Siena, Beko non tratta: la fabbrica chiuderà. Il ministro Urso: «Ripensateci o saranno sanzioni» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Beko non si è spostata di un centimetro. Il gruppo turco ha confermato la strategia per l’Italia, che prevede l’esubero a fine 2025 di 1.935 persone. Di questi, 299 sono a Siena, uno dei siti che saranno smobilitati. Ormai una certezza, perché nel confronto  al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’unica apertura concessa dall’azienda è un nuovo incontro a metà gennaio. 

I sindacati hanno ribadito che il piano industriale «è irricevibile».

La speranza collettiva è che la società, a fronte della minaccia di sanzioni paventate dal ministro Adolfo Urso, possa fare una parziale marcia indietro. Tuttavia, come evidenzia Daniela Miniero della Fiom Cgil Siena, «per noi questo aggiustamento potrebbe essere inutile». Di fatto quello di viale Toselli, sin dal faccia a faccia di un mese fa, era risultato lo stabilimento più in difficoltà. «Se ci dovesse essere una rivisitazione — continua la sindacalista — il piano potrebbe comunque prevedere un sito sacrificabile. Siccome Siena è uno dei più in crisi, la situazione appare compromessa».

L’unico che continua a mostrare ottimismo è Urso, convinto di poter portare Beko a riconsiderare la propria posizione. «Prima di chiudere la vicenda applicando i poteri sanzionatori, o addirittura inibitori, previsti dall’esercizio del Golden Power, penso sia bene dare un secondo tempo supplementare all’azienda, in quanto il primo non è stato utilizzato come tutti auspicavamo — ha detto — L’azienda presenti un piano industriale assertivo, che preveda investimenti significativi in Italia e un piano produttivo e occupazionale che corrisponda alle prescrizioni introdotte dal governo».

Ammonimento che però sconfessa in parte la garanzia di tutela occupazionale data dallo stesso Urso pochi giorni fa, previo utilizzo del golden power. Il rischio per l’azienda è una sanzione in caso di abbandono dell’Italia, ma il governo difficilmente potrebbe riuscire a mettere altri vincoli. Beko continuerà a mantenere altri siti aperti in Italia.

«L’azienda ha confermato che il momento è difficile, quindi per loro questo è l’unico piano che possono sostenere», fa notare Giuseppe Cesarano della Fim Cisl Siena. Mentre Massimo Martini della Uilm Siena dice che in ogni caso «la nostra lotta andrà avanti». Nel corso dell’incontro, il capo di Gabinetto ha letto una lettera di un potenziale investitore, interessato a uno specifico sito. «Non è stato detto né il nome, né il luogo dove sarebbe fatto l’investimento», osserva Miniero.

A Roma era presente anche il governatore Eugenio Giani: «Questo piano non va bene, faremo un’opposizione decisa e netta», ha commentato. Fermezza che oggi nel corso dell’assemblea sindacati e lavoratori proveranno a trasformare in atti concreti. 

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