Barletta, «Pnrr e viabilità, priorità 2025»: l’intervista al sindaco Cannito

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BARLETTA – 2024 ormai in archivio, anno nuovo nel segno delle tante cose da fare, a partire dai progetti del Pnrr. Per il sindaco Cosimo Cannito è già tempo di guardare avanti.

Sindaco, innanzitutto buon anno. Il 2025 non è iniziato al meglio. Cassonetti esplosi e tanta inciviltà, ciò che lei da sempre stigmatizza.

«Stiamo prendendo una china che non mi piace affatto. Ci sono bande di ragazzi che commettono atti vandalici, per non parlare del largo consumo di droghe. Sto chiedendo al Prefetto la convocazione di un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Bisogna intervenire per fermare questa escalation, ma il problema è anche di carattere educativo».

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C’è un crescente senso di insicurezza in città.

«Abbiamo implementato la videosorveglianza e saranno rilevate anche le targhe. Lavoriamo quotidianamente al fianco delle forze dell’ordine».

Il 2025 sarà un anno di sfide, tra le più ardue ci sono i cantieri del Pnrr.

«Ci sono gli asili nido di via Falcone e Borsellino, quello in via Tatò, il playground, il Ccr, la casa rifugio per donne vittime di violenza. C’è il progetto per l’anfiteatro ai piedi del Castello. Bisogna però tener conto di una cosa: a causa dell’aumento dei prezzi avremo bisogno di cofinanziamenti pubblici per terminare le opere».

Il 2024 è stato l’anno dell’apertura del sottopassi di via Andria e di via V. Veneto: la città li aspettava da anni. È orgoglioso?

«Sì, mi sono battuto sin dal primo giorno per questo. Covid, aumento dei prezzi, errori progettuali hanno fatto aumentare i tempi di consegna per due strutture pubbliche che hanno determinato un miglioramento della viabilità. La nostra città sta cambiando volto in tutti i sensi».

A cosa si riferisce?

«A via Vittorio Veneto, a palazzo San Domenico, alla palazzina Reichlin, ai bagni del Castello che erano indecenti e ora sono di qualità. C’è poi il progetto per palazzo Bonelli, l’accordo con la Asl per il polo 118 alla Principe di Napoli che sarà anche sede Arpal. E non dimentichiamoci dei dehors, dei contratti di quartiere che porteranno ai parcheggi nella 167 e del “Puttilli“, pienamente funzionale e speriamo presto con squadre in categorie più consone».

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A proposito di impiantistica, c’è il problema PalaMarchiselli.

«Stiamo intervenendo, nel mentre posso annunciare che consegneremo alla città, dopo 30 anni, il corpo basso del PalaDisfida».

Tra le lamentele maggiori dei cittadini c’è lo stato delle strade, a che punto siamo?

«Questo sarà l’anno dell’eliminazione delle buche stradali. Spero che Aqp, Enel e Italgas abbiano terminato i loro interventi sui sottoservizi così da farci rimettere mano all’asfalto in sicurezza. Quello di Aqp è un lavoro enorme, sono state sostituite condotte ammalorate che perdevano materiale fognario inquinando la falda. Ora questo non accadrà».

E il Pug? La città lo aspetta da 40 anni.

«Ci stiamo lavorando. Mancavano i periti per definire le mezzane dell’Ofanto, ora dobbiamo andare avanti. Sarà uno strumento fondamentale perché dovrà prevedere anche un’altra collocazione per le aziende insalubri. Non possono più stare nella cinta urbana».

Ha tirato in ballo la questione ambientale.

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«Abbiamo fatto la nuova premente, stiamo facendo il terzo piano di monitoraggio, chiudendo il canale “H” per migliorare la qualità delle acque anche se servirà recuperare 300mila euro e per ora non so da dove, lavorando sui deposimetri e sull’orto botanico. Se l’analisi di rischio sarà compatibile alla presenza di cittadini, la struttura sarà inaugurata. Non dimentico gli alberi. Molti saranno abbattuti perché a rischio caduta. C’è in corso un censimento, saranno sostituiti, ma per questo serviranno fondi».

Che 2025 sarà per la cultura?

«Abbiamo fatto gli stati generali per crescere, la cultura civilizza i cittadini e li rende più partecipi. È ciò che serve ai ragazzi per un maggiore senso civico».

State già lavorando per l’estate e la Disfida?

«Dobbiamo fare prima il bilancio e sarà complicato. Non abbiamo grandi risorse, lo Stato non ci trasferirà somme importanti. Dobbiamo pagare il conferimento dei rifiuti e l’energia elettrica, quest’ultima per circa 4 milioni. Dobbiamo capire come spendere i soldi e per questo chiederò anche un confronto alle opposizioni».

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«Temo di si. Non ce la facciamo a pagare gli impianti di conferimento, è un problema di tutta la Puglia che non ha chiuso il ciclo dei rifiuti. Ci dispiace, la differenziata era nata per il risparmio ma non basta più».

Dopo un 2024 vissuto sempre in bilico, alla fine è ancora in sella. Si può governare con 17 voti?

«Io lavoro per migliorare la qualità della vita dei barlettani, andrò avanti fino a che la politica me lo consentirà altrimenti ne prenderò atto. La caduta di un sindaco per me è sempre un danno alla città, per questo invito maggioranza e opposizione a stare insieme per realizzare i progetti più utili alla crescita».

E con Marcello Lanotte e Forza Italia come va?

«Noi con Forza Italia abbiamo un’interlocuzione continua per arrivare ad un’intesa, ma la politica deve risolvere alcuni problemi che attengono al rispetto dei ruoli. Ci stiamo provando».

A volte sembra allergico alle critiche, qual è il rapporto con l’opposizione?

«Mi arrabbio quando viene fatta demagogia, ma se le opposizioni ci fanno correggere alcune impostazioni io sono con loro. Per me l’opposizione non è minoranza, ma parte critica del consiglio comunale che induce alla riflessione».

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Su Bar.S.A.?

«Dobbiamo capirci di più, migliorare la gestione e anche l’attuale Cda deve essere più incisivo nel potenziare la raccolta rifiuti e la manutenzione del verde».

Qual è la cosa più bella che si sente di aver fatto da sindaco?

«Penso ai sottovia, ma anche alla scuola di via Morelli i cui lavori erano da bloccati da 20 anni in preda alla burocrazia e sono quasi al termine. A me però piace più guardare a ciò che c’è da fare. Il recupero dei palazzi storici e il risanamento dei canale H sono i miei chiodi fissi, ma in realtà ne ho tantissimi».

Cosa augura a Barletta e ai barlettani per il 2025?

«Di realizzare ciò che ci siamo prefissati per il bene di tutti».



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