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Trapani e il dramma dello spaccio, un libro per i giovani #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


La lotta contro crack, eroina e cocaina assume un nuovo volto con “Mafia e droga. Lo stato delle cose. Rapporto 2024”, un libro che denuncia l’intreccio tra spaccio e famiglie mafiose in Sicilia, offrendo ai giovani strumenti per comprendere e reagire. Il volume, edito da Mediter Italia, non si limita a raccontare come la droga si è radicata nell’isola, ma include anche un disegno di legge, “Dalla dipendenza all’interdipendenza”, redatto da studenti e docenti e finalmente approvato.

Presentato al Museo regionale Agostino Pepoli di Trapani, l’opera è il culmine del progetto “Itinerari di comunità”, promosso dall’ULEPE di Trapani, diretta da Rosanna Provenzano, in collaborazione con il Comune di Trapani, il Distretto socio sanitario D30 e la Fondazione Le Vie dei Tesori di Palermo.

Dalla pena in carcere al reinserimento sociale: il perché di questo libro

“Mafia e droga. Lo stato delle cose. Rapporto 2024” è stato scelto per chiudere il progetto “Dalla dipendenza all’indipendenza”. “Non è un semplice rapporto di ricerca, questo libro parla di quello che succede davvero, nei nostri quartieri” ha detto Rosanna Provenzano, dirige l’Ufficio dell’Esecuzione Penale Esterna (UEPE), sottolineando quanto le storie di Palermo siano vicine a quelle di Trapani. ” L’uepe si occupa di chi sconta la pena fuori dal carcere. “Molti pensano che la pena si sconti solo dentro le mura di un carcere, ma non è così” ha sottolineato Provenzano. E ha ricordato che sono tantissime le persone che scontano la pena in mezzo a noi, seguite e aiutate a reinserirsi.

https://www.youtube.com/watch?v=XvC1hbhm4UM

Ha poi parlato di come l’ufficio collabori con diverse realtà, per affrontare problemi come la droga, la violenza sulle donne e la prevenzione nelle scuole. “Non ci incontriamo solo per gli eventi, ma lavoriamo insieme, fianco a fianco“.

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Con emozione, ha raccontato del progetto “Itinerari di comunità”, che ha permesso a persone in esecuzione penale di scoprire le bellezze di Trapani. “Li abbiamo accompagnati nei musei, perché la bellezza e la conoscenza sono fondamentali per capire chi siamo e dove siamo”. E ha ricordato la visita al Museo Pepoli, con la meraviglia negli occhi di chi, abituato al grigio del carcere, scopre la magia del corallo. “Chi ha vissuto la detenzione, chi è abituato a combattere gli scarafaggi in cella, può finalmente scoprire la bellezza del Museo Pepoli, la storia del corallo“.

Prevenzione e giovani: l’approccio di Umberto Santino

Umberto Santino, nel suo intervento, affronta il tema della prevenzione del consumo di droga tra i giovani, sottolineando l’importanza di un approccio multifattoriale che coinvolga istituzioni, scuole e famiglie.

Bisogna agire sul piano sociale – afferma Santino – significa produrre alternative”. Non basta denunciare il problema, occorre creare opportunità concrete per i giovani, come spazi culturali e occasioni di lavoro. “Bisogna sottrarre la mafia i ragazzi, come faceva Padre Puglisi“, aggiunge, ricordando l’impegno del sacerdote nel togliere i giovani dalla strada e dalla criminalità.

Per quanto riguarda i tossicodipendenti, Santino sostiene che il carcere non sia la soluzione. “Il tossicodipendente deve essere curato, deve essere accudito, deve essere sottratto alla dipendenza attraverso interventi sanitari“, afferma, proponendo la creazione di comunità di recupero dove i giovani possano “assumersi le proprie responsabilità“.

La prevenzione, secondo Santino, deve partire dalla scuola, che ha un “ruolo importantissimo” nell’educare i giovani e nell’offrire loro un’alternativa alla cultura mafiosa. “La scuola può avere un ruolo importantissimo proponendoci, soprattutto il problema che la mattinata e chiudo importante che evita il riproduce“, conclude, invitando a un’azione corale per costruire un futuro migliore per i giovani e per la società.

 

 Mafia e droga: l’intervento del Giudice Enzo Agate

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Il Giudice Enzo Agate, nel suo intervento, offre un’interessante prospettiva sull’attività della magistratura in relazione a mafia e droga, basata sulla sua esperienza al Tribunale di Trapani.

Il libro incentra la propria attenzione rendendo come punto di riferimento l’ambito territoriale, soprattutto della città di Palermo e l’intreccio che c’è sempre stato e tra mafia e droga“, osserva Agate, riconoscendo l’importanza di analizzare il fenomeno nel contesto locale.

Agate sottolinea come mafia e droga siano ancora oggi è il connubio criminogeno territorialmente più diffuso. “Il fenomeno mafioso, è inutile che lo stia a dire non è finito con la con la cattura di Messina Denaro“, afferma, evidenziando la persistenza delle organizzazioni criminali e il loro continuo ricambio.

Il Giudice si concentra poi sul legame tra mafia e droga, che si manifesta non solo nei processi per associazione mafiosa, ma anche in altri reati come estorsioni, rapine e traffico di stupefacenti. “Il fenomeno porta con sé il controllo del territorio che la mafia continua a esercitare“, spiega Agate.

Un aspetto particolarmente critico, secondo Agate, è l’impatto della tossicodipendenza sulle famiglie. “I tossicodipendenti all’interno delle famiglie creano e effettuano condotte che portano alla commissione di altri delitti”, osserva, citando i casi di maltrattamenti ed estorsioni nei confronti dei genitori per ottenere denaro per acquistare droga.

Agate conclude il suo intervento con un appello alla collaborazione tra magistratura e operatori sociali per affrontare il problema della tossicodipendenza. “Dobbiamo  intervenire su questi soggetti perché sicuramente il carcere non può essere una soluzione“, afferma, sottolineando l’importanza di misure alternative come il ricovero in comunità.

“Voi siete il presente”: l’appello di Nicola Nicotra alla legalità

Nicola Nicotra, dirigente della Polizia Anticrimine, nel suo intervento, si rivolge ai giovani presenti con un forte appello alla legalità e alla consapevolezza.

Io spero che, sempre di più, ci sia il coinvolgimento delle famiglie“, afferma Nicotra, sottolineando l’importanza di un’azione congiunta tra istituzioni, forze dell’ordine e famiglie per contrastare il fenomeno della droga.

Nicotra esprime la sua preoccupazione per il crescente consumo di crack tra i giovani, evidenziando il dramma delle famiglie che si rivolgono alle istituzioni per chiedere aiuto. “Guardate che brutto, quando una mamma un papà vengono a loro.Dateci una mano d’aiuto”, commenta, sottolineando come la richiesta di aiuto sia spesso preceduta da un lungo periodo di silenzio e sofferenza all’interno delle famiglie.

Mafia e droga sottendono una serie infinita di reati“, prosegue Nicotra, spiegando come il consumo di droga possa innescare un meccanismo che porta a crimini sempre più gravi. “La mafia è esattamente l’opposto dello Sport – utilizzando una metafora efficace per spiegare la differenza tra la ricerca della legalità e la prevaricazione. 

Nicotra conclude il suo intervento con un messaggio di speranza e di fiducia nei giovani. “Voi non siete il futuro, voi siete il presente“, afferma, invitandoli a “percorrere la bellezza della vita” e a combattere la mafia e la droga con la cultura, la consapevolezza e la legalità. “Combattiamo per le pagine di quei libri che i rapporti siano sempre più piccoli più brevi“, conclude, auspicando un futuro in cui le storie di mafia e droga lascino spazio a quelle di legalità e speranza.

Collaborazione e consapevolezza: il messaggio del Vice Prefetto Pergolizzi

Nel suo intervento, il Vice Prefetto di Trapani, Laura Pergolizzi, ha posto l’accento sulla necessità di una stretta collaborazione tra istituzioni per affrontare la sfida della droga. “Si entra a far parte di un progetto comune che vede la collaborazione un po’ di tutte le istituzioni“, ha affermato, sottolineando come solo attraverso una rete sinergica si possa contrastare efficacemente questo fenomeno.

Pergolizzi si è rivolta direttamente ai giovani, invitandoli a cogliere le opportunità offerte dal percorso intrapreso, che include iniziative di informazione e sensibilizzazione come il convegno sulle nuove droghe. “Serva a voi come conoscenza sempre più profonda di quella che è la realtà“, ha auspicato, affinché i ragazzi possano sviluppare una maggiore consapevolezza e compiere scelte libere e responsabili.

Il Vice Prefetto ha concluso il suo intervento ribadendo l’impegno delle istituzioni nel creare un ambiente inclusivo e supportivo per i giovani. “La presenza delle istituzioni che mettono insieme tutte le sinergie” è la chiave per raggiungere l’obiettivo comune di una società più sana e consapevole.

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Presidi fisici e culturali: l’intervento di Palazzolo

Palazzolo, in rappresentanza dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, ha portato i saluti dell’amministrazione sanitaria e ha sottolineato l’importanza della collaborazione con l’Ufficio Locale dell’Esecuzione Penale Esterna, evidenziando i due recenti accordi stipulati per l’assistenza ai detenuti.

Ha poi elencato le strutture dell’ASP dedicate all’assistenza, come i servizi per le tossicodipendenze e la UO di psicologia, sottolineando il loro ruolo di “presidio materiale e di prevenzione“. Palazzolo ha distinto tra prevenzione primaria, affidata ai servizi di psicologia, e prevenzione secondaria e terziaria, di competenza dei servizi per le tossicodipendenze (SerT).

Nel suo intervento, Palazzolo ha introdotto una distinzione tra “presidi fisici” e “presidi immateriali o culturali” nella lotta alla mafia e alla droga. I primi sono rappresentati dalle strutture fisiche come i SerT, i tribunali e le forze dell’ordine, mentre i secondi includono iniziative culturali come il libro “Mafia e droga” e il convegno stesso.

Questo è sicuramente un presidio immateriale, un presidio culturale ma altrettanto necessario, cari signori, cari ragazzi“, ha affermato Palazzolo, sottolineando l’importanza del cambiamento culturale nella lotta alla criminalità. “Perché comporta quel necessario cambiamento culturale di cui tutti noi abbiamo bisogno nella lotta alla mafia, nella lotta alla droga, nella lotta alla criminalità“, ha concluso.

Un patto educativo contro la mafia: l’appello del Dirigente Nugnes

Il Dirigente scolastico Davide Nugnes ha aperto il suo intervento ringraziando per l’iniziativa e rivolgendo un caloroso benvenuto agli studenti presenti. “Abbiamo gli studenti del Rosina Salvo, Sasso e Bufalino della Florio, del Da Vinci e del Calvino. Quindi benvenuti ragazzi“, ha detto, riconoscendo la partecipazione attiva delle scuole.

Nugnes ha poi raccolto l’invito del Sindaco a “far passare il patto educativo che c’è tra scuole e famiglie“, sottolineando l’importanza della collaborazione tra queste due istituzioni fondamentali nella crescita dei giovani. Ha annunciato la prossima costituzione dell’Osservatorio Provinciale sulla dispersione scolastica, con l’obiettivo di “concretizzi in azioni dirette all’aiuto alle famiglie e agli studenti“.

Rivolgendosi agli studenti, Nugnes ha ricordato loro che sono le prime vittime della mafia, che sfrutta il loro disagio e le loro fragilità. “Siete vittima siete le prime vittime della mafia, perché la mafia conta proprio sul fatto che il vostro disagio sia un terreno fertile”, ha affermato con forza.

Il Dirigente ha concluso il suo intervento invitando i ragazzi a cogliere l’occasione di riflessione offerta dal convegno e a portare il messaggio di lotta alla mafia e alla droga nelle loro classi e tra i loro compagni. “Portate nelle vostre classi questo messaggio. Il messaggio che oggi ascolterete qua“, ha concluso.





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