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Non solo Taranto e Turris, anche a Messina qualcosa non quadra – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Arrivano brutte notizie per il Messina nel giorno della partita casalinga contro il Sorrento in programma per le ore 15 al San Filippo. Ieri sera, infatti, in Belgio, la squafra fiamminga del KMSK Deinze che milita in serie B, ha perso in casa con il risultato di 0-3 contro il Francs Borains ultimo in classifica nella 12ª giornata della serie B belga. I calciatori della prima squadra del KMSK Deinze si sono rifiutati di scendere in campo a causa del persistente mancato pagamento degli stipendi arretrati da parte della proprietà, e quindi la società ha mandato in campo la squadra Primavera.


Il KMSK Deinze è il primo club acquisito dalla piccola società lussemburghese AAD Invest Group (capitale sociale di appena 12 mila euro), nata a febbraio e composta da personaggi totalmente sconosciuti al mondo della finanza e al mondo del calcio. L’AAD Invest Group ha formalmente rilevato il KMSK Deinze il 6 novembre, alla cifra simbolica di un euro, quando era già in difficoltà, dopo che per settimane aveva già promesso ad ottobre enormi risorse finanziarie per risanare il vecchio debito e rilanciare la squadra. Ma in oltre un mese, neanche una promessa è stata mantenuta al punto che i calciatori hanno deciso di non scendere in campo, anche per non rischiare infortuni in vista del futuro della loro carriera. Molti hanno già trovato accordi con altri club per gennaio, anche perchè sono calciatori forti che fino a un mese fa avevano dato il meglio tanto che il KMSK Deinze era secondo in classifica e sognava la promozione in serie A. Alcuni calciatori, quelli stranieri, sono già partiti e rientrati in casa dopo l’umiliazione di essere rimasti senza automobile: hanno dovuto consegnare le loro auto in leasing concesse dal club per i mancati pagamenti delle rate da parte della società. L’amministratore dell’AAD Invest Group, Doudou Cisse, per settimane ha promesso che avrebbe portato i soldi ai calciatori e a tutto lo staff, ma ogni promessa si è frantumata in una delusione.


L’accordo per la cessione delle quote all’AAD Invest Group prevedeva che la nuova proprietà avrebbe dovuto depositare 6,5 milioni di euro sul conto del club in via immediata, per adempiere agli obblighi finanziari. E invece non è arrivato neanche un centesimo e i debiti del club, che ammontano a circa 3 milioni di euro, continuano ad aumentare.


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Con questa sconfitta, il KMSK Deinze è nei guai anche in classifica: adesso si trova nella seconda parte della graduatoria, con soli 5 punti di vantaggio dall’ultimo posto. Ma la parte sportiva è quella che preoccupa meno i tifosi del club fiammingo, che va incontro ad un tragico fallimento.


Il giornalista belga Tjorven Messiaen del noto quotidiano Het Nieuwsblad ha scritto, infatti, che quella di ieri potrebbe essere stata l’ultima partita del KMSK Deinze. “Il risultato di ieri era di secondaria importanza. Il club martedì si dovrà presentare in tribunale per pagare i propri debiti, e se non verranno saldati potrà essere dichiarato fallito“. Il giornalista ha anche ricostruito l’ambiente e le dichiarazioni dello stadio. I tifosi e i giornalisti locali hanno appoggiato la decisione dei calciatori di scioperare e non scendere in campo: “Se non vieni pagato al lavoro, non rimani a casa?” hanno detto.


Messiaen ha anche intervistato il portiere della squadra primavera, Simon Vervacke, 18 anni appena compiuti, alla prima presenza assoluta ieri tra i professionisti. E’ stato anche il migliore in campo: “C’erano sospetti se avremmo giocato o meno, per molto tempo siamo stati nell’incertezza sulle decisioni del club, se avrebbe rinunciato a scendere in campo o mandato noi giovanissimi. Alla fine la decisione l’hanno presa venerdì. Francamente era quello che speravamo: è successo anche ad altri in passato ed è una grande opportunità per mettersi in mostra. Ho passato una notte dura a causa dello stress. Qualunque cosa accada, questa partita non ce la toglieranno“.


Alla fine della partita, i ragazzini della primavera hanno ricevuto un caloroso applauso da parte dei tifosi. E anche il CEO della società, la giovane e avvenente Céline Mawet, appena 28 anni, ha confermato che se la proprietà non verserà il denaro entro martedì, per il club sarà finita per fallimento.


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Questa vicenda interessa molto da vicino i tifosi del Messina. Il presidente Sciotto, in settimana, ha annunciato la sottoscrizione di un preliminare di vendita proprio con l’AAD Invest Group di Doudou Cisse. Il Messina, esattamente come il KMSK Deinze, ha 3 milioni di euro di debiti e difficoltà a pagare gli stipendi dei calciatori. La scadenza del 16 dicembre per il pagamento dei tesserati è sempre più vicina, e se non verrà rispettata il club biancoscudato avrà una penalizzazione in classifica. Ma anche a Messina l’aspetto sportivo inizia a diventare secondario.


In queste ore, infatti, prende piede l’ipotesi che la piccola società lussemburghese dall’insignificante capitale sociale sia un apposito escamotage, con sede non casuale in un paradiso fiscale, per accompagnare al fallimento i club in difficoltà come il Deinze, e poi eventualmente il Messina, evitando ai precedenti proprietari il processo per bancarotta e tutti i problemi legali e finanziari che un fallimento porta con sé.


I tifosi del Messina non sono fessi e lo stanno comprendendo, nonostante il continuo lecchinaggio di certi ambienti giornalistici che continuano a raccontare l’AAD Invest Group come un colosso della finanza pronto a quotarsi in borsa neanche fosse la Nike o Tesla, e invece non ha neanche 300 euro per le rate delle macchine dei calciatori fiamminghi della serie B belga. L’ultima volta che qualcuno, in riva allo Stretto, ha definito una proprietà calcistica come un “genio della finanza“, è finita con un fallimento clamoroso. Ma almeno in quel caso, Saladini era quotato in borsa davvero, per un anno si era fatto affiancare da un autorevole Prefetto, aveva portato in panchina Pippo Inzaghi e lottava per la promozione in serie A finché non sono finiti i soldi e ha smesso di pagare gli stipendi. Insomma, capire davvero come sarebbe andata a finire non era semplice, almeno non dall’inizio.



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