Un vello appena tosato da un ariete e lanciato sul tavolone da lavoro da Duncan Barber della Coliban Park Farm, prima di essere esaminato e proposto per la vendita
Eliza e Ada sono simili. Donne forti e determinate. La prima è la protagonista di una storia vera, la creatrice dell’allevamento delle pecore Saxon Merino in Australia; la seconda è la cinematografica protagonista del film Lezioni di piano, il capolavoro da Oscar di Jane Campion. Cornice alle loro vicende è la natura, quella di Campion sono le distese della Nuova Zelanda, quella di Eliza Furlong i paddock sterminati della Tasmania. Dove a Campbell Town una statua in bronzo ne ricorda e celebra l’avventura e la ritrae con medesimi look e fattezze di Ada. Accanto non un pianoforte, come nel film, ma un protervo ariete, di quelli che l’imprenditrice scozzese importa in maniera rocambolesca dalla Sassonia e trova nell’Australia la terra ideale per allevarli. Nel 2025 saranno 190 anni da quando nella tenuta dei Taylor si allevano le Saxon Merino. La famiglia è la proprietaria della villa-allevamento creata in quell’area da Eliza e dove dal 1835 il vello delle pecore fornisce la materia prima per filati di altissima qualità per realizzare tessuti per abbigliamento extra luxury.
Le Saxon Merino sono pecore provenienti dalla Sassonia, importate nel 1835 nel Nuovo Continente. Il loro vello viene selezionato per capi di altissimo pregio Con accesso all’acqua, etica del lavoro e benessere animale le lane “continuano a vivere”
I Taylor sono nella rosa degli allevatori da cui la biellese Vitale Barberis Canonico acquista la lana per realizzare i suoi pregiatissimi tessuti, tra quelli alla base dei completi maschili, in particolare, vere eccellenze made in Italy nel mondo. Allevamento, tra quelli australiani, ad aver ricevuto dalla storica azienda biellese, classe 1663 e gestita dalla 13esima generazione, il suo Wool Excellence Award. Il premio creato nel 2014 dall’azienda di Pratrivero è di prestigio e pratico: riconoscimento al lavoro svolto unito a una somma di 50mila dollari australiani e a un viaggio in Italia per visitare le strutture di filatura e tessitura nel biellese, nonché le nostre città d’arte; il premio va ai componenti di questo club di allevatori d’eccellenza per la loro attività della quale elemento distintivo è l’altissimo standard qualitativo dei velli delle greggi da cui si ottengono poi i filati.
La ricerca di Vitale Barberis Canonico
«Produciamo all’anno otto milioni di metri di tessuto, pari a tre milioni e mezzo di abiti finiti confezionati. La materia prima arriva da un milione e mezzo di animali tosati dei quali l’80 per cento giunge dal mercato australiano», spiega Alessandro Barberis Canonico, amministratore delegato dell’azienda di famiglia. «Ne fa parte l’otto per cento rappresentato dalla produzione di nicchia delle Saxon Merino. Nel complesso numeri importanti dietro i quali ci deve essere una garanzia di eccellenza altissima. In questi 10 anni il club dei nostri allevatori di fiducia è quasi raddoppiato e oggi sono 29 dagli iniziali 15. Questo ci permette di acquisire le migliori balle di lana alle aste creando sia condizioni di prelazione sia pagando un fee più alto. Senza dimenticare che questo permette anche agli allevatori di poter tramandare tra generazioni un’attività dura e impegnativa, animata solo dalla passione».
Filiere nuove di radice antica
Il Wool Excellence Award del decennale è stato non a caso attribuito ai Linke, famiglia proprietaria della fattoria di Glenholme, nel sudovest dello stato di Victoria, un allevamento di circa 2.400 capi di Saxon. A ritirare il premio Everard Linke e suo figlio Matthew, rappresentate della quinta generazione. Ringraziano e commentano commossi: «Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto». I Linke come i Taylor con la loro fattoria di 6.500 ettari e le loro 12mila pecore sono i custodi di questa storia e di queste terre dove i colori della natura a volte sono aspri e lividi e le greggi convivono con la fauna locale, ma tutto resta avvolto da un rituale senza tempo. Lo sanno bene anche i componenti della Barber family a cui fa capo Coliban Park, a un’ora e mezza di auto da Melbourne, fattoria di famiglia gestita dal 1917, ma acquisita dai precedenti proprietari che la gestivano sin dal 1859 e con un gregge discendente da quello della «argonauta» Eliza Furlog.
Quando le greggi sono felici
L’alto livello qualitativo delle lane usate da Vitale Barberis Canonico nasce da una serie di scelte etiche e sostenibili legate alla conduzione dell’azienda e alla certificazione dei materiali. Nel 2005 il lanificio è stato premiato per progettazione e installazione nel reparto tessitura di speciali cabine insonorizzanti per telai; lo stabilimento ha certificazioni per la tutela dell’ambiente e salvaguardia e sicurezza nei luoghi di lavoro; nel 2015 ha presentato il suo primo Report di sostenibilità. «Tracciabilità e trasparenza sono sempre state per noi elementi imprescindibili della nostra produzione di tessuti. Nel nostro Report ci sono tutti i dati legati alle emissioni di CO2, le fonti di energia rinnovabili, i materiali di recupero. Le materie prime vengono acquisite in Australia da aste dove siamo sicuri che le lane sono tracciabili e provengono da allevamenti basati su regole cardine: la completa libertà delle greggi, nessun tipo di maltrattamento, libero accesso all’acqua, pascoli coltivati senza l’utilizzo di sostanze chimiche, etica del lavoro».
Basta il Qr code
All’anno, a Romagnano Sesia, uno dei due stabilimenti del marchio, arrivano circa 20mila balle di lana. La tracciabilità dalla materia prima al prodotto finito è possibile grazie a un Qr code. «Si tratta di un elemento fondamentale della nostra produzione. E su più fronti. A partire dagli alti standard qualitativi dai quali non vogliamo mai allontanarci. Così possiamo sapere la composizione di ogni balla di lana, provenienza, annata, caratteristiche. Sulla base di questi elementi possiamo realizzare un certo tipo di tessuto per un certo tipo di confezione. La lana una volta tosata è come se continuasse a vivere ed è questo elemento che fa si che un determinato abito realizzato con specifico filato dia un certo tipo di risposta una volta indossato. E questo è ancor più evidente con una produzione così pregiata come quella Saxon Merino». Preziosa per la sua finezza (tra i 13 e i 17,5 micron), la speciale arricciatura a zig zag grazie alla quale i tessuti hanno una mano di particolare elasticità e resistenza. E l’azienda in occasione dell’ultima edizione di Milano Unica, il salone internazionale sui tessuti, ha lanciato perl’inverno del prossimo anno proprio una capsule d’eccellenza, la Saxon Club.
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