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Dal rapporto della BCE emerge una verità: agli italiani piace il cash – Fiscal Focus #finsubito prestito immediato


Non c’è niente da fare: la tecnologia può spingersi fin dove le pare, sbizzarrendosi fra bancomat, carte, app, prepagate e sistemi contactless, ma da queste parti solo il fruscìo delle banconote continua a dare il senso vero del denaro. Una predilezione che vale per gli italiani, ma non solo, visto che colpisce anche una larga fascia di cittadini europei, che, come noi, non si fidano fino in fondo all’idea di veder smaterializzare il proprio denaro in algoritmi dall’aria poco simpatica.

Lo dice la nuova edizione dello studio biennale “Space” realizzato dalla Banca Centrale Europea, come sempre focalizzato sulle attitudini alla spesa dei consumatori dell’Eurozona, che svela quanto il cash rappresenti il metodo più utilizzato nel 52% delle transazioni totali del Vecchio continente.

Lo studio Space esamina le modalità di utilizzo dei vari metodi di pagamento e come i consumatori ne percepiscano l’accessibilità e la facilità d’uso. La ricerca fornisce alla BCE e alle banche centrali nazionali indicazioni sui comportamenti di pagamento ed è fondamentale per seguirne i cambiamenti nel tempo, a sostegno delle strategie dell’Eurosistema in materia di contante e pagamenti al dettaglio. Il primo studio Space risale al 2019 e il prossimo è previsto nel 2026.

Per arrivare alla conclusione del rapporto datato 2024, la BCE ha coinvolto 50mila consumatori europei in un arco di tempo compreso tra settembre del 2023 e giugno di quest’anno, scorgendo nel complesso che un po’ ovunque è in atto una profonda trasformazione sociale nei metodi di pagamento, a parte il caso dell’Italia, dove il totale delle transazioni in contante si assesta su un granitico 62%, con un risicato calo di appena 9 punti percentuali rispetto a due anni fa.

Un dato che è arrivato anche sui tavoli del Governo e che due anni fa ha spinto il MEF a istituire il “Tavolo Pos”, un gruppo di lavoro permanente creato per far incontrare istituzioni, banche e associazioni dei consumatori, pensato con l’obiettivo di rendere trasparenti e soprattutto ridurre i costi nei micropagamenti elettronici, considerati uno dei principali ostacoli allo sviluppo massiccio degli “electronic payments”. A forza di mediare, l’accordo per ridurre le commissioni bancarie sui pagamenti sotto i 10 euro è arrivato, ma al momento non sembra aver fatto cambiare idea agli italiani, che senza il contante nel portafoglio si sentono persi.

Nel resto d’Europa, anche se la tendenza generale è in fondo simile a quella dell’Italia, i pagamenti con metodi digitali hanno raggiunto la soglia del 55%, ovvero uno su due, con un 22% di irriducibili ancora legati al fascino del cash. Ma il dato del terreno conquistato dall’elettronica si fa più evidente nei pagamenti online, che con il 36% rappresentano un terzo del valore totale delle transazioni e un quinto di quelle quotidiane (21%): significa un netto aumento rispetto a solo due anni fa, nel 2022, quando si fermavano rispettivamente al 28 e al 7%.

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Fra i metodi di pagamento che si fanno più strada spiccano le carte di credito, che coprono il 48% delle operazioni, ma con un deciso aumento dei portafogli digitali e delle app, che raggiungono un terzo del mercato. Così come crescono interesse e curiosità verso le criptovalute, con un dato di possesso di crypto-asset che nel Vecchio continente è aumentato solo quest’anno del 9%.

Ma a Bruxelles sono certi che sui pagamenti digitali il meglio debba ancora arrivare. Dal luglio 2021, la BCE ha avviato un progetto di valutazione che, entro la fine del prossimo anno, dovrebbe portare alla nascita dell’Euro digitale, una valuta elettronica ufficiale e regolamentata a livello centrale che dovrebbe affiancarsi ai tanti metodi di pagamento elettronico possibili nelle transazioni virtuali e fisiche.

“Supportando sia l’uso del contante sia lo sviluppo di un euro digitale, vogliamo assicurare che le persone possano sempre avere la possibilità di pagare con denaro pubblico, oggi come in futuro”, ha commentato Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE.





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