Viterbesi sempre più poveri, peggio se donne: 10mila euro in meno di reddito. Durantini (Cisl): Più sostegni alle famiglie #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Viterbesi sempre più poveri. E se si tratta di donne, va ancora peggio. È il quadro che emerge dalle dichiarazioni dei redditi effettuate dal Caf della Cisl tra il 2019 e il 2023. Si tratta di un campione composto da 12.800 cittadini, ovvero il 14,62% di quanti hanno scelto un centro di assistenza fiscale per comunicare con l’Agenzia delle entrate. “Dai dati generali – commenta il segretario della Cisl, Elisa Durantini – non c’è stata una flessione dei redditi medi, bensì un minimo incremento. Ma il punto è che l’aumento del costo della vita ha eroso ben oltre questo aumento, già misero, provocando un crollo del potere d’acquisto delle famiglie”.

I numeri, prima di tutto, per mettere a fuoco la fotografia dei redditi in provincia. Un dipendente, sia esso pubblico che privato, dichiara in media 25.500 euro annui se è uomo. Cifra che crolla se si tratta di una donna: in questo caso, il totale è fermo a 18.700 euro. Se il cosiddetto gender gap è già mostruoso per la categoria dei lavoratori, peggio va per i pensionati. Un viterbese in media percepisce un assegno pensionistico di 25.200 euro all’anno, mentre una viterbese arriva a quasi 10mila euro in meno, ovvero 14.600 euro. Per dipendenti e pensionati in generale, dal 2019 al 2023 i redditi dichiarati sono aumentati di appena il 3,1%. Meglio solo la restante platea di lavoratori, con un incremento del 10%. Ma nel frattempo l’inflazione ha galoppato.

Uno spaccato significativo della società locale emerge anche analizzando le cosiddette Dsu, ovvero le dichiarazioni sostitutive uniche, visto che al momento della richiesta viene specificato il motivo per cui occorre ottenerle. “Quello che colpisce – rivela Durantini – è il crollo delle famiglie numerose che nell’ultimo quinquennio sono calate del 37,5%”. Si fanno meno figli, quindi. Non certo una novità ma stupisce la percentuale. “Si sono assottigliate – continua la segretaria Cisl – anche le richieste per il diritto universitario e i dottorati di ricerca. Aumentano, invece, quelle per accedere ai servizi socio-sanitari destinati ai disabili e ai minori (rispettivamente del 18% e del 22%, ndr)”. Se di figli se ne fanno sempre meno, è pur vero che queste istanze per la Cisl confermano l’erosione dei redditi: “Il ricorso al supporto dei servizi pubblici è il termometro delle difficoltà incontrate dalle famiglie, soprattutto se al loro interno ci sono situazioni di fragilità. A parità di stipendio, quindi, chi prima ce la faceva ora non ci riesce più”, commenta Durantini.

È la situazione generale, insomma, che è peggiorata. “Leggendo questi dati – ragiona ancora la segretaria della Cisl – emerge che la comunità del Viterbese non si è più ripresa dall’emergenza Covid: prima la chiusura di tante attività, poi le guerre e i conflitti internazionali che fanno lievitare i costi delle materie prime. Il risultato è un potere d’acquisto in caduta libera”.

Che fare, quindi? “Come Cisl – continua – a livello di manovra del Governo abbiamo chiesto e ottenuto il taglio del cuneo fiscale, l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef, la detassazione al 5% dei premi di produzione”. Per il sindacato, servono però incentivi maggiori all’occupazione e sostegni più incisivi per le famiglie. A livello laziale, “è stato siglato un accordo con la Regione per il rifinanziamento del fondo taglia tasse destinato ai cittadini con redditi più bassi. La stessa misura – conclude Durantini – vorremmo riproporla a livello locale”.