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ma le nuove risorse non sono equilibrate La Nuova Sardegna #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Sassari Il libro dei sogni in versione cartacea è il primo, indispensabile passo. Per la traduzione del testo in opere reali e tangibili serviranno diversi anni, ma la strada è finalmente tracciata in modo chiaro. La firma dell’accordo per lo Sviluppo e la Coesione per la Sardegna, siglata due giorni fa dalla premier Giorgia Meloni e la presidente della Regione, Alessandra Todde, restituisce la proiezione di un’isola più al passo con i tempi.

La borsa

Il totale da 3 miliardi e mezzo di euro destinati a 294 interventi strategici per il territorio è in realtà il frutto di un effetto domino spinto dal Fsc 2021-2027, che con l’assegnazione di 2,47 miliardi di euro (inclusi 156,8 milioni anticipati nel 2021)consente di sbloccare un ulteriore miliardo abbondante di risorse e di portare a dama progetti finanziati solo in parte o comunque incompleti. Si arriva così all’iniezione da 3,54 miliardi, che porta in calce le firme della premier e della governatrice.

Le priorità

È sufficiente scorrere i titoli dei macro-settori nei quali si articola il piano per individuare in maniera chiara le priorità e la portata degli interventi. Quelli su ambiente e risorse idriche e sulle infrastrutture, ad esempio, non sono più rimandabili e porteranno investimenti rispettivamente per 735 e 449 milioni di euro. Ma anche i fondi messi a disposizione di sanità, riqualificazione urbana ed edilizia pubblica e per istruzione e ricerca indicano i capisaldi di un percorso che dovrà necessariamente dare alla Sardegna un volto al passo con i tempi.

Più fondi a chi sta meglio

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

La tabella della ripartizione territoriale, nella quale l’investimento pro capite viene indicato in 1.745,02 euro per ogni cittadino sardo, evidenzia l’impatto per ciascuna provincia: il 35% dei fondi andranno alla città metropolitana di Cagliari, il 31% al territorio di Sassari, il 16% a Nuoro, il 12% al Sud Sardegna, il 7% a Oristano. È evidente come la ripartizione si basi in linea di massima sul mero dato anagrafico, ma nell’ottica di interventi che hanno l’obiettivo di migliorare le condizioni dei territori e dei cittadini, si tratta evidentemente di una scelta non lungimirante: tutti gli indicatori economici e sociali nazionali collocano infatti la città metropolitana di Cagliari regolarmente nella top20, spesso al passo con centri del centro-nord. Altre zone, in particolare il Nuorese e il Sud Sardegna, risultano invece sistematicamente in coda, tra le aree più depresse d’Italia. Sembra dunque che, nel contesto di una regione che viaggia a più velocità, si sia persa un’occasione forse irripetibile per riequilibrare la situazione, favorendo non soltanto l’area più popolosa ma anche quella già nettamente più ricca dell’isola e più avanzata anche a livello di progettualità. Più forte, di conseguenza, anche nel formulare richieste di risorse chiare e convincenti.

Grandi e piccole opere

Nel calderone dell’accordo, che interessa in maniera capillare tutti i territori della Sardegna, si trova ovviamente un po’ di tutto. I 78,5 milioni di euro per l’ospedale di Sassari e i 58 per il Brotzu di Cagliari rappresentano gli investimenti mirati più sostanziosi nel settore sanità. Nel contempo, i 25,5 milioni destinati al collegamento ferroviario Alghero-aeroporto consentono di portare a compimento un progetto da 248 milioni, in gran parte già finanziato con altri fondi. Ma anche gli interventi più piccoli, sotto il milione di euro, destinati magari a piccole opere di viabilità o all’adeguamento di impianti idrici, hanno un forte impatto sulla qualità della vita di chi vive in centri isolati, per i quali il reperimento di risorse è da sempre problematico.



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