costi alti e troppa burocrazia. Un ragazzo su due non parte

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Le gite scolastiche sono diventate un vero e proprio rompicapo per scuole e famiglie, tanto che uno studente su due resta a casa. I motivi principali? La difficoltà nell’organizzare un viaggio, per cui tante scuole rinunciano. A queste si aggiungono anche i costi troppo alti per le famiglie. Quest’anno però, in supporto agli istituti, scendono in campo 101 nuovi funzionari: prenderanno servizio negli uffici scolastici e si dedicheranno proprio ai contratti pubblici, tra cui appunto l’organizzazione di un viaggio d’istruzione.

LA LEGGE

L’arrivo dei 101 funzionari è stato inserito nel comma 568 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2025: si tratta di un intervento necessario per sollevare gli istituti da pratiche e rimpalli che, di fatto, stanno complicando non poco l’organizzazione delle gite. La burocrazia infatti, tra nuove norme e deroghe che si rincorrono, tiene fermi pullman, aerei e treni, con i ragazzi che rinunciano al tradizionale viaggio di istruzione. Le deroghe vanno avanti di mese in mese e, almeno per quest’anno, sono servite a “salvare” le partenze già stabilite ma il problema resta: riguarda il nuovo codice degli appalti. La norma è in vigore dal 2023 e prevede, per tutti i tipi di viaggio che coinvolgono gli studenti, che gli istituti scolastici diventino stazioni appaltanti per l’organizzazione delle partenze di importo superiore a 140mila euro.

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Quindi, per organizzare viaggi d’istruzione con budget superiori ai 140mila euro, le scuole hanno l’obbligo di gestire la spesa tramite un vero e proprio appalto pubblico, diventando di fatto una stazione appaltante qualificata. Questa norma riguarda le gite scolastiche ma anche gli stage linguistici e gli scambi culturali: complica notevolmente il lavoro delle segreterie scolastiche e allunga pesantemente i tempi, soprattutto perché nelle scuole il personale amministrativo è sempre ridotto rispetto alle reali necessità. Viste le criticità di una nuova organizzazione ancora in corso, l’Anac aveva prima previsto una deroga fino al 30 settembre 2024 e poi, in seguito alle preoccupazioni delle scuole, in accordo con il ministero dell’Istruzione e del Merito ne ha approvata un’altra fino al 31 maggio 2025.

Da quel momento però gli istituti scolastici dovranno adeguarsi una volta per tutte alla norma: la questione quindi è solo rimandata al prossimo anno scolastico, il 2025-26. Ma a quel punto, secondo quanto previsto in legge di bilancio, dovrebbero arrivare in aiuto degli uffici scolastici 101 nuovi funzionari, reclutati tramite selezione: saranno esperti in materia di concorsi pubblici, quindi si occuperanno anche delle gite oltre i 140mila euro in base alle necessità delle singole scuole.

I DATI

Una boccata d’ossigeno per i viaggi di istruzione che da qualche anno, anche prima del Covid, sono in calo: in base ai dati diffusi dall’edizione 2024 dell’Osservatorio sulle gite scolastiche di skuola.net, negli ultimi due anni uno studente su due non è partito per il viaggio di istruzione. Il 31% resta a casa perché la scuola non ha organizzato la gita e c’è anche un 8% che sceglie di non partire. Tra i motivi attribuiti alle scuole, ci sono anche la mancanza di professori disponibili ad accompagnare la classe, i problemi disciplinari legati ai gruppi che non rispettano le regole e i costi elevati per le famiglie. Un mix di regole, deroghe e criticità che non permette a tutti gli studenti di vivere il viaggio con i compagni.

«Le regole per l’organizzazione delle gite ora sono più complesse – spiega Tiziana Sallusti, dirigente scolastica dello storico liceo Mamiani di Roma – Inoltre molto docenti non se la sentono per vari motivi, fra cui l’enorme responsabilità che devono assumersi per più giorni. I costi sono aumentati notevolmente e molte famiglie non se la sentono di affrontare la spesa. La scuola contribuisce per gli studenti che altrimenti non potrebbero partecipare al viaggio. Adesso poi le procedure sono molto complesse e faticose e spesso le segreterie sono senza personale o senza Dsga (direttori dei servizi generali e amministrativi)».

Per limitare i costi il ministero dell’Istruzione lo scorso anno ha stanziato 50 milioni di euro per il bonus gite scolastiche, a sostegno delle famiglie con un Isee inferiore ai 15mila euro.

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