopo dichiarato l’eliminazione dello Stato di Israele.

Un Israele, totalmente assistito dalle inesauribili risorse militari degli Stati Uniti che, pur riconoscendo l’inaudita gravità delle azioni militari poste in essere dai militari ebraici condotti dalla fredda, inscalfibile determinazione di Benjamin Netanyahu, continuano ad alimentarne gli arsenali senza esitazioni, ripensamenti, direi nemmeno minime attenuazioni. Quando si dice del rapporto tra etica e politica. Ecco, si coglie da questa spaventosa fenomenologia – che potrebbe di molto ampliarsi e che ha chiuso ed in lucida continuità riaperto l’anno – un’assenza completa di termini morali, un crollo repentino dell’etica pubblica, un ritorno senza mediazioni dell’homo homini lupus teorizzato da quell’Hobbes, al quale si credeva d’aver dato una faticosamente costruita risposta ormai definitiva, almeno in certe aree del mondo attraverso un percorso culturale, un costoso supporto istituzionale, una rete diversificata di sensibilizzazioni. Tutto svanito, può dirsi nell’arco d’un decennio, che ci ha riportato alle nostre basi antropologiche. Basta prenderne atto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Source link