- Lo skiplagging permette di risparmiare sull’acquisto di un volo aereo.
- Non corrisponde né a un illecito, né a un reato.
- Pur non essendo una pratica illegale, comporta comunque dei rischi per chi la mette in atto.
Come ogni anno, le festività si trasformano in una carneficina per quel che riguarda i prezzi dei biglietti, in particolar modo quelli aerei. Così, che sia Natale, Pasqua o agosto (quando la maggior parte delle persone sono costrette ad andare in ferie) viaggiare è sempre un salasso.
Ci sono alcuni metodi efficaci che vengono messi in pratica da chi è costretto a muoversi proprio durante le feste – non tanto per scoprire posti nuovi, ma per il desiderio di trascorrerle con la propria famiglia di origine.
Il primo consiste nell’acquistare il biglietto con molti mesi di anticipo: se si ha la certezza di dover tornare a casa a Natale o in altri momenti dell’anno, non ha molto senso aspettare l’ultimo minuto e dover spendere cifre esorbitanti (soprattutto per spostarsi da Nord a Sud).
Un’altra strategia che si è diffusa negli ultimi anni è il cosiddetto skiplagging, noto anche come £città nascosta” o “biglietto usa e getta”. Analizziamo più nel dettaglio il suo funzionamento e se si tratta di una pratica legale.
Skiplagging: come funziona
Lo skiplagging (o hidden city ticketing) consiste semplicemente nel prenotare un biglietto con scalo nella città in cui si vorrebbe atterrare, ma la cui destinazione finale è un’altra. Questo perché il biglietto con scalo costa di meno rispetto a quello diretto.
In pratica, nel momento in cui si arriva nella città in cui si dovrebbe fare scalo, quindi cambiare aereo e volare verso la meta finale del biglietto, si scende dal volo e si evita di salire sul secondo.
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Skiplagging: esempio
Facciamo un esempio. Supponiamo di abitare a Londra e di dover andare a Roma per Natale. Il biglietto diretto per raggiungere la capitale costa più di 400 sterline. Cercando in rete, si trova un volo diretto a Catania, con scalo a Roma, che ha un costo più basso e permetterebbe di risparmiare fino a 150 sterline.
Comprando questo biglietto si potrebbe quindi arrivare a Roma con il primo volo e, invece di prendere il secondo aereo per Catania, fermarsi in questa città, che rappresenta la destinazione reale del proprio viaggio.
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Skiplagging: pro e contro
La pratica del biglietto con scalo è, in molti casi, davvero conveniente, salvo che bisogna mettersi alla ricerca della tariffa più economica, quindi potrebbe risultare uno svantaggio in termini di tempo, rendendo la prenotazione meno pratica e immediata. Per le tratte più lunghe, comunque, il risparmio potrebbe essere notevole.
Lo skiplagging comporta, però, alcuni svantaggi. Per esempio:
- non è possibile portare bagagli in stiva, dunque si dovrà partire con il solo bagaglio a mano (meglio se di dimensioni davvero ridotte proprio per evitare il rischio che finisca in stiva nel caso di volo particolarmente affollato);
- se si compra un biglietto di andata e ritorno, c’è la possibilità che la compagnia di turno annulli il volo di ritorno.
La logica è la seguente: se la persona non è atterrata nella città di destinazione del volo di partenza, non si troverà di certo in quella città; di conseguenza, il volo con scalo del ritorno potrebbe effettivamente essere annullato. Per questo motivo, si consiglia di prenotare sempre voli di sola andata.
Potrebbe poi anche capitare, per motivi imprevisti, che non si possono controllare, o per questioni logistiche, che la città di scalo non corrisponda a quella indicata sul biglietto, vanificando, di fatto, il risparmio ottenuto con lo skiplagging.
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Lo skiplagging è vietato?
A questo punto, ha senso chiedersi: lo skiplagging è legale? Ci possono essere delle conseguenze per i viaggiatori, oltre a quelle che abbiamo già citato? Si potrebbero dover pagare delle sanzioni?
Nei fatti, lo skiplagging non è una pratica illegale, ma questo non significa che non si possano subire delle ripercussioni da parte delle compagnie aeree. Queste ultime considerano, infatti, il posto vuoto sul volo come una perdita economica, in quanto avrebbero potuto vendere quel posto a un altro passeggero (anche a un prezzo più alto).
Pertanto, la loro reazione potrebbe consistere:
- nell’annullamento di eventuali punti accumulati con un programma associato ai viaggi aerei, con cui si possono ottenere sconti o voli gratis;
- nel divieto di viaggiare con la compagnia;
- in un’azione legale.
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