Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
VENEZIA – Mose, cambia la governance e anche la strategia per la manutenzione della grande opera. Dopo il decreto che ha anticipato di un anno l’uscita di scena della commissaria Elisabetta Spitz, mettendo di fatto al comando il presidente dell’Autorità per la laguna, Roberto Rossetto, un altro decreto natalizio mette la parola fine anche al parternariato pubblico-privato proposto, ormai due anni fa, da Fincantieri per la manutenzione del Mose. Passaggio normativo necessario per cambiare modalità di intervento su questo fronte, che ora avrà tempi e costi diversi. Novità spiegate dallo stesso Rossetto in una intervista in cui annuncia soprattutto un cambio di stile, dopo la stagione commissariale.
Presidente, dopo oltre un anno di attesa, il decreto del 23 dicembre sblocca lo stallo dell’Autorità?
«In realtà i piani sono distinti. L’Autorità sta procedendo con il suo iter: lo Statuto, firmato dai ministri, è in attesa della registrazione delle Corte dei conti. Confido che si concluda per metà gennaio. Da lì partirà l’operatività vera dell’Autorità. È un percorso che si è rilevato più lungo di quel che pensavo, per motivi amministrativi, ma su cui non incide il decreto del commissario».
Come mai, allora, questa uscita di scena del commissario?
«Avevamo interloquito al ministero sulla presenza di tante figure. Si era ragionato su una semplificazione. Questo decreto è un’accelerazione. È stata una sorpresa anche per me».
La commissaria Spitz se ne andrà in anticipo. Un problema?
«Il commissario doveva completare i lavori alle bocche di porto fino al collaudo e all’accatastamento dell’opera, previsto per il 2026. Cosa manca? Di lavori poco o niente. Al sistema Mose, con gli interventi ambientali, manca parecchio. Ma le opere alle bocche sono praticamente finite. I collaudi procedono nei termini previsti. Così l’accatastamento. Il commissario il suo lavoro l’ha fatto. Il tema, a questo punto, era quanti stavano al tavolo».
Troppi?
«Lo si è visto nella gestione delle procedure per i sollevamenti, ci sono state polemiche. Abbiamo stili diversi perché siamo figure diverse: il commissario dipende dal Governo, il presidente dell’Autorità è nominato d’intesa con Comune e Regione. Ho una responsabilità maggiore rispetto al territorio».
Ci sarà un cambio di stile?
«Esatto. Già in questi mesi ho cercato di smussare qualche angolo. Le mie priorità sono diverse. Per me, ad esempio, c’è prima la lunata da mettere in sicurezza, che il fotovoltaico. La decarbonizzazione del Mose va fatta, ma è da vedere come».
Il progetto di Mose solare, affidato ad Eni, non si farà?
«Va fatta una valutazione. Ci sono state decine di riunioni, ma un progetto vero e proprio non l’abbiamo visto. Si è parlato molto e prodotto poco. Di recente il comitato tecnico del Provveditorato ha messo un milione di euro per completare il progetto con l’aspetto ambientale e paesaggistico. Ora è in itinere, alla fine sarà presa una decisione»
E sulle procedure per i sollevamenti cosa cambierà?
«Oggi è in vigore quota 110. C’è un lavoro da fare con Comune, Porto e Capitaneria per vedere se si riesce a dare qualche risposta in più al Porto, tenendo conto delle esigenze del Comune. Uno dei temi che pongo agli operatori del Porto è l’operatività H24. Il Mose un’interferenza la avrà, ma è diverso se il Porto è operativo tutto il giorno».
Gli operatori chiedono di limitare le ore di chiusura del Mose. Possibile?
«Ci sono dei problemi: non tutta Venezia è a quota 110, comunque la marea va controllata e poi ci sono i servizi della città che devono avere il tempo per organizzarsi. Servirà un lavoro di cesello continuo, che tenga conto di fattori tecnici e ambientali. Questi ultimi da tenere monitorati. Ecco perché nell’Autorità ho voluto avere anche un comitato scientifico per studiare gli effetti ambientali del Mose».
Altro fronte caldo, quello della manutenzione. Formalmente c’è ancora il partenariato proposto da Fincantieri…
«In questi giorni c’è stata la revoca con un altro decreto. Ora si riparte. Attualmente è in corso la manutenzione della prima schiera di Treporti, con la gara che si era aggiudicata Fincantieri: 20 milioni per 19 paratoie. Ma si è capito che i conti non sono coerenti. Lo stanziamento basterà a completarne solo 6 o 7. Per le restanti vanno trovate le risorse per fare un’altra gara».
Poi c’è la manutenzione delle altre tre schiere. A che punto è il programma di procedere con 6 paratoie di prova?
«Il Consorzio Venezia Nuova si sta organizzando. In parte con le sue imprese, in parte con delle gare. Per questo intervento ci vorrà un anno e mezzo. E alla fine potremo definire una strategia della manutenzione, non solo dei cassoni, ma anche degli impianti, con un ciclo manutentivo che non sarà di 5 anni, ma di 10. I lavori a Treporti hanno infatti dimostrato che si può attendere. E questo ci aiuta molto, sia dal punto di vista strategico che economico».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link