La Eagle S è sospettata di aver danneggiato il cavo elettrico Estlink-2 che passa sotto il Mar Baltico tra la Finlandia e l’Estonia, trascinando l’ancora sul fondale il giorno di Natale. È alta la tensione al confine con la Russia
La polizia finlandese ha arrestato alcuni membri dell’equipaggio della petroliera Eagle S, legata alla Russia, sospettata di aver danneggiato un cavo elettrico sotto il Mar Baltico. L’equipaggio dell’imbarcazione è composto da 24 persone e la polizia finlandese ha imposto restrizioni di movimento a otto di loro.
“Durante gli interrogatori e le indagini, la polizia ha cercato di scoprire chi fosse coinvolto nell’incidente e chi fosse responsabile della rotta della nave durante l’incidente. Di conseguenza, la libertà di movimento di otto persone è attualmente limitata sulla base del sospetto di un crimine”, ha dichiarato il sovrintendente Elina Katajamäki del National Bureau of Investigation. “Tuttavia, questo numero potrebbe cambiare man mano che le udienze proseguono e le circostanze diventano chiare”, ha aggiunto.
Si sospetta che la Eagle S abbia danneggiato il cavo elettrico Estlink-2, che passa sotto il Mar Baltico tra Finlandia ed Estonia, trascinando l’ancora sul fondale.
Interruzione di energia elettrica il giorno di Natale
Il cavo, che porta l’elettricità dalla Finlandia all’Estonia sotto il Mar Baltico, è andato in tilt il giorno di Natale, ma l’impatto sui servizi è stato minimo, come ha riferito l’operatore della rete elettrica finlandese, Fingrid.
Ildipartimento di polizia di Helsinki ha abbordato e sequestrato la Eagle S e l’ha trasferita nel porto di Porvoo il giorno seguente per condurre un’indagine.
Cos’è la flotta ombra russa di petroliere nei mari europei
La Eagle S batte bandiera delle Isole Cook, ma è stata descritta dai funzionari doganali finlandesi e dell’Ue come parte della flotta ombra russa di petroliere che trasportano petrolio e gas in barba alle sanzioni internazionali imposte per la guerra in Ucraina.
Le navi obsolete, spesso di proprietà oscura, operano abitualmente senza assicurazioni regolamentate dall’Occidente. L’uso di queste navi da parte della Russia ha sollevato preoccupazioni ambientali per gli incidenti, data la loro età e l’incertezza della copertura assicurativa.
La Nato rafforza i controlli al confine con la Russia
Alla fine di dicembre, il capo della Nato Mark Rutte ha dichiarato di aver parlato con il presidente finlandese Alexander Stubb e di aver concordato che “la Nato rafforzerà la sua presenza militare nel Mar Baltico”.
La Finlandia, che condivide un confine di 1.340 chilometri con la Russia, ha abbandonato la sua decennale politica di neutralità militare ed è entrata a far parte della Nato nel 2023 in risposta all’invasione dell’Ucraina.
Nell’ottobre 2023, in risposta a incidenti simili, la Nato e i suoi alleati hanno dispiegato un maggior numero di aerei di pattugliamento marittimo, aerei radar a lunga distanza e droni per voli di sorveglianza e ricognizione, mentre una flotta di cacciamine è stata inviata nella regione.
Dopo una riunione ad alto livello sull’incidente, Stubb ha scritto su X che “la situazione è sotto controllo. Non abbiamo motivo di preoccuparci”, aggiungendo che le indagini continuano. Il presidente ha anche detto che la Finlandia e l’Estonia hanno richiesto un aiuto supplementare della Nato.
Perché si parla di sospetto sabotaggio
I Paesi della regione sono in stato di allerta a seguito di una serie di incidenti che hanno coinvolto cavi sottomarini e gasdotti nel Mar Baltico a partire dal 2022.
Due cavi dati, uno tra Finlandia e Germania e l’altro tra Lituania e Svezia, sono stati interrotti a novembre.
Il ministro della Difesa tedesco ha dichiarato che le autorità devono presumere che l’incidente sia stato un “sabotaggio”, ma non ha fornito prove né ha detto chi potrebbe essere il responsabile.
I gasdotti Nord Stream, che un tempo portavano il gas naturale dalla Russia alla Germania, sono stati danneggiati da esplosioni sottomarine nel settembre 2022. Le autorità hanno dichiarato che la causa è un sabotaggio e hanno avviato indagini penali. La Nato aveva già potenziato i pattugliamenti in prossimità delle infrastrutture sottomarine dopo il danneggiamento del gasdotto Nord Stream.
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