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ecco cosa cambia e i nuovi incentivi in arrivo #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Sono diversi gli emendamenti al Piano Casa presentati nella Manovra: tra questi c’è anche lo stop a tutti gli sconti per le caldaie.

Come dichiarato da SkyTg24, la riunione tra i leader di maggioranza dei prossimi giorni aiuterà a stabilire una tabella di marcia per il Ddl Bilancio, atteso dal voto della Commissione Bilancio della Camera a dicembre.

L’emendamento riguardante il bonus caldaie è stato proposto dai deputati Roberto Pella, Francesco Cannizzaro (Forza Italia), Lucrezia Mantovani (Fratelli d’Italia) e da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle e punta a rimuovere dall’ecobonus, gli impianti di climatizzazione invernali alimentati unicamente tramite combustibili fossili.

Secondo la modifica, chi tra il 2025 e il 2027 intende acquistare questo tipo di caldaie a condensazione non potrà beneficiare degli sconti riconosciuti per le spese di riqualificazione energetica degli edifici.

In questo modo l’Italia si allineerebbe alle indicazioni della direttiva Case green (Energy performance of buildings directive) che vieta gli sconti fiscali per le caldaie alimentate a combustibili fossili dal 2025, ma ammette ancora le caldaie a condensazione (fino al 2040) e quelle a pompe di calore, essendo apparecchi ibridi.

La Direttiva “Case Green” punta alla riduzione del consumo energetico dell’intero parco immobiliare residenziale entro il 2030.

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Il percorso dovrebbe abbattere i consumi di almeno il 16% rispetto al 2020 e per l’Italia sarebbe un traguardo ambizioso, visto che il 70% delle abitazioni presenta la peggiore prestazione energetica.

Il testo della Legge di bilancio licenziato in ottobre dal Consiglio dei Ministri prevede il rinnovo di diversi sconti fiscali in scadenza, seppur con una revisione delle aliquote.

Come previsto nel provvedimento uscito da Palazzo Chigi, chi nel 2025 sostiene delle spese per l’acquisto e l’installazione di una nuova caldaia può avvalersi ancora del bonus ristrutturazioni o dell’ecobonus, senza dimenticare anche altre alternative.

Per le caldaie, fino al 31 Dicembre di quest’anno l’ecobonus permette di avere la detrazione al 65% per l’acquisto di caldaie a condensazione che siano almeno di classe energetica A entro un massimale di spesa di 30mila euro, inclusa l’installazione di sistemi di termoregolazione evoluti.

Nel 2025 tuttavia lo sconto massimo scenderà al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili, un calo che proseguirà anche negli anni successivi quando lo sconto sulla prima casa non andrà oltre il 36%, mentre si fermerà al 30% per le altre tipologie.

Dopo le voci su un ridimensionamento, il bonus ristrutturazioni resterà al 50%, ma solo per la prima casa e con un tetto di spesa pari a 96mila euro.

La caldaia in questione deve essere di classe A e non avere necessariamente un sistema di termoregolazione.

Per tutti gli altri immobili, dal prossimo anno l’agevolazione calerà al 36% così come il tetto di spesa coperto (48mila euro).

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Sulla scia dell’ecobonus, l’incentivo sulle ristrutturazioni proseguirà la sua discesa ancora nel 2026-27.

Un’ulteriore agevolazione destinata a mutare aspetto dal prossimo anno è il sismabonus indirizzato ad opere di potenziamento strutturale su abitazioni e immobili adibiti per attività produttive localizzati in zone sismiche.

Dall’aliquota attuale che ammette detrazioni fino all’85%, l’incentivo si ridurrà al 50% per la prima casa e al 36% per altre tipologie.

Da considerare, poi, anche la presenza del cosiddetto bonus mobili.

A questo proposito, alcuni mesi fa un utente ha chiesto al Fisco se potesse usufruire del bonus mobili per la sostituzione dei mobili dopo aver cambiato la caldaia nel corso dell’anno.

L’Agenzia delle Entrate ha innanzitutto chiarito che la risposta al quesito non può essere univoca, in quanto dipende dalla tipologia di detrazione: il bonus mobili è però utilizzabile solo con il bonus ristrutturazioni, non con gli altri.

Nato per incentivare interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni, il Conto Termico permette di beneficiare di una detrazione fiscale fino al 65% per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernali già esistenti con impianti a pompa di calore; l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria; la sostituzione di scaldacqua elettrici con impianti a pompa di calore.

Al contrario di molti altri bonus edilizi, il Conto Termico non ha scadenza.

Ma come funziona con la Dichiarazione dei redditi?

Per tutte le agevolazioni, eccezion fatta per il Conto Termico, da mesi non è più valido lo sconto in fattura o la cessione del credito: le detrazioni devono quindi essere inserite nella dichiarazione dei redditi.

Per il Conto Termico, invece, il limite massimo per l’erogazione degli incentivi in un’unica rata è di 5 mila euro e i tempi di pagamento sono all’incirca di 2 mesi.





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