140 lavoratori irregolari e 15 ristoranti etnici sospesi – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni

Qui il link per seguire il canale whatsapp di FirenzeToday

Quindici locali sospesi per violazione delle normative vigenti, su un totale di 17 ispezionati, oltre a più di un centinaio di lavoratori irregolari. È il bilancio dell’operazione della guardia di finanza di Prato denominata “Fast Food” finalizzata al contrasto dell’illegalità nel settore della ristorazione in particolar modo etnica.

Il nucleo mobile pratese, coordinato dai comandi provinciali e regionali, ha portato alla luce nell’arco di sei mesi una rete di attività con gravi inadempienze dal punto di vista igienico sanitario e del rispetto delle normative sul lavoro: criticità riguardanti alimenti dalla provenienza sconosciuta, locali inadatti alla preparazione e alla vendita di cibo, operai senza diritti.

I controlli, condotti con il supporto delle segnalazioni ricevute ed effettuate tramite l’attività di analisi dei dati e monitoraggio del territorio, hanno interessato 17 esercizi commerciali attivi nella città e nella provincia di Prato. Le verifiche hanno permesso di accertare 140 lavoratori irregolari, di cui 55 completamente in nero, privi di qualsiasi tutela lavorativa e previdenziale.

Ognuna delle quindici attività sospese ha ricevuto sanzioni amministrative pari a circa 3mila euro ciascuna, a cui si sono aggiunti provvedimenti di chiusura temporanea con rigide prescrizioni per la messa a norma degli ambienti. Le zone più critiche sono risultate essere quelle del capoluogo a maggior concentrazione cinese: via Pistoiese, via Filzi e l’area del Macrolotto.

“Questa operazione rappresenta un segnale forte e inequivocabile: non c’è spazio per chi viola le regole e sfrutta il lavoro delle persone in condizioni di vulnerabilità – ha spiegato il Comandante Provinciale di Prato Colonnello Enrico Blandini – Il nostro impegno è garantire il rispetto delle normative e promuovere una cultura della legalità che tuteli i lavoratori e il tessuto economico sano del territorio”.