gang a processo, condannato il capo #finsubito prestito immediato

ANCONA – Cellulari, elettrodomestici, prodotti hi-tech. La gang si arricchiva a spese di un disabile che veniva indotto ad effettuare acquisti, con l’accensione di finanziamenti, ma poi la merce spariva dalla sua disponibilità.

Ma intanto lui continuava a pagare le rate. Ad accorgersi del raggiro e a mandare tutti a processo era stato il suo tutore. Ma a distanza di quattro anni da quelle spese pazze, solo uno di loro è stato condannato: un 32enne anconetano (già in carcere per altri reati e difeso dall’avvocato Fabrizio La Rocca), considerato il capobanda e l’ideatore della circonvenzione d’incapace.

La ricostruzione

I suoi tre compagni di scorribande, invece, sono stati assolti per insufficienza di prove. Tutti anconetani, erano difesi dagli avvocati Giuliano Natalucci, Milo Sabatini e Giuditta Pierella. A scoprire il raggiro era stata la polizia, dopo la denuncia sporta dal tutore del 60enne, affetto da un ritardo mentale. Tramite un’amicizia in comune, i quattro avevano stretto rapporti con lui. Il 32enne sarebbe stato l’artefice del tranello. Sapeva che l’uomo percepiva una pensione d’invalidità che poteva rappresentare una valida garanzia per gli acquisti. Così, tra il novembre e il dicembre del 2020, insieme agli amici (poi assolti) l’avrebbe accompagnato in un negozio di corso Garibaldi e in vari centri commerciali alla Baraccola per acquistare smartphone, lavatrici, televisori e anche un condizionatore.

«Tu firma, poi ci pensiamo noi a saldare il conto», gli era stato detto. Una scusa per convincerlo ad accendere finanziamenti, ponendo a garanzia la sua pensione d’invalidità. Sei gli episodi contestati. La merce, una volta consegnata, spariva dalla sua disponibilità, mentre di mese in mese arrivavano gli addebiti delle rate sul suo conto corrente. A scoprire l’inghippo è stato il tutore del 60enne che ha sporto denuncia dopo aver notato quegli ammanchi sospetti e che si era costituito parte civile tramite l’avvocato Francesco Scaloni. Il risarcimento è già avvenuto. Ora è arrivata la condanna, ma solo per uno della gang.