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Housing sociale a Sassari, pubblicato il bando per assegnare altri cinque alloggi #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Sassari. Un reddito imponibile complessivo del nucleo familiare non inferiore a 23mila euro e un valore Isee non oltre i 40mila euro. Sono i nuovi criteri adottati dal Comune per portare avanti il progetto di housing sociale che, in linea con gli obiettivi del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Pinqua), prevede di assegnare cinque alloggi di edilizia residenziale sociale a canone calmierato. In attesa di completare l’iter di assegnazione dei primi quattro alloggi di corso Vittorio Emanuele ai quattro beneficiari risultati in possesso dei requisiti su un totale di 25 candidature, gli uffici delle Politiche abitative, dopo l’analisi delle domande ricevute, hanno promosso la modifica  della  soglia minima di accesso, ampliando la platea  dei concorrenti appartenenti alla cosiddetta “fascia grigia”, rappresentata da coloro che posseggono un reddito troppo basso per accedere al mercato libero, ma superiore a quello previsto per beneficiare dell’edilizia residenziale popolare (Erp).

Il nuovo bando, pubblicato nell’albo pretorio online sino al 10 dicembre, cerca di individuare più puntualmente i confini della “fascia grigia” rispetto al contesto socio-economico della città di Sassari, facendo una distinzione tra chi ha effettivamente diritto agli alloggi popolari e chi – pur rientrando nella fascia Erp – vanta un diritto solo teorico.

Confermati invece gli altri criteri, a iniziare dalla scelta fatta dall’amministrazione Mascia sin dall’insediamento di privilegiare chi abita a Sassari ma non è residente nel centro storico, «per favorire il processo di rigenerazione sociale della città vecchia che passa dalla possibilità di restituire alla parte più antica di Sassari la sua originaria funzione residenziale», come spiega l’assessora delle Politiche abitative, Patrizia Mercuri.

In questi giorni i quattro assegnatari già individuati effettueranno un sopralluogo negli alloggi in cui andranno a vivere, poi firmeranno tutte le carte e diventeranno ufficialmente i primi protagonisti di un progetto dal quale il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, si aspetta tanto. «È la prima volta che il Comune interviene per sostenere il diritto all’abitare di quella fascia di cittadini che rischia l’esclusione sia dall’assegnazione degli alloggi popolari, sia dalla possibilità di usufruire di un contratto di locazione a canone calmierato – sottolinea – anche grazie a questo elemento, che ci permette di ridefinire il concetto di fascia grigia a Sassari, contiamo di dare concretezza al primo progetto pubblico di housing sociale in città». In particolare, «puntiamo a migliorare l’aspetto, la funzionalità e la qualità della vita in centro storico col recupero e la riqualificazione di spazi degradati o sottoutilizzati da restituire alla città – prosegue – è un processo fondamentale per migliorare la qualità di vita dei residenti, creare nuovi servizi, aumentare la sicurezza, promuovere la partecipazione dei cittadini, creare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo economico», aggiunge. «Il nostro centro storico sarà interessato per i prossimi anni da una serie di attività e interventi di rigenerazione urbana – conclude – l’housing sociale concorre a questo obiettivo».

Nella stessa palazzina in cui si trovano i quattro alloggi già assegnati, ne restano vuoti ancora tre. A questi si aggiungono altri due appartamenti, sempre nel centro storico. Cinque in tutto, con una metratura compresa tra i 50 e i 68 metri quadri, a canoni di locazione che oscillano tra i 275 e i 390 euro, con una riduzione del 50% per tutta la durata del contratto, come ha deciso la giunta comunale nella delibera licenziata nel corso dell’ultima seduta.

Le case non sono arredate, ma hanno una cucina in muratura completa di piano cottura a induzione, cappa elettrica, fornetto elettrico e lavello. «Attualmente nel centro storico cittadino si registra un’alta percentuale di famiglie in condizione di disagio e di povertà assoluta, oltre a diffuse situazioni di disoccupazione, microcriminalità ed emarginazione», rimarca l’assessora Mercuri. «La rigenerazione urbana è una risorsa preziosa per avviare un processo che renda nuovamente attrattivo il centro storico – conclude – con investimenti destinati a rimanere nel tessuto della comunità e a influenzare positivamente le generazioni future».

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