In jet sulle Dolomiti, l’aereo lascerà l’aeroporto di Mattarello. Il pilota: «Nessun volo turistico»

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di
Tiziano Grottolo

Polemica sull’offerta della società trentina: 3.500 euro per 20 minuti a bordo. L’affondo del Wwf: «È fondamentale tutelare il nostro patrimonio naturale, promuovendo un turismo sostenibile»

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Continua a far discutere la proposta di accompagnare i turisti a bordo di un jet militare per ammirare dall’alto le Dolomiti. L’idea è stata da poco lanciata dalla Helijoy Srl, una società trentina specializzata in trasporti aerei di lusso, che offre tour esclusivi in elicottero e servizi di trasporto da una località sciistica all’altra. 

«Un volo e mezzo inquina come un anno di elettricità in casa»

Ora a prendere posizione è anche il Wwf, che punta il dito contro il non trascurabile impatto ambientale di simili iniziative: «Per il jet militare in questione, l’L-39 Albatros, viene indicato un consumo di 380 litri di cherosene l’ora, che equivalgono a circa mille chilogrammi di anidride carbonica emessi in atmosfera. Si tratta di un impatto significativo per un’attività non essenziale, che stona con la “bellezza naturale delle Dolomiti” decantata nella proposta pubblicata sul sito web dell’azienda». Stando ai calcoli dell’associazione, un giro e mezzo su questo jet sarebbe equiparabile al consumo elettrico di una casa per un anno. Inoltre, non bisogna dimenticare che dal 2009 le Dolomiti sono entrate a far parte della lista dei patrimoni Unesco, riconosciute per la loro straordinaria bellezza naturale e per il valore culturale. «Sorvolare queste montagne con jet rumorosi e inquinanti significa non solo deturpare un ambiente fragile, ma anche compromettere l’esperienza di chi cerca in quei luoghi pace, silenzio e un contatto autentico con la natura. Questo tipo di turismo elitario — osservano dal Wwf — è in netto contrasto con i principi di sostenibilità e rispetto che dovrebbero guidare lo sviluppo del settore turistico».




















































Il fantasma del Cermis

Agli ambientalisti non è sfuggita nemmeno la promessa — riportata sul sito della Helijoy — di aggiungere al volo sulle Dolomiti una serie di acrobazie, «come loop, manovre Immelmann, voli a bassa quota ad alta velocità e spettacolari tuffi verticali». Frasi che per il Wwf riportano alla memoria vicende tragiche legate al recente passato. Il riferimento è all’incidente del Cermis: il 3 febbraio 1998, un aereo militare statunitense tranciò i cavi della funivia uccidendo venti persone. «È fondamentale tutelare il nostro patrimonio naturale e culturale, promuovendo un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente e dei valori umani», concludono dal Wwf.

«Turismo di massa in un sito Unesco»

Dal canto suo, il presidente di Mountain Wilderness, Luigi Casanova, parla di una situazione «sfuggita consapevolmente di mano» e accusa la Fondazione Dolomiti Unesco di non fare abbastanza per difendere questo patrimonio. «Nonostante sia parte del consiglio d’amministrazione, l’assessora Giulia Zanotelli, e Mario Tonina prima di lei, ha mantenuto un colpevole silenzio su tutte le questioni ambientali che riguardano le Dolomiti. I politici hanno chiuso gli occhi di fronte allo scempio che si sta facendo contro queste montagne». Secondo Casanova, le pubbliche amministrazioni hanno favorito l’urbanizzazione delle Dolomiti, senza fare nulla per combattere il turismo di massa che, con sempre maggior vigore, prende d’assalto il sito Unesco.

Il pilota: «Nessun accordo con la società»

Nel frattempo, però, si apprende che il jet lascerà presto l’aeroporto Caproni di Mattarello. «Si tratta di una decisione presa da tempo — precisa il pilota responsabile del velivolo — con la Helijoy non è stato sottoscritto alcun accordo commerciale. Pertanto, è stato ordinato alla società di rimuovere immediatamente qualsiasi riferimento ai voli turistici, che comunque non sono mai stati effettuati». Una circostanza già confermata da Salomon Berhane, socio fondatore della Helijoy, che aveva sottolineato come l’Albatros fosse di proprietà di un privato. A quanto pare, almeno per ora, i turisti «paperoni» dovranno continuare ad apprezzare le Dolomiti da una prospettiva meno elevata.

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