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Nel 2025 taglio delle detrazioni fiscali per i più ricchi: a rischio anche istruzione e mutui #finsubito prestito immediato


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La Manovra 2025 e il taglio alle detrazioni fiscali: un giro di vite per i redditi più alti

A partire dal 2025, la Manovra del governo Meloni ridisegna il sistema delle detrazioni fiscali per i contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro. La misura punta a ridurre progressivamente i benefici fiscali per le fasce di reddito più elevate, liberando risorse da reinvestire in altri settori. La stretta sarà più incisiva per chi guadagna oltre 100.000 euro: in questi casi, il tetto massimo delle detrazioni sarà fissato a 8.000 euro per le famiglie con più di due figli e a 4.000 euro per i single.

Modulazione e coefficienti

Il nuovo sistema introduce un meccanismo di calcolo basato su coefficienti che tengono conto della composizione del nucleo familiare:

  • Nessun figlio: coefficiente 0,50;
  • Un figlio: coefficiente 0,70;
  • Due figli: coefficiente 0,85;
  • Più di due figli o almeno un figlio disabile: coefficiente 1

Questo modello obbligherà i contribuenti colpiti dalla riforma a selezionare con maggiore attenzione le spese su cui concentrare i benefici fiscali.

Le voci sotto la lente

Tra le spese più penalizzate figurano l’istruzione, i mutui per la prima casa, la manutenzione edilizia e le donazioni al terzo settore.

  • Istruzione: Le detrazioni legate ai costi scolastici e universitari, inclusi i costi per gli studenti fuori sede, coinvolgono attualmente circa 6 milioni di contribuenti, per un totale di 4,1 miliardi di euro detratto annualmente. La spesa media per contribuente è di 3.781 euro. Tra il 2019 e il 2022, i costi per l’istruzione universitaria sono cresciuti del 12,9%, mentre quelli per le attività sportive dei giovani sono diminuiti del 14,7%;
  • Mutui: ad oggi circa 4,3 milioni di contribuenti usufruiscono delle detrazioni sugli interessi dei mutui, per un totale di 4,7 miliardi di euro nel 2022, con una spesa media di 1.112 euro per contribuente, in aumento del 6% rispetto al 2019.

Misure transitorie e spese escluse

Per attenuare l’impatto della riforma, il governo ha previsto alcune eccezioni:

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  • Mutui stipulati entro il 31 dicembre 2024: continueranno a beneficiare delle detrazioni previste dal sistema attuale;
  • Spese di riqualificazione energetica e manutenzione ordinaria sostenute entro il 2024: rimarranno detraibili secondo i vecchi criteri;
  • Spese sanitarie: non subiscono modifiche, considerando il già elevato numero di italiani che rinunciano alle cure per i costi del privato e le liste d’attesa del Servizio Sanitario Nazionale.

Le critiche e i rischi

Il taglio alle detrazioni su settori chiave come la casa e l’istruzione potrebbe avere ripercussioni a lungo termine. L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha sottolineato che ogni miliardo di investimenti in edilizia garantisce tra 13.000 e 15.000 posti di lavoro diretti e indiretti.

I nuovi tetti per le detrazioni

Per i redditi tra 75.000 e 100.000 euro, i limiti variano in base al nucleo familiare:

  • Famiglie con più di due figli: massimo 14.000 euro di detrazioni annue;
  • Single: massimo 7.000 euro.

La riforma spinge verso una fiscalità più selettiva e progressiva, ma solleva interrogativi su possibili effetti collaterali per il tessuto sociale ed economico.



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