“Dalle liste d’attesa emerge che non c’è posto nel pubblico e il giorno dopo lo si trova nel privato”

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Prima la promessa di un rapido tavolo tecnico in risposta alla rabbia dei circa mille pescatori delle lagune. Quindi, la stizza per le mosse della Glencore, multinazionale operante nel Sulcis che ha chiuso in anticipo la linea zinco: “Un fatto gravissimo. Mancano di rispetto a Governo, sindacati, Giunta regionale e lavoratori. Intollerabile, reagiremo”. Un Natale sull’autoscontro, quello di Alessandra Todde. L’isola soffre, le aspettative dei sardi sono elevate, la voglia di cambiare passo e di vedere la messa a terra di denari e scelte, pure. La governatrice freme. Chiede ai suoi celerità, attenzione, concretezza.

“Pensate che un cittadino sia più preoccupato di due mesi di esercizio provvisorio o da liste d’attesa, code in ospedale, carenza di personale sanitario?”. Idee, intenzioni e visione non mancano. Ma, dopo otto mesi di governo, manca all’appello la zampata da ultimo miglio. Alessandra Todde marca il territorio, ascolta tutte e tutti, gira la Sardegna, vede e incontra operai, cassintegrati, imprenditori, sindaci e volontari del sociale. Ma non basta. I macrotemi incombono. “Sulla sanità chiedo un atto di forte responsabilità alla mia maggioranza”. La presidente della Giunta traccia un bilancio di fine anno. I circa duecento tra dirigenti e funzionari dell’amministrazione regionale applaudono. Gli auguri per le festività giungono assieme ai paletti di una strategia utile a marciare con modi concreti e tempi precisi. Scansata la mina dell’opposizione che ha chiesto le dimissioni dell’assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, la governatrice riannoda i fili.

“Il Campo largo? In Sardegna c’è stata la prima vittoria in Italia, il fronte progressista è l’unica alternativa alla destra. La costruzione delle alleanze è basata sulla condivisione delle idee e non sull’opportunismo. Solo così si ottiene la fiducia degli elettori. Mi fa sorridere che si dibatta più sulle poche cose che ci dividono e non sull’insieme che ci unisce”. Un cammino impervio. Dal successo elettorale di febbraio a una realtà feroce. Ma la già viceministro e vicepresidente del M5s, nuorese, manager, 55 anni, non desiste. “Mi sento forte perché ho una maggioranza forte. Non ci sono rapporti ancillari o cespuglietti. Base, statuto, carta dei principi e dei valori del Movimento dicono da che parte stiamo. Il nostro rapporto con il Pd e le altre forze si sta evolvendo. Non servono cartelli elettorali per sapere che genere di Paese vogliamo. Il confronto con la coalizione che ha vinto le regionali porta a una sintesi operativa che ha a cuore il bene dei sardi”.

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Dalla sede presidenziale di viale Trento a Palazzo Chigi il passo è breve. “Sull’autonomia differenziata il Governo si fermi. Siamo soddisfatti per l’ordinanza dalla Cassazione che conferma che il referendum si può fare. Ora aspettiamo la pronuncia della Corte Costituzionale. La Sardegna combatte per difendere la sua specialità e per opporsi a una legge iniqua che spacca il Paese e aumenta le disuguaglianze. Vogliamo avere l’opportunità di diventare locomotiva d’Italia” rilancia la Todde. Il sunto è ad ampio respiro. Da un recente convegno sui quarant’anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer e dalla presenza a Cagliari della premier Giorgia Meloni, sono giunte risposte nitide.

“L’accordo firmato è storico. Arrivano 3,3 miliardi di euro per acqua, case, strade, sanità e scuole. Soldi che ci spettavano per priorità e temi che ci stanno a cuore. Giorgia Meloni? Sul piano personale il rapporto con la premier è corretto. Su quello istituzionale la mia unica priorità è difendere i sardi e la Sardegna. Sul piano politico siamo agli antipodi: le nostre visioni di Paese sono opposte”. Inevitabile un passaggio sul rischio scissione e la questione Grillo vs Conte. “È emersa la volontà di continuare l’attività politica come forza progressista e innovatrice. Sono orgogliosa della mia comunità politica, anche qui ne usciamo rafforzati. Il gruppo è forte e coeso, la classe dirigente nuova, giovane, entusiasta. Ripeto, il M5s non è subalterno a nessuno”. Dichiarazioni nette.

Intanto, da Cagliari a Olbia si fanno i conti con una sanità indegna di un paese industrializzato. “Le persone hanno problemi su cure e accesso alle visite specialistiche. Dobbiamo affrontare di petto prevenzione, salute mentale e riabilitazione. E dico basta ai percorsi discrezionali. Inoltre, penso al mondo dell’emergenza-urgenza e a investire sui bambini con eccellenze come gli ospedali Microcitemico e Brotzu”. Le risposte? “Stiamo correndo, vogliamo ridare dignità al settore con strutture specializzate, valorizzando i medici, accordandoci con quelli di base e in pensione. E lavoriamo – spiega Alessandra Todde – su borse di studio, perequazione, stipendi, scorrimento graduatorie degli Oss. Ma voglio essere chiara: dalle liste d’attesa emerge che non c’è posto nel pubblico e il giorno dopo lo si trova nel privato. È inaccettabile”. Un pianeta da riattare. Sul quando, poche storie: “Ieri!” scandisce la Todde. I sardi aspettano.





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