Milan Cardinale, aria di addio. Elliott può subentrare a RedBird e c’è un caso Fonseca #finsubito prestito immediato

Il futuro del Milan potrebbe subire un cambio radicale: Gerry Cardinale, attuale azionista di riferimento attraverso il fondo RedBird, potrebbe lasciare il club già a febbraio 2025. A rivelarlo è La Repubblica, secondo cui l’imprenditore italo-americano starebbe valutando un’uscita anticipata rispetto alla scadenza prevista di agosto 2025. Un’eventualità che avrebbe conseguenze significative per la società rossonera, con Elliott pronto a tornare alla guida del club.

Milan, un nodo finanziario cruciale

Alla base della possibile cessione c’è il prestito di 693 milioni di euro che Cardinale ha ottenuto da Elliott per acquisire il Milan. La scadenza per il rimborso è fissata ad agosto 2025, ma il mancato raggiungimento degli obiettivi finanziari potrebbe spingere RedBird a ritirarsi prima. La complessa situazione economica, con il prestito che ha accumulato interessi significatici (rendendo per RedBird il rimborso sempre più oneroso), spiega la logica di una possibile transizione anticipata: Elliott non solo rientrerebbe in possesso del club, ma rafforzerebbe la propria posizione finanziaria trasformando il debito in patrimonio netto. Questo permetterebbe di evitare ulteriori perdite per tutte le parti coinvolte, garantendo al fondo della famiglia Singer un controllo strategico rafforzato. Cardinale manterrebbe una quota minoritaria del 30%, ma il suo ruolo decisionale sarebbe drasticamente ridimensionato.

Ibrahimovic in bilico

Uno degli effetti collaterali più evidenti riguarda Zlatan Ibrahimovic, scelto da Cardinale come consulente per il progetto tecnico del Milan. Con l’eventuale uscita di scena di RedBird, il ruolo dello svedese rischia di essere fortemente ridimensionato. Repubblica sottolinea come la figura di Ibrahimovic sia stata oggetto di critiche, soprattutto per la percepita lontananza dai problemi della squadra. Nonostante il suo carisma, le recenti polemiche dimostrano che la sua presenza non è sufficiente a smorzare le tensioni all’interno dell’ambiente.

Il ruolo strategico di Giorgio Furlani

Giorgio Furlani, amministratore delegato del Milan, si sta confermando una figura chiave nel panorama societario rossonero. La sua posizione rappresenta il filo conduttore tra RedBird e Elliott, garantendo continuità gestionale anche in uno scenario di transizione. Se Cardinale decidesse di lasciare, Furlani potrebbe giocare un ruolo decisivo per mantenere la stabilità operativa del club. La sua capacità di mediare tra i due attori principali, oltre alla sua esperienza finanziaria, potrebbe fare la differenza in un momento così delicato.

Fonseca e il futuro legato alla Champions

Intanto, Paulo Fonseca si trova sotto una pressione crescente, non solo per i risultati altalenanti in campionato, ma anche per l’imminente sfida di Champions League contro la Stella Rossa. L’appuntamento di mercoledì a San Siro è cruciale per il tecnico e per il club: una vittoria garantirebbe al Milan quasi la certezza dei playoff, tenendo aperta la possibilità di qualificarsi direttamente agli ottavi di finale. L’eliminazione anticipata o, peggio, il mancato raggiungimento della prossima edizione della Champions, rappresenterebbe un colpo durissimo, con ripercussioni economiche significative e quasi certamente la fine del progetto tecnico di Fonseca.

Scenari futuri

Se Cardinale decidesse di lasciare, il Milan potrebbe trovarsi a fronteggiare una transizione delicata. La guida di Elliott garantirebbe una struttura finanziaria più tradizionale, ma lascerebbe aperte molte incognite sul piano tecnico. Resta da capire se il cambio di proprietà potrebbe influenzare le scelte strategiche, come il rinnovo della rosa o i progetti infrastrutturali.

Le indiscrezioni sul possibile addio di Cardinale gettano un’ombra sul futuro immediato del Milan. In un momento cruciale della stagione, il club si trova a dover bilanciare la pressione dei risultati sul campo con le sfide societarie. Resta da vedere come queste dinamiche influiranno sul progetto tecnico e sull’identità della squadra rossonera.