Corsi online e sanatorie: i docenti di sostegno contro la riforma Valditara

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La prima contestazione del 2025 al ministero dell’Istruzione del leghista Giuseppe Valditara la hanno portata i docenti di sostegno. Il presidio indetto ieri mattina dal Comitato docenti di sostegno, insieme ai sindacati Flc Cgil, Uil scuola e Gilda insegnanti, davanti al dicastero di viale Trastevere aveva nel mirino la decisione del governo di avviare corsi di specializzazione per insegnanti di sostegno attraverso l’istituto Indire, l’ente preposto alla ricerca educativa del ministero, che sarebbero dovuti partire a gennaio 2025. Un altro presidio c’è stato anche a Palermo, davanti la sede dell’Ufficio scolastico regionale. La scelta del governo rischia di squalificare la formazione degli insegnanti, ledendo così al diritto allo studio degli alunni con disabilità, ma anche di aggravare ulteriormente la condizione di precarietà, già strutturale, della categoria.

TUTTO NASCE da un provvedimento adottato quest’estate. A luglio il parlamento ha approvato con voto di fiducia un decreto omnibus varato dal governo il 31 maggio, che conteneva in modo diffuso norme sullo sport, le Olimpiadi a Cortina e anche misure urgenti su scuola e università. In particolare, Valditara intendeva rispondere alla carenza di insegnanti di sostegno in alcune zone del paese, le province del centro-nord soprattutto, introducendo nuovi corsi di specializzazione. Attualmente l’abilitazione viene riconosciuta dopo aver concluso un Tfa (Tirocinio formativo attivo), un corso di 60 cfu dalla durata di nove mesi, erogato dagli atenei obbligatoriamente in presenza, comprendente tre prove tra cui una preselettiva per l’accesso e un tirocinio di 300 ore a scuola. Le nuove abilitazioni invece saranno articolate in 30 cfu, erogati interamente online e non prevedono alcun test d’accesso né tirocini in presenza. Sono destinati a docenti privi di abilitazione che hanno prestato servizio per almeno tre anni negli ultimi cinque, i cosiddetti «triennalisti», e a quanti hanno conseguito una specializzazione all’estero in attesa di essere riconosciuta, previo il decadimento di qualsiasi contenzioso con il ministero. Titoli di dubbia provenienza, la cui qualità non è certificata in alcun modo e che stridono con la meritocrazia sbandierata dal ministro.

NEI FATTI UNA SANATORIA, che complica ulteriormente la posizione precaria di quanti hanno svolto un Tfa e che potrebbe essere un’ulteriore strada per fare largo all’ingresso delle università telematiche care all’esecutivo nel mondo della formazione. Come se non bastasse nel decreto era presente un’ulteriore norma che potrebbe precarizzare ancor di più gli insegnanti: a partire dal prossimo anno scolastico sarà il dirigente scolastico assieme ai genitori a confermare il docente di sostegno, a detta di Valditara per garantire la continuità. Un provvedimento che sembra avvicinare la figura però più a un libero professionista tenuto a trovare il proprio cliente che a un dipendente pubblico, peraltro in un settore cruciale come la scuola, cui vengono garantiti diritti e tutele.

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IERI sono arrivati in centinaia da tutta Italia sotto il ministero. Mentre una delegazione saliva al ministero i manifestanti hanno esibito tutte le criticità del provvedimento: «polli da spennare» si sono definiti, riferendosi ai costi elevati dei corsi. «Abbiamo investito in formazione, e ora saremo più bassi in graduatoria di chi ha comprato corsi e corsetti. La scuola ha bisogno di competenze, non di raccolte punti. L’unico merito che sembra conoscere questo governo è il merito del portafoglio» ha detto una docente, riferendosi ai nuovi corsi Indire come il «fast food delle specializzazioni». A difendere le posizioni del governo ci ha provato Mario Pittoni, ex senatore leghista e responsabile istruzione del suo partito. Una difesa blanda, incentrata sulla necessità di velocizzare l’accesso all’insegnamento e tagliare gli oneri economici.

LA SOLUZIONE prospettata però dai docenti precari è un’altra, ovvero attuare una pianificazione territoriale che redistribuisca le cattedre colmando i vuoti di alcuni territori attingendo anche agli esuberi che ci sono altrove, soprattutto al sud. Al termine del presidio la delegazione ricevuta dal ministero ha riportato che i corsi Indire non partiranno immediatamente, dal momento che i decreti attuativi devono essere concertati anche con il ministero dell’Università e quello dalla Famiglia e disabilità; forse se ne parlerà in primavera. La battaglia, quindi, è tutt’altro che chiusa, e nuove mobilitazioni sono previste davanti gli uffici di Validtara.



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