fughe certe e presunte da spifferarvi


Tempo di fughe e soffiate di peso, che non possiamo proprio tacervi, tra i corridoi di alcuni importanti ristoranti stellati italiani.

La notizia della settimana è certamente l’addio del Masterchef Giorgio Locatelli alla sua Locanda Locatelli di Londra: notizia che arriva un po’ all’improvviso a dare una svegliata a questo inizio 2025 che, insomma, pare aver voglia di partire col botto. Quel che è certo è che anche in quel caso è tutto da capire: quell’accenno alle “ragioni al di fuori della nostra volontà” che bisogna chiarire quali sono, e quell’invito a “controllare le novità sui nostri canali social” fanno presagire che non tutto è perduto, e che il futuro di Giorgio Locatelli non sarà solo davanti alle telecamere (come d’altra parte ha sempre fatto intuire).

Ma l’ultimo dei giudici di Masterchef non è l’unico a lanciare bombe di Capodanno, almeno secondo i ben informati del settore, che vociferano insistentemente di altre miccette lanciate qua e là nei corridoi, con deflagrazioni finora poco rumorose ma che potrebbero diventare sonori petardi nelle cucine italiane. L’ufficialità talvolta manca, ma pare in effetti che manchi proprio solo quella: staremo a vedere se avremo ragione, e allora saranno fuochi d’artificio.

Terry Giacomello dà l’addio al Nin

Formazione internazionale in alcune delle più grandi cucine della gastronomia contemporanea, grande creatività e voglia di stupire con effetti speciali. Terry Giacomello ha dimostrato di avere grande talento e capacità, e ha portato sulle tavole dei ristoranti in cui ha lavorato una proposta non sempre facile fatta di contaminazioni e, talvolta, provocazioni. Non sempre i suoi piatti hanno trovato la giusta collocazione: difficile forse farli capire in un contesto come quello di Parma, dove si trovava il suo precedente ristorante Inkiostro, lasciato nell’estate del 2021.

Difficile forse anche incastrarli in un contesto vacanziero e tradizionale come quello di Brenzone su Garda (in particolare, in un ristorante d’hotel), dove si trova il Nin, sua nuova casa che provammo lo scorso anno, poche settimane dopo l’ottenimento della prima stella Michelin. E infatti pare che Giacomello scalpiti, e sia già pronto per veleggiare altrove. L’ufficialità manca ma – dicono i gastro informati – è solo questione di tempo: intanto, se serve un indizio, lo chef ha tolto il suo luogo di lavoro dalla sua bio su Instagram, appena poche settimane dopo aver annunciato l’arrivo del nuovo menu 2025. Staremo a vedere.

Torino è in attesa di un anno turbolento?

ristorante del cambio

L’alta ristorazione torinese, diciamolo, non se la passa benissimo. La Guida Michelin, da due anni a questa parte, pare bacchettare la città e il Piemonte tutto, a suon di stelle tolte e non date. E questo proprio alla vigilia della prossima premiazione della The World’s 50 Best Restaurants, che si terrà a inizio estate sotto la Mole.

La ristorazione torinese pare accusare – forse di conseguenza – qualche nervosismo, e allora ecco che, ad esempio, Magorabin (una stella Michelin piuttosto storica in città) perde, proprio durante le Feste, il suo sous chef Enzo Barillà. Ma è solo un sous chef, si dirà, e così in effetti minimizza anche lo chef Marcello Trentini, storico cuoco del ristorante. A molti però era parso che ultimamente Barillà avesse le redini di quella cucina, nonostante la supervisione del “Mago” Trentini. Dunque, se abbiamo ragione, il cambiamento c’è, e forse – in un senso o nell’altro – si farà sentire.

Infine, la bomba più sonora di tutte, per momento silenziosamente taciuta. Intorno all’esplosione però, tutti ne parlano, in attesa di capire quanto ci sia di concreto nel botto che forse sta per arrivare. Matteo Baronetto, colui che ha riportato lo storicissimo Ristorante Del Cambio al lustro che meritava quel luogo, pare sia in procinto di fare le valigie. Basta tavoli di Camillo Benso Conte di Cavour, basta vitello tonnato, basta ori alle pareti. L’ex allievo di Cracco, oggi mentore della ristorazione torinese, sembra essersi stancato di quel luogo, e forse di sentirsi l’eterno candidato a una seconda stella che non arriva. Così, si dice nei corridoi delle mense gastrofighette, l’ora dell’addio sarebbe vicina, e ciao ciao Ristorante Del Cambio, in quella che per Torino non sarebbe certo una bella notizia.

Vedremo, dunque, se il 2025 ci darà le soddisfazioni che meritiamo. Per ora prepariamo i pop corn.



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