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poi i bandi per i nuovi soci e il piano di rientro #finsubito prestito immediato


Entro Natale sarà presentato un bando per raccogliere le manifestazioni d’interesse per entrare come soci nell’Ente manifestazioni pescaresi ed entro metà gennaio sarà presentato il piano triennale di rientro dal debito con quindi la razionalizzazione dei costi di gestione.

Ad annunciarlo nel corso delle commissioni Cultura, presieduta da Mariarita Sacconi (FdI), e Controllo e garanzia, presieduta da Paolo Sola (M5s) è stato l’amministratore unico dell’Emp Angelo Valori che ha definito il suo ruolo “temporaneo” auspicando un’uscita celere dalla situazione in cui si trova l’Ente con quindi la nomina di un nuovo consiglio d’amministrazione.

L’ipotesi di un prestito dal Comune per pagare gli stipendi

La priorità però oggi è quella di liquidare gli stipendi ai dipendenti dell’Ente e per farlo l’unico modo possibile al momento sembra essere quello di ottenere un prestito dal Comune come riferito dal dirigente Andrea Ruggeri convocato in commissione Controllo e garanzia dal presidente Paolo Sola (M5s). Concedere contributi a fondo perduto nella fattispecie infatti non è possibile e sebbene, come riferito dallo stesso Valori, siano già stati avviati i contatti con ministero della Cultura, Regione e Comune per attivare le procedure di sblocco dei pignoramenti per avere i 50mila euro che sarebbero già dovuto entrare nelle casse dell’Ente, ma che proprio in forza di questi al momento non ci sono, averli nell’immediato sarebbe impossibile.

Questo proprio perché prima dell’erogazione, è stato spiegato e sottolineato anche dal consigliere comunale Domenico Pettinari in riferimento alle procedure regionali in particolare, si dovrebbe arrivare all’approvazione del piano di riequilibrio che dovrebbe mettere tutti d’accordo, creditori in primis. Su questo fronte sempre Valori ha rassicurato parlando di un confronto informale già avuto con alcuni di questi e cioè quelli cui l’ente deve le somme maggiori e la disponibilità ad accoglierlo un piano ci sarebbe.

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Il “peso” della pandemia e della chiusura del teatro d’Annunzio sui debiti dell’Emp

Quel piano però, a suo parere, non dovrebbe andare a gravare sui costi artistici perché toccarli “sarebbe un impoverimento” per l’ente stesso. Ecco perché la sua idea, ha spiegato, è quella di puntare sulla razionalizzazione dei costi di gestione. Un tema su cui il capogruppo Pd Piero Giampietro ha chiesto chiarezza qualora si dovesse parlare anche di tagli al personale. Domande cui una risposta definitiva non arriverà prima di averlo quel piano di riequilibrio che, come detto, sarà presentato a metà gennaio.

Si è parlato dei debiti dell’Ente con Valori che ha rimarcato le ovvie difficoltà degli anni della pandemia e anche dell’ultima stagione particolarmente gravata, ha sottolineato, dalla chiusura del teatro d’Annunzio. Una situazione che avrebbe impedito la programmazione e che comunque avrebbe perso di appeal verso il pubblico vista la portata degli eventi che normalmente ospita tanto da dimezzare gli incassi. Una situazione che tra l’altro sarà difficile si risolverà in vista dell’estate 2025 e su cui dunque si dovranno pianificare in largo anticipo le alternative per non trovarsi, come accaduto nel 2024 vista la chiusura del teatro a ridosso della stagione estiva, a dover rincorrere il problema.

Valori: “No allo scioglimento, sì alla riorganizzazione”

Nel suo intervento in commissione l’amministratore dell’Emp ha anche parlato della possibilità, o meglio della sua valutazione, di fare dell’Ente una realtà del terzo settore escludendo categoricamente la possibilità di scioglierlo. “Io sono favorevole a salvarlo e riorganizzarlo anche perché – ha detto Valori nel suo intervento -, non solo perderemmo posizione nel Fus (Fondo unico per lo spettacolo), ma poi i debiti e i dipendenti chi li pagherà?”.

L’ha poi definito un “atto di coraggio” quello di chi, con le manifestazioni d’interesse, deciderà di diventare socio dell’Emp e questo a causa, ha rimarcato, della cattiva pubblicità cui sarebbe stato sottoposto lo stesso nelle ultime settimane. “Se pubblico solo la passività dei bilanci a mio parere si offre una visione distorta”, ha detto assicurando che “appena usciti dalla bufera la valutazione di chi ha danneggiato l’ente sarà fatta”. Valori ha ribadito che questo è “il momento di capire chi vuole salvare e chi vuole chiudere l’ente magari per aprire un’altra fase” esprimendo la volontà di far cambiare idea a chi pensa sia meglio chiuderlo.

Se sul se vi siano responsabilità sul debito creato risposte le ha chieste Pettinari, su quella che sarebbe la responsabilità politica è intervenuto Giampietro: “è stato chiesto molte volte al cda di farli quei bandi per acquisire soci. Ci è sempre stato detto che non era possibile farli. Forse se ci avessero dato retta ora saremmo in un’altra situazione. Capire dove si è creato il problema del debito sarebbe utile a evitare di trovarsi in futuro nella stessa situazione”, ha aggiunto.

L’intento comune emerso è dunque quello di rimettere in equilibrio l’ente, ma sul come è ancora tutto da capire sebbene l’idea del piano ci sia. Un piano che comunque dovrà poi essere vagliato dai soggetti coinvolti compresi quindi Regione e Comune. Così come tutti sono stati concordi sul fatto che la priorità sia quella intanto di liquidare gli stipendi arretrati cosa che, come detto, potrebbe essere fatta con un prestito del Comune a valere sul fondo di riserva dato che per il bilancio, rimarca il presidente Sola, sarebbe ormai tardi.

Il presidente Sola (M5s): “Servono un piano aziendale e una nuova gestione”

È proprio il presidente della commissione Controllo e garanzia a tracciare il bilancio della seduta sulla situazione dell’Emp. “Credo che in questa fase il dibattito sull’opportunità di sciogliere l’ente o quantomeno riformarlo debba essere superato dalla vera urgenza del momento, rappresentata dal saldo dei circa 400mila euro di debiti tra i quali soprattutto le competenze tecniche e professionali di chi dev’essere ancora pagato per il lavoro svolto con l’ente, ivi compresi gli stessi dipendenti”, dichiara Sola.

“Questo dovrebbe passare necessariamente da un piano di rientro per il pagamento dei debiti, ma anche da un vero e proprio piano aziendale che possa rivedere tutte le voci di spesa dell’ente e fare una valutazione complessiva di razionalizzazione dei costi, sotto ogni punto di vista. Compito che, con tutta probabilità, dovrebbe essere esternalizzato a favore di una figura tecnica che abbia una opportuna visione contabile della situazione e che possa mettere al centro l’obiettivo del risanamento, anche se questo dovesse passare da scelte anche impopolari dal punto di vista artistico o della programmazione”.

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“D’altronde – conclude Sola – l’unico modo per poter accedere a ‘sostegni’ pubblici salvifici in tal senso, siano essi regionali o comunali, è proprio quello di dimostrare di poter garantire il riequilibrio dell’attuale situazione economico-finanziaria. Solo dopo si potrà ragionare sulle modalità più opportune di una nuova gestione che dovrà essere in ogni caso il più trasparente e condivisa possibile”.



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