Website Editore!

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
Affitto Immobili
Agevolazioni - Finanziamenti
Aste Abruzzo
Aste Basilicata
Aste Calabria
Aste Campania
Aste Emilia Romagna
Aste Friuli Venezia Giulia
Aste Italia
Aste Lazio
Aste Liguria
Aste Lombardia
Aste Marche
Aste Molise
Aste Piemonte
Aste Puglia
Aste Sardegna
Aste Sicilia
Aste Toscana
Aste Trentino Alto Adige
Aste Umbria
Aste Valle d'Aosta
Aste Veneto
Auto - Moto
bed & breakfast
Immobili
Processo Ex-Ilva di Taranto annullato e trasferito da Taranto a Potenza, si riparte da zero, le famiglie del quartiere Tamburi dovranno restituire 5000 euro ai Riva – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni #finsubito richiedi mutuo fino 100%


155.000 euro in tutto. È la somma che le famiglie del quartiere Tamburi di Taranto dovranno restituire alla famiglia dell’ex patron dell’Ilva Nicola Riva il risarcimento ricevuto a titolo compensatorio per i danni subiti dall’inquinamento industriale dell’impianto siderurgico di Taranto.

La sentenza del processo di primo grado del 31 maggio del 2021 che aveva portato a 26 condanne era stata annullata in appello il 13 settembre scorso. Oggi la Cassazione ha stabilito che il processo sarà annullato e ripartirà nuovamente dal tribunale di Potenza.

I giudici della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso presentato da Bernanrdo Pasanisi, l’avvocato famiglia Riva, ex-proprietari del gruppo Ilva e hanno stabilito che ciascuna delle 31 famiglie che ha ricevuto il risarcimento dovrà restituire 5000 euro, somma stabilita come entità della provvisionale, vale a dire un anticipo dei risarcimenti che gli imputati avrebbero dovuto pagare in caso di condanna definitiva. 

La reazione del Codacons

La Cassazione ha così confermato l’annullamento della sentenza della Corte d’Assise d’appello di Taranto che aveva trasferito il procedimento penale a Potenza per via del conflitto di interesse tra due magistrati onorari tra le parti civili. Le famiglie che avevano ricevuto le compensazioni saranno adesso costrette dopo la notifica del decreto ingiuntivo a restituire l’importo ricevuto.

Durissima la reazione del Codacons che è parte civile nel processo e lo scorso maggio aveva consegnato l’assegno alle famiglie: «I Riva, divenuti più ricchi che mai grazie all’Ilva e ora di nuovo accusati di aver avvelenato il territorio di mezza regione Puglia consapevolmente per anni, decidono di non aspettare la decisione del Tribunale di Potenza o della suprema Corte di Cassazione e notificano alle vittime un decreto ingiuntivo. Oltre al danno, quindi, anche la beffa», si legge in un comunicato stampa dell’associazione che difende i diritti dei consumatori.

Per annullare l’effetto e del decreto ingiuntivo il Codacons spera nei giudici: “Nel 2021 il gruppo Riva ha registrato un fatturato di 4,32 miliardi di euro. Speriamo in una decisione giusta della Cassazione che di fatto renderebbe totalmente inutili i decreti ingiuntivi che Riva sta notificando alle parti civili danneggiate dalle sue condotte».

Prestito personale

Delibera veloce

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Annullata la condanna ai patron dell’ex-Ilva

La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha così dichiarato inammissibili i ricorsi proposti dalle parti civili Codacons e Associazione Aidma contro la sentenza dello scorso 13 settembre, in cui la Corte di assise di appello di Taranto aveva in precedenza annullato la sentenza di primo grado. Come conseguenza dell’annullamento della sentenza, il processo sarà azzerato e trasferito al Tribunale di Potenza in ragione di un conflitto di interesse tra due giudici onorari tarantini che, oltre all’essere in servizio all’epoca dei fatti, fanno anche parte delle oltre 1000 parti civili del processo.

Per questa ragione, a causa l’azzeramento del processo di primo grado che aveva portato il 31 maggio 2021 alla condanna a 22 e 20 anni di carcere nei confronti dei fratelli Fabio e Nicola Riva, a 21 anni e sei mesi per l’ex responsabile delle relazioni esterne del gruppo Girolamo Archinà e 21 anni anche per l’ex-direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso, le famiglie saranno costrette a restituire la somma ricevuta a titolo compensatorio.

La decisione aveva sollevato l’ira di Legambiente che aveva commentato: “La sostanza è che si ricomincerà tutto da capo, che una buona parte dei reati è già prescritta, che altri reati andranno in prescrizione nel corso del nuovo processo e che chissà quando vedremo una sentenza definitiva. Ma la gravità di ciò che è avvenuto a Taranto non è messa in discussione dalla sentenza di oggi che riguarda solo aspetti procedurali”.

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Source link

 

***** l'articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui