3-0 al Franchi e primi al giro di boa del campionato – Il Meridiano News

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FIRENZE – Passato Capodanno, il Napoli continua la sua festa, sparando fuochi d’artificio al Franchi di Firenze, primo appuntamento del 2025 del Napoli targato Conte. Una vittoria importante, che permette ai partenopei dui agiungere al giro di boa del campinato in vetta solitaria, approfittando del turno di pausa imposto a Inter ed Atalanta, impegnate nel contenzioso in terra saudita per quanto cincerne la Supercoppa.

Il Napoli, intanto, il suo dovere lo fa per bene, e la vittoria di Firenze lancia un messaggio bello chiaro e cristalline su quali siano le intenzioni di questa squadra per il proseguo del torneo. Certo, Inter ed Atalanta dovranno recuperare i loro incontri rinviati, ma per poter scavalcare il Napoli, bisognera prima giocarli e, ancora più importante, vincerli. Gli azzurri, sul suolo italico detta legge e al Franchi centra il quarto successo di fila, tre dei quali in trasferta e, di queste quattro, l’impegno contro la squadra di Palladino era sicuramente il più temibile, anche se la Viola non sembra essere più scintillante come un mese fa.

Nonostante tutto, Conte vara un Napoli a misura “viola”, approfittando, se così si può dire, dello stop di Politano e Kvara per inserire Spinazzola a puntellare la difesa che, con l’innesto dell’ex-Roma, può definirsi anche a cinque, nonostante la lavagnetta tattica prevederebbe compiti molto più offensivi. Ma per quelli batsa Neres, che di partita in partita prende sempre più confidenza con la titolarità fissa, guadagnadosela a suon di gol e giocate importanti.

Oggi un gran gol, quello che porta il Napoli in vantaggio, a metà primo tempo, una sassata micidiale da un angolo quasi impossibile, dopo essersi portato a passeggio almeno tre difensori viola. Giocata clamorosa di un calciatore che diventa sempre più imprescindibile nello scacchiere di Conte. Da riserva di lusso qual’era, elemosinando minuti alle spalle di un anonimo Kvara, ora come ora le parti sono clamorosamente invertite in uno scenario quasi impensabile pochi mesi fa. Se c’era uno che poteva far posto al brasiliano, l’indiziato numero uno era senz’altro Politano, non di certo il georgiano, uno degli asset fondamentali su cui avrebbe dovuto poggiare la squadra azzurra.

Ad oggi, Kvara non sta rendendo per quel che vale e l’ex-Benfica si sta giocando al meglio le sue carte, mettendo Conte in una certa difficoltà, quando Kvara sarà nuovamente abile ed arruolato. Certo è che di Neres, Conte non può assolutamente privarsi, per il suo modo di giocare, per quegli sprazzi di pura fantasia che decidono le partite, come ad Udine ad esempio, o come contro il Venezia, la scorsa settimana, contro la quale è bastato un lampo per decidere il match. Stasera, la bordata che neppure un fin qui sontuoso De Gea ha potuto nulla e dal gol dell’1-0 la partita del Napoli è andata in discesa ripida.

Ed il portiere spagnolo, sin qui assoluto protagonista dell’ottimo girone d’andata della Fiorentina, è costretto ad arrendersi anche al suo ex-compagno di squadra al Manchester United, Romelu Lukaku, che lo manda dall’altro lato della porta, fintando e spiazzandolo dagli undici metri, calcio di rigore decretato per falo di Moreno su Anguissa. Big Rom stavolta non si fa ipnotizzare dallo Srankovic di turno, rimanendo freddo e preciso ed insaccando il gol che, a mezz’ora dalla fine, chiude la contesa.

A dire il vero, la Fiorentina non ha mai mollato un centimetro e, probabilmente, il risultato è forse troppo bugiardo per la squadra di Palladino, che crea qualche buon presupposto per segnare, ma un fallo di mano di Kean nega il pareggio pochi minuti dopo il gol di Neres, mentre nel secondo tempo, Rrahmani è prodigioso nel metterci la faccia, sulla linea di porta, a negare il gol a Beltran, che avrebbe rimesso la Viola in corsa; Sottil ullo 0-3 prova con un destro a giro ma solo qualche centimetro lo separa almeno dalla gioia personale. Infatti, se il gol di Lukaku chiude il match, quello di McTominay imprime un marchio indelebile sulla vittoria azzurra.

Il gol del numero otto è ormai un classico del suo repertorio: Zambo s’invola sulla sinistra, il pallone messo in mezzo, “aggiustato” da Comuzzo diventa un boccone troppo succulento per lo scozzese che arriva a rimorchio e con il destro fredda l’immobile De Gea. Scott, un dirompente Zambo e il solito Lobotka hanno rappresentato una spina dorsale solida, capace di sopperire ad una difesa orfana di Buongiorno, anche se stasera Juan Jesus ha giocato meglio del solito e gliene vanno riconosciuti anche i meriti, non solo le critiche, e ad assistere un attacco senza Kvara e Politano. Zambo Anguissa, soprattutto, dopo un primo tempo da sufficienza stiracchiata ha preso in mano il centrocampo nel secondo, creando dal nulla i presupposti del penalty e iniziando l’azione che conduce al terzo gol: un capolavoro, quello che Conte sta dipingendo con il camerunense, nuovamente un pilastro inamovibile del centrocampo che necessitava del suo vigore atletico, latitante da almeno un anno e mezzo.

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Tirando le somme, una prestazione in crescendo ma sostanzialmente convincente, non fosse altro perchè ottenuta contro una squadra che Palladino fa giocare bene, nonostante gli ultimi risultati, e dotata di un discreto tasso tecnico grazie ad alcune individualità importanti, Kean su tutti. Il Napoli gioca da squadra consapevole dei suoi mezzi ed aver vinto 3-0 su un terreno spigoloso come quello del Franchi, con assenze pesanti come quelle di Buongiorno, Kvara e Politano non fa altro che aumentare l’indice di autostima che, prima di questa gara, era già molto alto. Il titolo di campione d’inverno è inutile, ma serve a crederci ancora di più in un sogno “quasi” impossbile ad Agosto. Il “quasi” adesso è d’obbligo perchè, a metà torneo, non si può non inserire il Napoli tra le pretendenti al titolo e, per quanti giri di parole si vogliano fare, Conte, la società ed i calciatori, questa squadra può giocarsi le sue carte, nonostante ci siano ancora tanti limiti da superare e angoli da smussare. Questa squadra non farà mai innamorare per il gioco spettacolare, ma per il cinismo con cui arriva al risultato. Con questi ingredienti si può arrivare a traguardi impensabili e lo si è visto con altre due squadre alla cui guida c’era proprio il nostro mister. La speranza, stavolta, è che il “miracolo” si ripeta per la terza volta. Appunto, speriamo.

 

 

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