Anche i “genitori capitalisti” possono imparare da Gesù

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Come raccontare ai bambini o ai ragazzi di oggi, cresciuti dentro un sistema capitalista secolarizzato, la storia di Gesù? E quella storia può avere ancora un senso per loro? Può ancora insegnare qualcosa o indicare una direzione? Ed è davvero possibile trasmettere il suo senso spirituale, liberandola dalla dimensione religiosa del potere che le è stata cucita addosso prima da Paolo di Tarso e poi dalla Chiesa?

Il mangia-preti Gérard Thomas, autore di saggi sul comunismo, sull’anarchia e sul pensiero di sinistra, è partito da questi interrogativi, ma poi la narrazione di quegli eventi così lontani eppure ancora così vivi gli ha preso la mano, e ne è venuto fuori un racconto che con umiltà e semplicità si propone come un piccolo pamphlet teologico-politico, tanto eretico quanto sacro, tanto anomalo quanto lineare. “Gesù raccontato ai bambini capitalisti” è, oserei dire, una lettura anarco-cristiana, una biografia militante di Gesù, una sorta di nuovo «vangelo apocrifo», “laico” ma certamente “non ateo”, come lo definisce l’autore stesso.

Il libro sembra quasi raccontare la storia di un avatar indiano facendo emergere la sua dimensione umana, che parte da una dodicenne rimasta misteriosamente incinta in un villaggio della Palestina e finisce con un ragazzo crocifisso su una collina di Gerusalemme, e in cui si ripercorre con grande attenzione documentaria e totale rispetto una storia che continua ad appassionare, coinvolgere, commuovere, e che forse potrebbe riuscire anche a spiegare in che modo la parola di Cristo, di fatto così poco ascoltata da chi avrebbe dovuto difenderla e diffonderla, sia ancora oggi così profondamente rivoluzionaria.

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Le vicende di Gesù vengono narrate shakerando tra storia e dubbio, tra magia e incredulità, tra vangeli canonici e apocrifi. Il fine è rileggere la storia del Cristo spogliata sia dalle parole del potere gerarchico della Chiesa sia dall’ateismo più superficiale, vestendola di parole popolari e al contempo entusiasmanti che riguardano l’immanentismo, l’anticapitalismo, rivoluzione, il femminismo, gli antri esoterici sulla vita di Gesù e suoi miracoli, accompagnati tutti da un commento teologico-filosofico diretto.

Il pamphlet, edito nel 2020 da Edizioni Clichy, si rivolge ai “bambini capitalisti”, un idealtipo sociale che Gerard Thomas identifica con le giovani generazioni cresciute nella bambagia del capitalismo avanzato (consumismo, opulenza, tecnofilia e illusione di benessere) e che ormai vivono nell’apatia totale, concependo solo ciò che è materiale, contabile e monetizzabile. Per Thomas, la storia di Gesù ha un valore pedagogico per questi bambini che considerano importanti solo le cose futili, semplici ed immediatamente comprensibili. Quindi bisogna partire dalle basi: spiegare cosa è la religione, cosa è la Chiesa, la struttura organizzata e i suoi edifici, le rappresentazioni, i riti, le immagini, le regole, le proibizioni, i peccati. È importante spiegare come tutte queste infrastrutture figurate siano state create da Paolo di Tarso, dopo la morte di Gesù e con la nascita della Chiesa come “istituzione”: tutte cose che Gesù non avrebbe nemmeno immaginato.

Secondo l’autore è fondamentale spiegarlo perché la tendenza dei “bambini capitalisti”, quando diventano “adulti capitalisti”, è di diventare o “finti credenti” (dichiararsi cristiani andando a messa due volte all’anno; entrare in Chiesa come se fossero pronti già ad uscire; quando la fede diventa un’abitudine e il proprio stile di vita non dà alcun rilievo alle parole di Gesù) o “finti atei” (giustificare a se stessi e agli altri che il mondo è com’è e non ha molto senso fare qualcosa per renderlo migliore; sentirsi falsamente in una comfort-zone; fare gli atei devoti su modello dei teocon statunitensi, che ritengono indispensabile la tutela della tradizione cristiana e le posizioni politico-ideologiche della Chiesa cattolica al fine di salvaguardare i “princìpi politici di libertà e democrazia della civiltà occidentale”, a prescindere dalla loro eventuale fede cristiana). Insomma un antidoto per evitare l’aplomb del nichilismo dilagante nella società di mercato.

Gérard Thomas tiene a sottolineare che l’etica che chiamiamo “cristiana” e che i bambini capitalisti prendono come riferimento è “l’etica della Chiesa”, non le parole di Gesù. Il clericalismo non c’entra con la spiritualità, ma anzi è una forma di potere che mostra “impassibile fermezza” verso chi mina certezze e semina dubbi, e che spesso non è in grado di spiegare e colmare: certezze che non riesce a sostenere e domande a cui non sa rispondere.

Ecco infatti che Thomas narra di Gesù scardinando i principi su cui si è consolidata la cristianità e anche la struttura del potere in Occidente. Narra di un uomo immanente che dà l’esempio agli uomini e non un Gesù figlio di Dio che trascende su ogni cosa ed è esterno al mondo.

Molti sono i temi che questo pamphlet di teologia politica tratta: il familismo messo in crisi proprio da quella che è stata definita “Sacra Famiglia” (una madre dodicenne, un padre putativo anziano che aveva già sei figli, un figlio da parte di madre ed adottato da parte di padre); il senso del Natale che consiste nel sapersi privare di qualcosa per capire l’essenza dell’umiltà; il consumismo e il capitalismo come degenerazione politica, culturale, sociale e morale della nostra società.

Ad annunciare la venuta del Messia è Giovanni il Battista, il quale viene definito come “il peggior incubo del capitalismo” perché “urla” contro cinismo e ipocrisia oltre a condurre una “battaglia contro le mosche del potere, contro le vipere dell’avere, contro le locuste del denaro” (pag 75), avendo come nemici “l’ingiustizia e la sopraffazione, la povertà, la disuguaglianza, il dolore di essere ultimi senza speranza di poter non esserlo più” (pag 76). Gesù e Giovanni erano temuti dai sacerdoti del tempio (i farisei, i “guardiani del sabato”) che amministravano la “vendita del perdono” (l’espiazione dei peccati) poiché a loro bastava solo l’acqua del battesimo per lavare dai peccati senza nulla in cambio. Gesù e Giovanni diventano un duo foucaultiano ante-litteram che ci invita ad affrancarci dalle vecchie categorie del Negativo (la legge, il limite, la castrazione, la mancanza, la lacuna), che il pensiero occidentale ha così a lungo sacralizzato come forma di potere

Un libro dove le dimensioni politica, etica ed esistenziale si uniscono e scatenano un capolavoro riot di prese di posizioni importanti portando a definire Gesù provocatoriamente “il primo comunista della storia”.

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Forse è proprio uno di quei libri illuminanti che dovrebbero leggere i genitori dei bambini capitalisti!

Gerard Thomas, Gesù raccontato ai bambini capitalisti, Edizioni Clichy 2020



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