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Natale 2024, prosegue la rassegna di eventi natalizi a Trevi #finsubito prestito immediato


Dopo il successo del recital che ha visto protagonista Rita Forte accompagnata dalle note del maestro Marco Scolastra, “Natale 2024 a Trevi”, la rassegna teatrale e di animazione promossa dal Comune di Trevi e il Teatro Belli di Antonio Salines, realizzata in collaborazione con Teatro di Sacco, Magazzini Artistici e Povero Willy, prosegue giovedì 26 dicembre: l’appuntamento è al Teatro Clitunno alle 18.30 con “Frate Francesco sposa Madonna Povertà”.  Biglietto di ingresso unico euro 10.

In scena una storia di amore e rinuncia con Diletta Masetti, Matteo Sangalli, Gabriele Furnari Falanga, musiche dal vivo di Danilo Tamburo, voce cantata di Federica Bocchini, regia di Gabriele Furnari Falanga, direzione artistica di Davide Gasparrini, foto di scena Filippo Giacchè, produzione Agape Teatro in collaborazione con Proloco di Bevagna.

Sul palco – Madonna Povertà, si presenta al mondo, raccontando di quando vedova di Gesù Cristo da oltre mille anni è rifiutata dagli uomini che temono di rinunciare ai beni terreni. Nonostante ciò, Dio l’ha proclamata regina delle virtù e le ha assegnato un rifugio su un monte. Un giorno, ad Assisi, città che si erge come un nuovo Oriente, un giovane principe, Francesco, dopo aver sentito parlare della sua condizione, decide di cercarla. Giunto al monte sacro, le dichiara il suo desiderio di sposarla, riconoscendo in lei la via verso la santità. Commossa dalla sua devozione, Madonna Povertà, accoglie il suo nuovo sposo spogliandolo di ogni ricchezza. Tuttavia, quel momento di sublime gioia viene bruscamente interrotto dall’arrivo di Pietro di Bernardone. Lo spettacolo che si presenta ai suoi occhi è indecoroso e si carica di tensione quando il figlio, travolto dall’amore per quella donna, rinuncia ai suoi averi, rinnega il padre abbandonandolo. È questo il ricordo che Pietro di Bernardone racconta agli Angeli accusatori, Così per il padre, si conclude il lungo ricordo su quel giorno tormentato. di cui ne co, che, trovandosi ora, dopo la morte, in una nuova terra e sotto un nuovo cielo, confessa agli angeli accusatori l’angoscia che ancora lo tormenta. Egli cerca di comprendere le scelte di Francesco e giunge alla dolorosa conclusione che il suo peccato è stato quello di amare troppo suo figlio, un amore che lo ha reso geloso e cieco.

Note di regia – «Parlare di San Francesco non è un compito facile. Molti hanno raccontato la sua storia e le fonti da cui attingere sono infinite. Nel tentativo di rendere omaggio al santo d’Italia più celebre, ho cercato di adottare un nuovo immaginario e un punto di vista originale. Così, mi è venuto in mente di far parlare il padre di Francesco, Pietro di Bernardone, figura di cui si conosce poco, se non la fama di un genitore colmo di collera nei confronti del figlio. Dopo aver fatto alcune ricerche, mi sono imbattuto nel libro di Giovanni Papini, Giudizio Universale, in cui degli Angeli Accusatori interrogano le anime giunte nell’aldilà per essere giudicate. In questo contesto, Pietro di Bernardone, di fronte a una moltitudine di angeli, confessa il suo grande peccato nei confronti di Francesco: l’aver amato troppo il figlio, alimentando una gelosia che lo ha reso incapace di accettare la sua trasformazione. Ricorda, in particolare, come la più grande offesa sia stata il giorno in cui Francesco, denudandosi davanti al vescovo e al popolo di Assisi, rinuncia ai suoi averi, li restituisce e, infine, lo rinnega come padre.

Questo mio figliolo sposò la povertà.” È da questa affermazione di Bernardone che nasce l’idea e il desiderio di raccontare il matrimonio di Francesco con Madonna Povertà. Già Giotto tra il 1316 e il 1318, dipinge lo “Sposalizio di san Francesco con la povertà”, un affresco fa parte della serie delle “allegorie francescane” nella volta a crociera sopra l’altare maggiore della Basilica inferiore di Assisi. Nel dipinto, su un terreno roccioso, in mezzo a un groviglio di spine si vede la figura scarna della povertà, che indossa un abito stracciato e cinto da una corda. Il suo viso serio, reca le tracce di sofferenze e privazioni. Mentre Cristo tende a Francesco il braccio della sua fidanzata, lui avanza amorevolmente e le mette l’anello.

Anche Dante Alighieri, ne dedica un canto del Paradiso a San Francesco e all’amore che nutre verso la povertà:

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Chè per tal donna, giovinetto, in guerra
del padre corse, a cui, come alla morte,
la porta del piacer nessun disserra;
e dinanzi alla sua spirital corte
et coram patre le si fece unito;
poscia di dì in dì l’amo più forte
.”

Partendo dunque da questi riferimenti sia nell’arte che nella lettura, ho deciso di inscenare questo matrimonio, ma prima ancora di rappresentare la povertà in carne ed ossa e di poterne raccontare le sue origini e dell’incontro avuto con Francesco. Così un’ultima traccia ho seguito ovvero l’operetta allegorica “Sacrum Commercium Sancti Francisci cum Domina Paupertate” (L’alleanza del beato Francesco con Madonna Povertà). In questa operetta, di autore ignoto e di controversa datazione, si mostra l’incontro tra Francesco e madonna Povertà “sulla cima del monte”, lo scambio di doni e di promesse, l’impegno reciproco di amore e di fedeltà hanno soprattutto un nome, “alleanza”. Inoltre, Madonna Povertà racconta in prima persona la sua storia e i motivi che l’hanno costretta ad esiliarsi dal mondo fin quando non incontrerà Francesco, nuovo sposo e discepolo. Tenendo fede a tutti questi spunti e riferimenti, e ricostruendo una cronologia degli eventi, ho ideato e composto una nuova drammaturgia: “Frate Francesco sposa Madonna Povertà”, con l’intento di offrire allo spettatore una visione inedita di queste celebri figure. A rendere unico e particolare lo spettacolo sono la semplicità della messa in scena: uno spazio privo di scenografie ma riempito da candele, che ricreano un’atmosfera suggestiva e intima. In ultimo la musica, eseguita dal vivo, accompagna e dà forza alle parole evocate, con brani tratti dal repertorio medievale, arricchendo ulteriormente l’esperienza sensoriale ed emotiva del pubblico.

Informazioni e prenotazioni: 375 6245808 – 0742 381768 – info@teatroclitunnotrevi.it

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