«Una colletta per riportare a casa il suo corpo» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

CARMIGNANO DI BRENTA (PADOVA) – In Italia era arrivato nel 2016 da profugo su uno dei numerosi barconi, cosiddetti “della speranza”, lasciando il cuore degli affetti e della terra natia, la Costa d’Avorio, in cerca di un futuro migliore. Lo stava costruendo giorno dopo giorno con tanti sacrifici, ma purtroppo, nel pomeriggio di lunedì 2 dicembre, ogni sforzo è stato vanificato da una probabile distrazione.

Moussa Akande, 31 anni, residente a Vicenza in un appartamento condiviso con un amico, è stato colpito dalla motrice di un treno merci, mentre con la sua bicicletta stava attraversando i binari della stazione a Carmignano, per raggiungere la banchina da dove sarebbe salito sul Treviso-Vicenza delle 17.30 che l’avrebbe riportato a casa.

Il dolore e la colletta

Lavorava alla Brenta Recycling nello stabilimento di Grantorto, in via Martiri della Libertà. «Era con noi dal 2020 – spiega il titolare Nicola Basso – una brava persona, disponibile, con tanta voglia di fare, non si tirava mai indietro. Abbiamo attualmente due turni di lavoro. Dalle 6 alle 14 e dalle 14 alle 22. Lui questa settimana svolgeva il primo turno. Siamo ovviamente affranti, il nostro desiderio è quello di contribuire alle spese per il rientro della salma nel paese d’origine. Questo è quello che alcuni amici starebbero cercando di fare».

La dinamica

Le spese di questo genere sono molto onerose. Ad ora non c’è nulla di definito, in attesa anche delle decisioni dell’autorità giudiziaria. Appare comunque chiara la dinamica del tragico incidente. Moussa Akande non si è accorto del sopraggiungere del treno merci, oppure ne ha visto i fari sul tratto rettilineo e pensava di riuscire ad attraversare comunque i binari. Portava con sé la bicicletta, unico mezzo per spostarsi da Carmignano di Brenta alla sede di lavoro e poi a Vicenza.

Il colpo subito nell’impatto è stato fatale. Inutile ogni intervento dei soccorritori, chiamati subito da alcuni colleghi che erano anch’essi in stazione. Akande aveva terminato il turno di lavoro alle 14. Nell’ora dell’investimento avrebbe dovuto essere già a Vicenza. Il destino ha voluto, hanno raccontato alcuni colleghi, che si fosse dimenticato in azienda lo zainetto. Per recuperarlo ha ritardato il rientro a casa. Non è salito sul solito treno delle 14.30 come di norma faceva quando era al primo turno, ma voleva prendere quello delle 17.30. Un tragitto di 19 minuti per arrivare nel capoluogo berico.

Un lavoro non semplice il suo, ma che gli permetteva di vivere onestamente, di avere una sorta di riscatto dopo quanto aveva dovuto passare per arrivare in Europa. Riusciva a mettere da parte un po’ di soldi che periodicamente inviava ai suoi cari in Costa d’Avorio, un contributo assolutamente prezioso. La fatica diventava relativa, potendo contare su una vita comunque dignitosa.

Le autorità stanno cercando in queste ore di ricostruire un’eventuale rete parentale in Italia ed allo stesso tempo stanno agendo per via diplomatica, in maniera da espletare le pratiche relative alle esequie.