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Chi ha distrutto la Biblioteca di Alessandria, la più grande dell’antichità, e cosa conteneva? #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


La biblioteca di Alessandria fu probabilmente uno dei maggiori centri culturali del mondo antico. L’edificio venne costruito ad Alessandria d’Egitto nel corso III sec. a.C., durante il regno di Tolomeo II (284-246 a.C.), secondo faraone della dinastia tolemaica, ovvero la dinastia di origine macedone che prese il controllo dell’Egitto dopo la morte di Alessandro Magno. L’intenzione di costruire una biblioteca che potesse contenere tutto il sapere del mondo era già stata espressa dal padre di Tolomeo II, Tolomeo I, uno dei generali di Alessandro. Questa era parte di un complesso culturale più ampio noto come Museion, termine greco che significa “il luogo delle muse“, e che ha dato origine al nostro “museo“.  Stabilire la quantità di volumi custoditi all’interno non è possibile, ma ciò che è certo è che il Museo di Alessandria e la biblioteca fossero uno dei maggiori centri di ricerca dell’antichità che ospitava un grande numero di opere che spaziavano dalla filosofia alla scienza. Ad oggi non è chiaro stabilire quando l’edificio venne distrutto definitivamente, anche perché è probabile che nel corso dei secoli sia stato ricostruito più volte. Fra gli indiziati ci sono Giulio Cesare, gli imperatori romani Aureliano o Teodosio e il generale arabo Amr ibn al-As, comandante delle truppe che invasero l’Egitto.

Chi ha distrutto la biblioteca di Alessandria d’Egitto e perché?

Secondo gli autori antichi, la prima distruzione della biblioteca dovrebbe datarsi al 48 a.C., nel contesto dell’arrivo in Egitto di Giulio Cesare (100-44 a.C.) per inseguire il suo nemico Pompeo Magno (106-48 a.C.). C’è da precisare che al tempo dell’arrivo di Cesare l’istituzione della biblioteca era in crisi già da diverso tempo. Infatti al tempo del faraone Tolomeo VIII (182/181-116 a.C.), una disputa con gli studiosi della biblioteca costrinse molti intellettuali a lasciare l’Egitto. La distruzione della biblioteca da parte di Cesare fu contenuta: l’incendio si scatenò non in maniera intenzionale, ma a causa dei combattimenti che avvennero in città fra soldati romani ed egiziani. In ogni caso sembra che la distruzione sia stata piuttosto limitata.

Il secondo indiziato per la distruzione della biblioteca alessandrina è l’imperatore Aureliano (214/215-275 d.C.). Nel 272 d.C. Alessandria era controllata dal regno di Palmira (antica città della Siria), uno stato secessionista nato in oriente durante un periodo di crisi dell’Impero Romano. Nel contesto della guerra contro i separatisti palmireni Aureliano assediò Alessandria, e nel corso dei combattimenti il quartiere della biblioteca venne raso al suolo dalle fiamme. Non sappiamo se durante questo grande incendio la biblioteca venne effettivamente distrutta, ma è altamente probabile.

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Busto in bronzo raffigurante Aureliano o Claudio il Gotico. Credit: Giovanni Dall’Orto

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Un’altra teoria vede la distruzione della biblioteca nel 391 d.C., a seguito di una decisione dell’imperatore Teodosio (347-395 d.C.), che impose il cristianesimo come religione di stato e che quindi promosse la chiusura dei centri del sapere della vecchia religione tradizionale. In realtà pare che le fonti che supportano questa data facciano confusione fra la biblioteca del Museo e quella del Serapeo, un’altra biblioteca di Alessandria, chiusa per certo da Teodosio.

L’ultimo indiziato è il generale arabo Amr ibn al-As (573-663/664 d.C.), che conquistò l’Egitto scacciando le forze bizantine. Secondo alcuni storici arabi del XIII secolo, nel 642 d.C. il generale incendiò la biblioteca su ordine del califfo Omar (585-644 d.C.), secondo successore di Maometto. La motivazione stava nel fatto che tutto il sapere contenuto nella biblioteca era inutile in confronto agli insegnamenti del Corano. Questa versione è in realtà la più improbabile: le prime menzioni di queste storia risalgono appunto al XIII secolo, quindi ben 600 anni dopo i fatti.

La biblioteca di Alessandria oggi

Oggi esiste un’erede “spirituale” dell’antica biblioteca. La Bibliotheca Alexandrina è un moderno centro culturale nato nel 2002 ad Alessandria d’Egitto, ispirato alla famosa biblioteca dell’antichità. L’edificio è stato progettato dallo studio architettonico norvegese Snøhetta. È un luogo dove si incontrano libri, tecnologia e arte: ospita milioni di volumi, musei, un planetario e spazi per eventi culturali di ogni tipo, ed è uno degli edifici del suo genere più grandi del mondo.

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La moderna Bibliotheca Alexandrina. Credit: Hajor

Fonti:

Casson L., Libraries in the Ancient World

Alexandrian Museum

Dickey E., Ancient Greek Scholarship: A Guide to Finding, Reading, and Understanding Scholia, Commentaries, Lexica, and Grammatical Treatises from Their Beginnings to the Byzantine Period

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Haughton B., What happened to the Great Library at Alexandria?

Aulo Gellio, Notti attiche

Watts E. J., City and School in Late Antique Athens and Alexandria

Trumble K., MacIntyre Marshall R., The Library of Alexandria





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