Affitto, bollette e tasse, i costi salgono e aumentano i poveri. Torna il Natale solidale per chi non arriva a fine mese #finsubito prestito immediato

Una tavola lunga 120 posti, con un pranzo pensato per una grande festa e attorno al quale, poi, si starà seduti fino a pomeriggio inoltrato, per giochi di comunità e l’immancabile tombola. È il «Nataleinsieme» che si celebrerà il giorno di Natale alla Casa del Pellegrino di Pordenone dalle 11 fino alle 15.30, organizzato dalla Caritas diocesana che riprende così una tradizione interrotta dal Covid.

IL SENSO

«Abbiamo occupato tutti i posti disponibili – spiega il direttore Andrea Barachino – e gli ospiti sono coloro che frequentano i nostri servizi nel corso dell’anno, gli ospiti del dormitorio ma anche molte altre persone che, viceversa, avrebbero vissuto da sole il Natale in città, soprattutto anziani». A condividere il pranzo con loro ci sarà il vescovo di Concordia-Pordenone, Giuseppe Pellegrini. Oltre trenta volontari della Caritas e alcuni operatori dell’ente diocesano assicureranno il lavoro in cucina, il servizio ai tavoli e l’animazione pensata per la giornata. «È un’iniziativa che abbiamo voluto riprendere perché è la concretizzazione dell’invito a stare insieme che ci giunge dal Natale – prosegue il direttore della Caritas -, per godere di una dimensione semplice ma essenziale della vita: condividere con gli altri ciò che abbiamo e prestare attenzione alle persone che vivono momenti di difficoltà». A questo evento collettivo si sommano diversi altri gesti di attenzione e momenti di festa che cadenzeranno la vita all’interno di ogni singola realtà di accoglienza, sia nel giorno di Natale che per la fine e l’inizio dell’anno. «Un pensiero speciale è andato ai bambini, cui abbiamo pensato in questi giorni di dicembre con l’attività dell’emporio o durante l’erogazione dei servizi abituali», aggiunge Barachino.

 

IL QUADRO

Il direttore della Caritas allarga lo sguardo ai supporti che l’ente garantisce ben oltre le festività, per sottolineare che anche in questo 2024 la gestione degli aiuti ha confermato «una povertà che si sta ridisegnando». Una condizione per tutte rende chiaro il concetto: «Il Fondo diocesano solidarietà, che eroga liquidità immediata alle famiglie per saldare le bollette o per spese essenziali improvvise che si rendono necessarie, è intervenuto per il 65% dei casi su famiglie in cui almeno uno dei componenti ha un contratto di lavoro stabile o una pensione. La povertà, cioè, coinvolge ormai nuclei che hanno degli introiti propri stabili, ma che non sono sufficienti a sopportare un costo della vita e degli affitti che si è impennato in questi ultimissimi anni, a fronte di stipendi generalmente bassi e che non si sono neppure adeguati all’aumento dei prezzi che c’è stato».

 

NUMERI

All’attività del Fondo si aggiunge, tra l’altro, quello dell’Emporio della Caritas che distribuisce la borsa della spesa agli indigenti di Pordenone e Cordenons. «Annualmente supportiamo 300 nuclei, per complessive 900 persone», aggiorna in direttore. Quest’anno, alle bollette da pagare, alla borsa della spesa da preparare per la distribuzione settimanale, si è aggiunto l’aggravamento di un ulteriore problema, «quello della casa», sottolinea Barachino. Non solo gli alloggi Ater notoriamente non sono sufficienti a rispondere a tutte le domande di coloro lo richiedono, «ma per queste famiglie è sempre più difficile trovare un’alternativa, perché gli affitti sono davvero alti». E poi c’è un problema nel problema e riguarda le abitazioni per gli immigrati. «Sembra di essere tornati a 25 anni fa – considera -. Ci sono lavoratori immigrati che, nonostante abbiamo un lavoro con un contratto stabile, fanno ancora più fatica di altri a trovare chi dà loro un alloggio in affitto. Anche su di loro grava l’aumento del costo delle locazioni. Un andamento che sta incidendo sul reddito di tutte le famiglie – conclude Barachino – ma ancor di più su coloro che hanno qualche fragilità».