Georgescu ribalta i pronostici delle elezioni e arriva al ballottaggio con Lasconi #finsubito prestito immediato

Per qualcuno è una rivoluzione. Per altri, un fuoco di paglia da tenere comunque in considerazione. Sicuramente c’è però un dato: lì, sul fianco orientale dell’Europa, qualcosa è cambiato. E il voto in Romania è un terremoto politico dai contorni ancora poco chiari, ma potenzialmente decisivi.

La vittoria al primo turno di Calin Georgescu, il candidato dell’ultradestra filorussa, ha sorpreso tutti. Nelle ultime settimane, la sua campagna elettorale su TikTok era martellante. Come ha riferito la commissione elettorale centrale a Bucarest, a Georgescu è andato il 22,9% dei voti, Elena Lasconi ha ottenuto il 19,18%, un dato di pochissimo superiore al 19,15% di Ciolacu. La differenza è stata di circa 2.500 voti. Quarto, a sorpresa, con il 13,9%, è risultato George Simion, anch’egli su posizioni di estrema destra e filorusse, leader del partito sovranista Aur, che i sondaggi davano invece in netta ascesa e probabile sfidante di Ciolacu al secondo turno. Ma nessuno riesce davvero a capire come un uomo che ha preso il 22,9 per cento dei voti al primo turno delle presidenziali sia stato così sottostimato da sondaggi e analisti. Per qualcuno, essere sottotraccia paradossalmente lo ha anche aiutato.

Calin Georgescu, chi è il candidato vincitore al primo turno delle elezioni in Romania: la strategia su TikTok e le posizioni estreme

IL PERSONAGGIO

Si è riuscito a muovere liberamente senza l’attenzione dei media. E ha potuto dire tutto ciò che l’altro candidato di destra, George Simion, ha evitato per non subire l’ostracismo prima del voto. Georgescu, invece, a 62 anni si è mosso raccogliendo consensi ovunque, trionfando tra quelli che ha definito «gli umiliati, coloro che sentono di non contare e che invece contano di più, con un voto che è preghiera per la nazione». Ha fatto innamorare allevatori e contadini con il suo passato da ingegnere agricolo e promettendo meno tasse e più produzione. Ha solleticato il voto dei nostalgici lanciandosi in elogi per le figure di spicco del fascismo rumeno del primo Novecento, Ion Antonescu e Corneliu Zelea Codreanu. Si è inserito tra i giovani, i veri fruitori di TikTok. Critica l’Unione europea. E ha puntato tutto sul tema più importante per l’Europa e per il fianco est della Nato: lo stop agli aiuti all’Ucraina.

«I rumeni hanno urlato la loro richiesta di pace. E lo hanno fatto con estrema forza», ha commentato Georgescu dopo i risultati. E sarà questo il tema del ballottaggio con la candidata di centrodestra ed europeista Lasconi (che ha già ricevuto il sostegno del premier Marcel Ciolacu, arrivato terzo).

I NODI

Per la Romania una sfida esistenziale, visto che negli ultimi anni il Paese si è sempre più confermato come un tassello fondamentale della Nato. L’Alleanza ha cinquemila soldati di stanza nelle basi rumene. Dalle piste della “Mihail Kogalniceanu” i caccia atlantici monitorano i cieli contro le incursioni dei jet russi. All’inizio di quest’anno Bucarest e Bruxelles hanno annunciato che proprio la base di Costanza, sul Mar Nero, diventerà il più grande avamposto militare della Nato, in grado di ospitare fino a 10mila militari. E da quando i porti ucraini non riescono più a far transitare il grano, è il porto di Costanza a essere diventato il corridoio per i cereali di Kiev.

Georgescu ha da tempo messo nel mirino gli aiuti all’Ucraina. E la Nato, per il leader populista, è il primo problema. La considera inutile e inadatta a proteggere gli Stati membri. Ha criticato il sistema antimissile schierato a Deveselu definendolo «una vergogna».

Guarda con ammirazione alle mosse di Vladimir Putin, suggerendo addirittura che la Romania si accodi all’agenda del Cremlino. E non è un caso che molti vedano nella sua vittoria anche la capacità della Russia di influenzare il voto attraverso la manipolazione scientifica dei social. I video di Georgescu sono stati spesso fatti rimbalzare dai media russi e dagli account vicini a Mosca. Una tecnica usata anche in altri contesti e che è ormai da anni attenzionata dalle intelligence di tutto l’Occidente. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha tenuto a precisare che nessuno conosce le posizioni di Georgescu sui rapporti tra Romania e Russia. Ma è chiaro che Putin sarà molto attento ai risultati ballottaggio. E anche se l’8 dicembre dovesse vincere la candidata filoccidentale, lo zar avrebbe parecchi motivi per sorridere. Almeno quanti gli elettori che hanno avvertito Bucarest e chi l’ha pienamente inserita nell’Occidente.

Elezioni Romania, Calin Georgescu (tiktoker filorusso e populista) vince il primo turno delle presidenziali a sorpresa