Saldi invernali al via, tante occasioni ma attenzione alle nuove insidie

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Prendono via sabato 4 gennaio i saldi invernali in Emilia-Romagna. Avranno una durata massima di 60 giorni, con scadenza al 3 marzo 2025. Confermate le indicazioni degli scorsi anni: resta il divieto di vendite promozionali nei 30 giorni precedenti per quanto riguarda capi di abbigliamento, accessori, calzature, biancheria intima, pelletteria, tessuti per abbigliamento e arredamento. Inoltre, la merce oggetto di vendita dovrà essere disposta in maniera inequivocabilmente distinta e separata da quella eventualmente in vendita nelle condizioni ordinarie.

L’appello della Regione, anche nel periodo dei saldi, è quello di sostenere il commercio nelle città e nelle frazioni. “E’ un momento importantissimo per il tessuto commerciale delle nostre comunità – sottolinea l’assessora regionale al Commercio, Roberta Frisoni – e sostenere negozi e botteghe, a partire da quelle nei centri storici dei borghi e dei paesi più piccoli, significa rendere più vitali le nostre città e più forte il nostro tessuto sociale, aiutando in maniera concreta a conservarne l’identità e lo spirito più autentico. Il nostro impegno per riqualificare la rete commerciale dell’Emilia-Romagna non mancherà nemmeno in questa legislatura, con l’entrata a pieno regime della nuova legge regionale per lo sviluppo della rete commerciale e dei servizi, approvata a fine 2023”. Nello scorso mandato, la Regione ha stanziato oltre 15 milioni di euro tra investimenti e promozione della rete commerciale emiliano-romagnola. Grazie alla nuova legge regionale, inoltre, sono stati introdotti nuovi strumenti innovativi che hanno permesso l’apertura di due nuovi bandi per i pubblici esercizi con 600 domande presentate e un finanziamento previsto di 15,8 milioni di euro nell’ambito del Pr-Fesr 2021-2027.

Secondo le stime dell’ufficio studi nazionale di Confcommercio la spesa prevista per i saldi sarà intorno a 138 euro a persona (307 se consideriamo complessivamente il nucleo familiare) per un volume d’affari complessivo ipotizzato di 4,9 miliardi e coinvolgendo qualcosa come 16,9 milioni di famiglie italiane.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

“Oggi ragionare in termini di saldi  – commenta Marco Amelio, presidente provinciale di Confcommercio Ferrara e vicepresidente regionale della stessa Confederazione – significa ragionare in termini più generale di commercio di vicinato, di opportunità per apprezzare e conoscere da vicino le tante opportunità dei negozi e delle attività di prossimità presenti nel capoluogo ed in tutto il territorio provinciale. E’ davvero fondamentale supportare – con tutti gli strumenti economici, legislativi ed urbanistici – il commercio di vicinato perchè esso stesso è un elemento di accoglienza, identità delle nostre località. Il commercio è vita”.

“Saranno saldi caratterizzati da alta qualità, da una vasta scelta di capi alla moda uniti ad una grande convenienza – commenta il presidente provinciale di Federazione Moda Ferrara, Giulio Felloni e sottolineo tre elementi – in primis mi auguro che i saldi possano davvero valorizzare l’economia dei  negozi di vicinato, in secondo luogo che gli acquisti avvengano scegliendo filiere certificate e sostenibili dal punto di vista ambientale.  In terzo luogo auspico ” chiosa Felloni che ricopre anche il ruolo di presidente nazionale della stessa Federazione – che si scelgano prodotti la cui realizzazione sia stata rispettosa delle condizioni nei luoghi di lavoro”.

In vista dei saldi invernali, come ogni anno giungono le raccomandazioni ai consumatori di prestare la massima attenzione alle varie insidie che possono nascondersi nelle promozioni, affinché un’opportunità non si trasformi in fregatura. Confconsumatori richiama l’attenzione su tre possibili casistiche.

L’INDICAZIONE DEL PREZZO SCONTATO – La riduzione di prezzo annunciata in una pubblicità dev’essere calcolata sulla base del prezzo più basso degli ultimi 30 giorni. Esistono promozioni di vario tipo che presentano riduzioni di prezzo o “prezzi sensazionali”, ma spesso la riduzione di prezzo pubblicizzata è sulla base del prezzo immediatamente precedente all’offerta: in questo modo viene indotto in errore il consumatore, aumentando il prezzo praticato prima di annunciare una riduzione di prezzo ed esponendo così false riduzioni di prezzo. A tal proposito la Corte di giustizia Ue con una recente sentenza ha stabilito che una riduzione di prezzo, annunciata da un’azienda sotto forma di una percentuale o di una dicitura pubblicitaria diretta a sottolineare il carattere vantaggioso di un’offerta di prezzo, deve essere determinata sulla base del prezzo più basso applicato nel corso di un periodo non inferiore a 30 giorni prima dell’applicazione della riduzione di prezzo.

GLI ACQUISTI ONLINE TRAMITE PIATTAFORME – Occorre prestare attenzione al prezzo effettivo dei prodotti commercializzati online. In passato, infatti, è accaduto che siano state diffuse informazioni ingannevoli in merito ai reali costi delle transazioni commerciali veicolando, attraverso una pluralità di mezzi pubblicitari, claim enfaticamente incentrati sulla gratuità delle operazioni di compravendita e sull’assenza di commissioni. Le società hanno omesso di indicare in modo chiaro e trasparente, fin dal momento dell’iniziale “aggancio pubblicitario”, l’esistenza a carico dei consumatori di costi ulteriori rispetto al prezzo di acquisto del prodotto, legati all’applicazione di commissioni: ad esempio per la protezione degli acquisti o per le spese di spedizione. Si tratta di pratiche commerciali scorrette ai sensi del Codice del consumo, in quanto idonee a ingannare i consumatori sulle modalità e sui costi delle operazioni di compravendita eseguibili sulle piattaforme e dunque a indurli ad assumere una decisione circa l’acquisto di un prodotto sul sito che altrimenti non avrebbero preso. E se tali prassi si sono verificate nel passato è bene sapere anche che le società che le hanno messe in atto sono state sanzionate dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

BUY NOW, PAY LATER: “ACQUISTA ORA, PAGA DOPO” – In questi giorni stiamo assistendo ad un vero e proprio bombardamento pubblicitario su tale modalità di pagamento. Si tratta di un finanziamento a breve termine di importo contenuto, con valutazione della richiesta di credito spesso in modo istantaneo, con il quale il consumatore fraziona il pagamento di un acquisto in un numero variabile di rate senza interessi. Le spese riguardano soprattutto beni voluttuari e, pur attraendo maggiormente i giovani, cominciano a coinvolgere tutte le fasce d’età. L’aumento della digitalizzazione dell’e-commerce ha favorito la forte crescita del “Buy now, pay later” i cui importi, secondo i dati diffusi da un recente report di Crif, la Centrale rischi di intermediazioni finanziarie, nel secondo trimestre del 2024 sono cresciuti del 133% rispetto al primo trimestre 2022. E più della metà degli utilizzatori ha sottoscritto almeno 2 contratti, mentre il 16% ne ha sottoscritti 5 o più. Occorre prestare la massima attenzione ai contratti in quanto, anche se senza interessi, possono essere previste commissioni per le modalità di pagamento o in caso di ritardo nei pagamenti. Da quest’ultimo punto di vista potrebbero essere previste anche penali e interessi di mora non irrisori. I consumatori devono prestare la massima attenzione perché, come ha scritto la Banca d’Italia in un report del 2022, «potrebbero favorire acquisti impulsivi ed eccessivi rispetto alle capacità di spesa degli acquirenti, determinando per gli utilizzatori l’accumulo inconsapevole di una quantità di debito complessivo non sostenibile». Insomma, il rischio di sovraindebitamento è dietro l’angolo.

Altre raccomandazioni arrivano da Confcommercio e Federazione Moda Italia, che hanno stilato una sorta di decalogo, qui sotto riportato.

1.⁠ ⁠Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (Art. 129 e ss. D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato (art. 135 bis del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo). Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Per gli acquisti online i cambi o la rescissione del contratto sono sempre consentiti entro 14 giorni dalla ricezione del prodotto indipendentemente dalla presenza di difetti, fatta eccezione per i prodotti su misura o personalizzati (artt. 52 e ss. del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo).

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2.⁠ ⁠Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.

3.⁠ ⁠Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.

4.⁠ ⁠Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.

5.⁠ ⁠Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e, generalmente, il prezzo finale. In tutto il periodo dei saldi il prezzo iniziale sarà il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni antecedenti l’inizio dei saldi.

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