Salvini al Viminale, anche il leghista Fedriga è scettico: “Piantedosi sta facendo un ottimo lavoro, con lui il ministero è in buone mani”

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Lui, Matteo Salvini, continua ad accarezzare il sogno proibito. Ma persino dal suo partito si esprime freddezza all’ipotesi che il leader della Lega, dopo l’assoluzione nel processo sul caso Open Arms, possa tornare al Viminale con un rimpasto di governo, prendendo il posto dell’attuale ministro Matteo Piantedosi. Intervistato dalla Stampa, alla domanda se sostenga l’ambizione del suo segretario, il governatore del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga la prende alla larga: “Non è mio compito fare valutazioni sulla composizione del governo o sulla necessità di apportare cambiamenti nei ministeri”, esordisce l’esponente di peso del Carroccio. Poi però, incalzato, esprime un malcelato scetticismo: “Salvini al ministero dell’Interno ha ottenuto risultati importanti, i numeri sono lì a testimoniarlo, e ha mantenuto gli impegni presi con gli elettori. Ma credo che Piantedosi stia facendo un ottimo lavoro e che, al momento, il Viminale sia in buone mani“.

Il vicepremier, però, non rinuncia a “suggerire” l’idea in pubblico a ogni occasione utile. L’ultima volta l’ha fatto il primo dell’anno, con la scusa di rispondere in diretta social a un utente che gli chiedeva di tornare nel ruolo occupato ai tempi del governo Lega-M5s (quando il suo capo di gabinetto era proprio Piantedosi). “Sono ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, abbiamo avviato tantissimi progetti e cantieri e andremo avanti. Sicuramente occuparsi della sicurezza degli italiani, contrastare l’immigrazione, la mafia, la camorra, la tratta di esseri umani, lo spaccio di droghe, è qualcosa di fondamentale. C’è un amico adesso al ministero dell’Interno, che si chiama Matteo Piantedosi. Chissà un domani che non ci si ritorni a occupare anche di sicurezza”, ha buttato lì (video).

A opporsi al rimpasto però è direttamente Giorgia Meloni, riluttante all’idea di sostituire un altro membro del suo governo dopo gli avvicendamenti al ministero della Cultura e a quello degli Affari europei e del Pnrr. Qualche giorno fa Salvini aveva chiamato apertamente in causa la premier: “Il ministro dell’Interno l’ho fatto e penso discretamente. Adesso l’assoluzione toglie le scuse soprattutto alla sinistra che diceva “no Salvini” perché ero sotto processo. Ho tante cose da portare avanti al ministero dove sono, però sicuramente occuparsi della sicurezza degli italiani è qualcosa di bello ed importante. Matteo Piantedosi ha tutta la mia fiducia, poi ragioneremo sia con Giorgia sia con lui”, aveva detto. Incontrando però l’esplicita contrarietà degli alleati, a partire dal leader di Forza Italia Antonio Tajani.

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