L’Italia è uno dei paesi maggiormente interessati al gas americano: “Al presidente elettro Donald Trump che chiede un aumento delle spese militari e minaccia dazi sull’export dei Paesi europei, l’Italia potrebbe rispondere mettendo sul piatto una richiesta ulteriore di Gnl americano per compensare la quota residuale che fino a qualche giorno fa poteva arrivare dal Mosca via Ucraina”
Le esportazioni di gas russo attraverso i gasdotti che attraversano l’Ucraina sono finalmente terminate il giorno di Capodanno, segnando la fine di un’era di dominio di Mosca sui mercati energetici europei. L’azienda russa Gazprom ha dichiarato di aver interrotto la fornitura di gas alle 5 (GMT) di mercoledì, dopo che l’Ucraina si era rifiutato di rinnovare l’accordo di transito.
CON STOP GAS, PER L’UCRAINA PERDITE PER 1 MLD DI DOLLARI, LA RUSSIA A QUOTA 5 MLD
Se da un lato l’Ucraina perderà fino a 1 miliardo di dollari all’anno in tasse di transito dalla Russia – che spera di compensare quadruplicando le tariffe di trasporto del gas per i consumatori – Gazprom perderà quasi 5 miliardi di dollari in vendite di gas. Il gas ucraino rappresenta infatti il 5% delle importazioni totali di gas dell’Ue.
PER ORA NESSUNA FIAMMATA DEI PREZZI DEL GAS IN EUROPA
Tuttavia, a differenza di quanto accaduto nel 2022, i prezzi del gas naturale non hanno subito un forte impatto dal taglio, grazie al successo dell’Europa nel trovare forniture alternative. Al momento le quotazioni sono poco sopra i 49 euro al MWh, in linea con i valori dei giorni scorsi che hanno toccato i 51 euro, il massimo da ottobre 2023, prima di scendere a 50 euro con la fine dell’accordo Russia-Ucraina di tre giorni fa.
I PAESI EUROPEI IN DIFFICOLTA’ SI SONO ORGANIZZATI
Gli esperti di energia avevano avvertito che Austria, Ungheria e Slovacchia sarebbero state le più colpite dall’interruzione delle importazioni. Fortunatamente, la Slovacchia si è già assicurata forniture alternative: la compagnia petrolifera statale dell’Azerbaigian, SOCAR, ha iniziato a fornire gas naturale alla Slovenský plynárenský priemysel (SPP), il più grande operatore energetico statale del Paese. SPP si è impegnata a rifornire i propri clienti principalmente attraverso i gasdotti provenienti dalla Germania e dall’Ungheria, anche se con costi di transito aggiuntivi.
Ma la situazione, dal punto di vista dei prezzi, potrebbe precipitare nelle prossime settimane: con le scorte che si stanno esaurendo al ritmo più veloce dal 2021, le temperature sotto lo zero in alcune parti d’Europa e la domanda di riscaldamento in aumento, una fiammata verso l’alto è in agguato.
STOCCAGGI EUROPEI SOPRA IL 71%, ITALIA AL 78%
Al momento l’Europa è al 71,8% delle riserve secondo i dati di Gas Infrastructure Europe (Gie), un buon valore a questo punto dell’anno. L’Italia è addirittura sopra la media europea con il 78,41% e la Germania è al 79,4%.
D’altra parte, i futures sul gas naturale statunitense sono scesi del 5,7% a 3,71 dollari/MMBtu dopo un’impennata ai massimi di due anni. I prezzi del gas statunitense hanno registrato il maggior guadagno annuale dal 2016, grazie all’aumento delle esportazioni per soddisfare la domanda di GNL all’estero e alle aspettative di un maggiore consumo durante l’inverno.
STATI UNITI VERI VINCITORI DELLA GUERRA DEL GAS GRAZIE AL GNL
In questo quadro, è probabile che gli Stati Uniti possano uscire fuori come i veri vincitori della fine delle forniture di gas russe in Europa: da qualche anno sono la Norvegia e gli Stati Uniti ad aver sostituito la Russia come principale fornitore di gas in Europa: lo scorso anno, la Norvegia ha fornito 87,8 miliardi di metri cubi di gas all’Europa, pari al 30,3% delle importazioni totali, mentre gli Stati Uniti hanno fornito 56,2 miliardi di metri cubi, pari al 19,4% del totale. Gli Usa sono dunque il principale fornitore di GNL all’Europa e l’anno scorso hanno rappresentato quasi la metà delle importazioni totali di gas liquefatto del continente, segnando il terzo anno consecutivo in cui gli Stati Uniti hanno fornito più GNL all’Europa di qualsiasi altro Paese.
FORNITURE USA ALL’UE IN CRESCENDO
L’aspetto interessante è la rapidità con cui ciò è avvenuto: gli Stati Uniti hanno fornito il 27%, ovvero 2,4 miliardi di piedi cubi al giorno (Bcf/d), delle importazioni totali di GNL in Europa nel 2021; il 44% (6,5 Bcf/d) nel 2022 e il 48% (7,1 Bcf/d) nel 2023. Ovviamente, la guerra della Russia in Ucraina ha giocato un ruolo importante nel far crescere l’appetito dell’Europa per il gas statunitense. Nel frattempo, la capacità dell’Europa di accettare GNL sta aumentando. La capacità di importazione, o di rigassificazione, di GNL in Europa è destinata a crescere fino a 29,3 Bcf/d nel 2024, con un aumento del 33% rispetto al 2021. Attualmente, la Germania sta aggiungendo la maggiore capacità di rigassificazione di GNL in Europa, con gli sviluppatori del Paese che hanno aggiunto 1,8 Bcf/d nel 2023 e sono sulla buona strada per aggiungere altri 1,6 Bcf/d nel 2024.
USA PRIMO PAESE AL MONDO PER EXPORT GAS LIQUEFATTO
Su scala globale, gli Stati Uniti hanno spedito la cifra record di 56,9 milioni di tonnellate di GNL nei primi otto mesi del 2024, superando i 54,3 milioni di tonnellate dell’Australia e i 53,7 milioni di tonnellate del Qatar nello stesso periodo. Questo segna il secondo anno consecutivo in cui gli esportatori statunitensi sono in cima alla classifica delle esportazioni globali.
L’AIUTO DELLE RINNOVABILI
È interessante notare che l’Europa ha acquistato molto meno GNL dagli Stati Uniti nell’anno in corso, con un calo delle spedizioni da gennaio ad agosto del 22% su base annua. Il rallentamento è stato in gran parte innescato da un forte aumento della produzione di energia elettrica europea da fonti rinnovabili, che rimangono una priorità per le aziende elettriche europee. La quota di energia solare ed eolica nella produzione di elettricità in Europa è passata da circa il 16,4% nel 2022 al 20,5% nel 2024, mentre la quota di generazione da combustibili fossili è scesa da circa il 44,6% nel 2022 al 36,6% quest’anno. Come ci si potrebbe aspettare, l’energia a carbone è stata la più colpita nel mix energetico europeo, sebbene anche la quota di generazione a gas naturale sia diminuita, passando dal 26% circa del 2022 al 22% di quest’anno. Ma con l’Europa che riceve ancora meno gas russo, ci aspettiamo che le esportazioni di GNL statunitense verso la regione aumentino di nuovo.
ITALIA UNO DEI PAESI PIU’ INTERESSATI AL GNL AMERICANO
L’Italia è uno dei paesi maggiormente interessati al gas americano: “Al presidente elettro Donald Trump che chiede un aumento delle spese militari e minaccia dazi sull’export dei Paesi europei, l’Italia potrebbe rispondere mettendo sul piatto una richiesta ulteriore di Gnl americano per compensare la quota residuale che fino a qualche giorno fa poteva arrivare dal Mosca via Ucraina”, si legge in un retroscena su La Stampa di questa mattina. “Una fonte spiega a questo giornale che il governo sta valutando di incrementare l’acquisto di Gnl dall’estero con contratti spot di breve durata soprattutto da Stati Uniti, Algeria, e probabilmente Libia”.
QUANTO GAS HA PERSO L’ITALIA CON LO STOP AL GAS RUSSO
Sempre il quotidiano torinese ha fatto i conti: “Dallo snodo del Tarvisio a dicembre sono arrivati 526 milioni di metri cubi di gas russi, mentre il fabbisogno annuale italiano ammonta a 61 miliardi di metri cubi. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ha scritto (…) che nel 2025 dovremo fare a meno di 5 miliardi di metri cubi di gas russo che transitava dall’Ucraina”.
IL RIGASSIFICATORE DI RAVENNA
Proprio per rafforzare le capacità di liquefazione del gas naturale, è arrivata in Italia la nave BW Singapore, la FSRU (Floating Storage and Regasification Unit) che entrerà in esercizio a Ravenna a primavera. L’unità galleggiante, proveniente dai cantieri di Dubai, ha raggiunto il cantiere navale Fincantieri di Palermo, tra i più importanti del Mediterraneo, dove si fermerà per poco più di un mese per operazioni di rifinitura tecnica, nello specifico per lavori meccanici, strumentali ed elettrici e lavori di messa a punto di alcune apparecchiature. Con l’entrata in funzione della BW Singapore la capacità complessiva di rigassificazione italiana salirà a 28 miliardi di metri cubi, equivalente ai volumi importati via gasdotto dalla Russia nel 2021, prima del conflitto russo-ucraino. Il gas naturale liquefatto (GNL) è sempre più strategico per la sicurezza e la diversificazione delle forniture energetiche italiane, rappresentando attualmente circa il 25% del consumo totale di gas del Paese. Oltre a Ravenna, Snam detiene partecipazioni significative in tutti i terminali regolati di rigassificazione del GNL operanti in Italia, tra cui il terminale Panigaglia (La Spezia), operativo dal 1971, il terminale Adriatic LNG (Rovigo), in esercizio dal 2009, il terminale OLT FSRU Toscana (Livorno), attivo dal 2013 e la FSRU Italis LNG (Piombino), operativa da luglio 2023.
UN FUTURO BRILLANTE PER GLI USA
Insomma, le prospettive a lungo termine del gas naturale statunitense sono altrettanto brillanti. Secondo Morgan Stanley, il mercato del gas naturale statunitense è pronto a entrare in un nuovo ciclo di crescita della domanda grazie all’aumento delle esportazioni di GNL e all’incremento della domanda di elettricità. Negli ultimi anni, decine di opinionisti ed esperti del settore hanno previsto che la quarta rivoluzione industriale in corso porterà a una crescita senza precedenti della domanda di elettricità negli Stati Uniti e nel mondo. L’anno scorso, la società di consulenza del settore energetico Grid Strategies ha pubblicato un rapporto intitolato “The Era of Flat Power Demand is Over” (L’era della domanda piatta di energia elettrica è finita), in cui si evidenziava che i pianificatori di rete degli Stati Uniti – utility e operatori regionali di trasmissione (RTO) – avevano quasi raddoppiato le proiezioni di crescita nelle loro previsioni quinquennali sulla domanda. Per la prima volta da decenni, si prevede che la domanda di elettricità negli Stati Uniti crescerà del 15% nel prossimo decennio, grazie al boom dell’intelligenza artificiale (AI), della produzione di energia pulita e delle criptovalute.
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