La Finanziaria finisce in Procura e il Pd siciliano litiga (tanto per cambiare)

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Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


 Il Partito Democratico siciliano è all’ennesima prova di spaccatura.

La Finanziaria regionale ha creato una grande polemica tra il gruppo dem all’ARS e la segreteria, complici i contribuiti di cui hanno pure usufruito i parlamentari di opposizione per dare sfogo alle esigenze territoriali.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Esposto alla Corte dei Conti

Oggetto del contendere è la presentazione di un esposto alla Procura e alla Corte dei Conti, da parte della segreteria regionale del PD, per segnalare presunte violazioni di leggi per l’approvazione della Finanziaria regionale.

L’iniziativa è stata promossa da Sergio Lima e avallata dal segretario regionale Anthony Barbagallo, inascoltato dal gruppo parlamentare l’ appello a non partecipare alla spartizione dei contributi. I deputati dem hanno deciso di andare in autonomia.

Le dichiarazioni di Barbagallo

Il segretario regionale non ci sta a questo metodo di “Parcellizzazione delle risorse e nei contributi ad personam…Promettere utilità come finanziamenti, in cambio di consensi elettorali è un reato grave per il nostro ordinamento giuridico. Del pari, il tasso di povertà della Sicilia e gli ultimi posti nella classifica della qualità della vita delle città siciliane avrebbero dovuto spingere il governo e la maggioranza ad una maggiore oculatezza nella gestione delle risorse pubbliche, a partire da una valutazione sulla congruità dei contributi e delle voci di spesa. Per questo andremo in tutte sedi per denunciare distorsioni delle procedure e sperperi di denaro pubblico”.

Da una parte il Pd presenta un esposto dall’altra parte apre alla resa dei conti interna.

 

 

Congresso PD

L’ 11 gennaio si svolgerà l’assemblea regionale del partito, ordine del giorno il prossimo congresso. L’attuale segretario Barbagallo vuole continuare il suo percorso ma la strada per la riconferma è irta. Potrebbe presentare la sua candidatura Michele Catanzaro, capogruppo dem all’ARS. Nel partito delle correnti e della mai pace è arrivata la prima dimissione del 2025, si tratta di Fabio Venezia, componente della segreteria regionale. Venezia non ha gradito le mosse di Sergio Lima, che affidava a Facebook il commento: “Tra 80 e 100 milioni buttati così. Senza vergogna. Addirittura con account istituzionali dei comuni che ringraziano i deputati di turno. A breve la legge sarà pubblicata in gazzetta ed il giorno stesso presenterò esposto a corte dei conti e procure. Perché mi pare che questa modalità di finanziamento violi i principi generali di finanza pubblica (soprattutto dove si parla di integrità, correttezza, trasparenza, congruità, imparzialità e neutralità). Perché i siciliani tutti devono dare 50 mila euro a Monreale per far partecipare attori istituzionali alle fiere ? Perché i siciliani tutti devo finanziare l’acquisto per le parrocchie delle panche (un po’ in tutti i comuni), climatizzatori e frigoriferi(Gela), paramenti e oggetti per il culto (Licata)? Perché compiamo una autobotte per Gela e non per Caltagirone ? Perché le chiese di modica devono avere contribuiti pure per la festa patronale alla sorda ? Perché Rosolini può contare su 100mila euro di promozione per eventi (per altro non messi a bando e di cui già adesso potrei dirvi il nome della società che incasserà per la realizzazione)? Poi c’è tutta la parte politica che mi fa sanguinare. Perchè questa modalità leva spazio e centralità alle cose buone (ad esempio i fondi per 4 milioni per il trasporto studenti pendolari) e costruisce l’infrastruttura con cui si può dire “tanto sono uguali”. E no. Non siamo uguali. Non siamo tutti uguali. Il problema è essere credibili quando lo si dice”.

Tutti contro tutti

E’ scontro atteso e ricorrente quello interno al Pd, che quest’anno dovrà svolgere il congresso regionale, diritto di voto avranno i tesserati e le cariche elette purché siano in regola con i contributi al partito.

Intanto un sassolino lo lancia Antonello Cracolici, proprio sull’esposto: “Consiglio a tutti di leggere e studiare, perché aiuterebbe: nel caso delle leggi al massimo ci si rivolge alla Corte costituzionale. E a farlo è il Consiglio dei ministri”.

“Bene ha fatto il gruppo parlamentare del Pd, in occasione dell’approvazione dell’ultima finanziaria regionale, ad insinuarsi nelle divisioni della maggioranza e a proporre emendamenti che danno voce a chi voce non avrebbe, finanziando i Comuni con misure a sostegno dei più deboli e dei più poveri. E’ innegabile, però, che è il sistema di costruzione del maxiemendamento che non funziona, perché genera una parcellizzazione delle risorse che non sostiene lo sviluppo economico della Sicilia e, soprattutto, comporta una discrezionalità nel finanziare questo Comune anziché un altro non accettabile”. Lo dice Massimo Ingiaimo, coordinatore regionale di Promessa Democratica, l’area del PD il cui riferimento nazionale è Gianni Cuperlo.

“Per questi motivi – aggiunge – serve che i fondi vengano assegnati ai Comuni sulla base di bandi ad evidenza pubblica con criteri predefiniti a monte. Alla politica spetta il compito di indicare le priorità su cui vuole investire e, quindi, definire l’ammontare delle somme da destinare alle infrastrutture e alla sanità, alla cultura e alle politiche sulla famiglia e non anche il compito di stabilire quale Comune finanziare e per quale specifica misura”.

“Il Pd siciliano – conclude Ingiaimo – può e deve essere l’anima e il motore dell’alternativa a questa destra inconcludente e dannosa, battendosi, come fa già, in Parlamento e nella società fino a costringere la maggioranza a ragionare di futuro e di una visione della Sicilia dei prossimi anni, non immiserendo la politica a pura gestione del potere in ragione del consenso clientelare della maggioranza”.

 

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