«Ha premuto con determinazione sul caso Cecilia Sala»

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La visita della presidente del consiglio, tenuta riservata fino all’ultimo, avviene pochi giorni prima del viaggio di Biden a Roma. Nell’incontro avrebbero discusso della detenzione della giornalista, legata all’arresto di un cittadino iraniano richiesto dagli Usa   

La premier Giorgia Meloni è stata in visita a Mar-a-Lago, in Florida, per incontrare il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, in una missione lampo tenuta riservata fino all’ultimo. Una visita, avvenuta solo pochi giorni prima dell’incontro fissato a Roma con Joe Biden, nel suo ultimo viaggio all’estero da presidente, in linea con il tentativo di Meloni di posizionarsi come interlocutrice principale in Europa di Trump, che inizierà il mandato il prossimo 20 gennaio.  

La presidente del consiglio avrebbe discusso con Trump del caso di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta nel carcere di Evin a Teheran dal 19 dicembre. Era in Iran con un regolare visto giornalistico, ed è stata arrestata dalle autorità un giorno prima della sua partenza. Nei giorni a seguire è poi emerso, sia dalle dichiarazioni del regime iraniano, sia dalla nota del governo italiano, uno stretto collegamento tra la sorte di Sala e quella di un ingegnere iraniano arrestato a Milano tre giorni prima, su richiesta degli Stati Uniti, Mohammad Abedini Najafabadi. 

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Meloni, secondo una fonte del New York Times, avrebbe premuto «con grande determinazione» sulla questione della giornalista italiana: «L’Iran detiene regolarmente stranieri e persone con doppia cittadinanza per scambiarli con denaro e persone», scrive il quotidiano statunitense. «Una persona informata ha detto che Meloni ha fatto pressioni aggressive sul caso».

L’incontro con Trump

Al ricevimento nella residenza di Trump, erano presenti il futuro segretario di stato della presidenza Trump, e senatore della Florida, Marco Rubio, Mike Waltz, nominato consigliere per la sicurezza nazionale, il prossimo segretario del Tesoro, Scott Bessent. Ancora, l’ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Mariangela Zappia e il futuro ambasciatore statunitense a Roma, Tilman Fertitta. Assente invece Elon Musk che, però, segnala il Corriere della Sera, potrebbe aver giocato un ruolo nell’organizzazione dell’incontro.

Proprio il New York Times ricorda il «buon rapporto» – che lega il multimiliardario, a cui Trump ha assegnato un nuovo dipartimento per l’efficienza governativa, alla premier – «che i suoi sostenitori sperano possa rafforzare la sua posizione internazionale quando Trump diventerà presidente».

Tant’è che la missione di quattro ore di Meloni in Florida del 4 gennaio è servita a mettere tanti temi sul tavolo, a due settimane dall’insediamento di Trump. «È molto emozionante», ha detto Trump, riporta il Washington Post, «sono qui con una donna fantastica, la premier italiana. Ha davvero conquistato l’Europa e tutti gli altri». 

Il futuro presidente Usa ha usato la frase “she has taken by storm”, che proviene dal linguaggio militare, per indicare il grande successo ottenuto dalla presidente del consiglio in poco tempo.

Prima di prendere parte alla proiezione del controverso docufilm intitolato “Eastman Dilemma” – dedicato alle elezioni presidenziali del 2020, in cui si accusa il sistema giudiziario di aver preso di mira esponenti repubblicani – i due hanno affrontato altri temi che segneranno la seconda presidenza Trump: le forniture di gas, i dazi che si potrebbero abbattere sui prodotti europei, la guerra in Ucraina, i conflitti e le tensioni che agitano il Medio Oriente. 

“Eastman Dilemma”

Al centro del docufilm gli sforzi di John Eastman, avvocato e accademico americano, che ha cercato di mantenere in carica Trump e ostacolare la certificazione della vittoria di Joe Biden alle presidenziali del 2020, che si conclusero con l’assalto dei sostenitori di Trump a Capitol Hill.

Eastman è stato incriminato e ha perso l’idoneità a esercitare la professione di avvocato in California.

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Dopo quattro ore, la premier è ripartita dall’aeroporto di West Palm Beach. Non è stata la prima leader a incontrare il futuro presidente Usa nella sua residenza privata: prima di lei il presidente argentino, Javier Milei, il premier canadese, Justin Trudeau, e quello ungherese, Viktor Orbán.

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