vino rosso ancora giù all’estero, si importano bollicine e birra 

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Sebbene la spirale inflattiva nel 2023 si sia assottigliata, i prezzi dei mezzi di produzione si sono ridotti solo del 2,5 per cento rispetto all’anno precedente. In particolare, a diminuire sono stati soprattutto quei prodotti che avevano fatto registrare aumenti significativi nei due anni precedenti, come fertilizzanti, mangimi ed energia e lubrificanti. Ciò nonostante, i livelli dei prezzi degli input sono appunto rimasti elevati. Questo quanto emerge dai dati sull’agroalimentare elaborati dall’ Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana (Irpet). 

Commercio estero 

Nel 2023 il commercio estero della Toscana è cresciuto solo per alcune specializzazioni produttive, ma in generale si è osservata una flessione delle vendite. Bene farmaceutici, nautica e camperistica ma sul sistema pesano la crisi nel settore della moda, carta e chimica. 

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Per quanto riguarda il comparto agroalimentare toscano – comprensivo del settore agricolo e dell’industria alimentare e delle bevande – il valore dell’export è cresciuto del 4,7%, leggermente meno rispetto al resto d’Italia a causa della contrazione delle vendite di bevande, mentre l’import è aumentato del 7,3%. 

Le vendite all’estero di prodotti agricoli si sono mantenute in linea con il 2022 (458 milioni di euro), mentre l’import è cresciuto più che nel resto d’Italia (+4,2%). In crescita per il quarto anno di seguito l’export dei prodotti dell’industria alimentare (+12,5%), mentre in leggera flessione quello del comparto bevande (-3,4%), a fronte di una crescita significativa dell’import. 

Rispetto al 2022, il disavanzo del saldo commerciale agricolo è aumentato, attestandosi a -83,2M€, al lordo dell’export di piante (al netto -378,8M€). Si è ridotto, invece, il disavanzo dei prodotti industriali (-253,5M€) e l’avanzo delle bevande per la combinazione tra contrazione dell’export e aumento significativo dell’import. 

Export

A eccezione del primo trimestre, nel corso del 2023 le vendite all’estero di prodotti agricoli sono sempre state crescenti. Per quanto riguarda i prodotti alimentari, l’andamento è stato molto positivo in tutti i trimestri, con la parziale eccezione del secondo, durante il quale le vendite si sono mantenute stabili rispetto allo stesso trimestre del 2022. Infine, l’andamento del 2023 delle vendite all’estero delle bevande è stato condizionato prevalentemente dalla performance negativa dei trimestri centrali.

Dall’osservazione dell’andamento dei singoli comparti emerge, tuttavia, un quadro di luci e ombre per il commercio di prodotti agricoli. Nel 2023 sono andate bene le vendite all’estero di coltivazioni permanenti (+7,3%) e non permanenti (+23,2%), queste ultime ancora spinte da prezzi tendenzialmente elevati rispetto al periodo preinflattivo e malgrado un’offerta globale di cereali in linea con quella dell’anno precedente2. L’export di piante, invece, è rimasto sui livelli del 2022, quando si era ridotto di quasi il 10% rispetto all’anno precedente, interrompendo il trend positivo iniziato subito dopo il Covid. Si sono quasi dimezzate le vendite all’estero di animali vivi. Per il secondo anno di seguito, è aumentato l’export della pesca (+7,5%).

Per quanto riguarda i prodotti industriali, la performance positiva è stata trainata dalla crescita delle vendite all’estero di olio (+16,6%) e da quella di prodotti da forno e farinacei (+6,7%) e altri prodotti alimentari (+13,1%).

L’export dei prodotti lattiero caseari è diminuito rispetto al 2023 (-15,2%), malgrado l’annata positiva in termini sia di quantità prodotta sia di spinta dei prezzi.

Relativamente ai paesi di destinazione, nel 2023 si è rafforzata ulteriormente la centralità del mercato europeo per i prodotti agricoli, con un incremento dell’1% dell’export verso l’area euro, che da sola assorbe un terzo dell’export agricolo proveniente dalla Toscana, e del 13,2% verso gli altri paesi dell’UE27. In aumento anche le vendite verso le economie emergenti asiatiche, mentre in tutte le altre aree l’export si è ridotto. Da notare che la contrazione dell’export verso i BRIC è da attribuire quasi interamente al venir meno delle vendite di piante verso la Russia, in linea con la generale flessione legata all’instabilità politica dell’area.

Le vendite di prodotti industriali sono aumentate in una tutta l’area euro e negli altri paesi dell’UE 27 (13,2%) e sono rimaste stabili anche negli altri paesi europei non facenti parte del mercato unico. Tuttavia, si osserva una riduzione dell’export verso il Regno Unito del 7,2%. In aumento l’export sia verso i paesi OECD sia verso il mercato americano, con le vendite negli Stati Uniti in crescita del 22,7%, e tendenzialmente anche in tutte le altre aree, a eccezione, ancora una volta, dei BRIC per la riduzione delle importazioni russe (-97,8%) ma anche di quelle cinesi (-7,7%).

Infine, per quanto riguarda le vendite all’estero dei prodotti dell’industria delle bevande, quasi esclusivamente vino, nel 2023 si sono ridotte ovunque, a eccezione dei paesi europei, dove sono aumentate del 5,1% nell’area Euro, dell’11% negli altri paesi dell’UE27 e del 5,7 nei paesi europei non facenti parte del mercato unico, grazie, in quest’ultimo caso, alla ripresa degli scambi con il Regno Unito (+18,1%). La performance annuale è stata fortemente condizionata da una nuova flessione delle vendite verso gli Stati Uniti (-11,1%) e il Canada (-12%), dopo la ripresa dello scorso anno. In Toscana si può tradurre con un calo di vendite del vino rosso – tipico della regione – che va a seguire risultati non esaltanti dell’anno 2022 dove ci fu un sostegno grazie agli stoccaggi. 

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Le importazioni nel 2023 

 

Nel 2023 la Toscana ha importato prodotti agricoli per un valore di 541,5 milioni di euro, ovvero il 4,2% in più del 2022. L’aumento dell’import a livello annuale è dovuto prevalentemente all’incremento degli acquisti all’estero di piante (+71%) e animali vivi (+2,1%), mentre l’acquisto di cereali è rimasto stabile e quello di coltivazioni permanenti (in prevalenza olive) si è ridotto (- 12,5%). 

Gli acquisti dai paesi dall’UE27, che coprono il 70% dell’import agricolo, sono aumentati dell’11,4%. Si è interrotto, invece, il trend positivo delle importazioni dalla Cina (prevalentemente animali vivi), che tra il 2020 e il 2022 erano più che raddoppia te, arrivando a pesare oltre il 10% del totale regionale di import agricolo. Nonostante la riduzione di un terzo, gli acquisti dalla Cina restano comunque superiori rispetto ai livelli pre-Covid. 

Nel 2023 la Toscana ha importato prodotti alimentari per un valore di oltre 2 miliardi di Euro, ovvero il 7,6% in più del 2022, generando, come abbiamo già visto, un disavanzo del saldo commerciale. Anche in questo caso la maggior parte dell’aumento si è concentrato nel primo trimestre, mentre sul finire dell’anno si è osservato un calo degli acquisti rispetto allo stesso trimestre del 2022. L’incremento è dovuto soprattutto all’andamento positivo dell’import di oli e grassi vegetali (+17,3%), che pesa la metà del totale regionale di settore, mentre quello delle carni lavorate si è mantenuto stabile, a fronte di una riduzione dell’import di prodotti ittici lavorati (-11,7%). 

Anche nel caso dei prodotti industriali, sono aumentate le importazioni dall’UE27 (+5,3%), ma anche dai paesi dell’area del Mediterraneo (+17,9%) e asiatici (+12,1%), mentre si è ridotto l’import dalla Cina. 

Infine, per quanto riguarda le bevande, nel 2023 la Toscana ha importato prodotti per un valore di 54,3 M€, ovvero oltre un terzo in più rispetto all’anno precedente. L’85% delle bevande importate proviene dai paesi dell’UE27, da cui la Toscana acquista prevalentemente alcolici (vini fermentati e birra).  

Pur mantenendo un saldo commerciale  ampiamente favorevole nel comparto bevande, negli ultimi anni l’andamento degli acquisti all’estero della Toscana è sempre stato crescente: tra il 2019 e il 2023 l’import di bevande è cresciuto a un tasso medio annuo dell’11%. In Toscana si importano champagne francesi  e birre da Germania e Belgio. Si nota, tra export e import, un cambio strutturale nel consumo del vino e della clientela.

I primi due trimestri del 2024 

Nonostante nel 2023 il ciclo inflattivo sia rientrato e l’export toscano del comparto agroalimentare non sia andato male, l’annata agraria 2023 è stata particolarmente critica a causa della performance non positiva del comparto vitivinicolo, con ripercussioni sugli scambi con l’estero che andranno valutate nei prossimi mesi.  

Se si osservano le variazioni tendenziali dei primi due trimestri del 2024, in tutti e tre i comparti (prodotti agricoli, industriali e bevande) si sono registrati valori dell’export positivi. Per quanto riguarda l’agricoltura, la ripresa dell’export di piante ha trainato le vendite, soprattutto nel secondo trimestre (+7,7%), come anche la ripresa delle vendite di animali vivi. 

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Molto bene il comparto alimentare, il cui export è continuato a crescere anche nella prima parte del 2024, grazie all’incremento delle vendite di olio, soprattutto in termini di valore dati i prezzi particolarmente elevati: dalla metà del 2023, infatti, l’andamento del prezzo dell’olio è sempre stato crescente, una tendenza che è proseguita anche nella prima parte del 2024, con picchi fino al 30%. Infine, in continuità con l’ultimo trimestre del 2023, anche nel primo semestre 2024 si osserva un aumento delle vendite di bevande.



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