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Carenza di medici all’Inail: le soluzioni tampone non bastano, serve personale #finsubito prestito immediato


La Fp Cgil Lombardia critica il protocollo operativo per la mobilità forzata e richiama all’importanza dello sciopero del 29 novembre per difendere il lavoro pubblico e i diritti di cittadinanza

25 nov. 2024 – L’Inail si trova ad affrontare una grave carenza di medici nelle sedi territoriali che rischia di compromettere l’erogazione dei servizi sanitari da parte dell’ente. Per questo lo scorso 13 novembre ha emanato un “Protocollo operativo”, sperimentale e di durata annuale (eventualmente rinnovabile), attivo dal primo dicembre, per supportare le sedi in difficoltà. Il documento non è stato firmato dalla Fp Cgil Lombardia e ne chiediamo conto a Silvio Etrusco, coordinatore regionale.

Partiamo dai contenuti del Protocollo?

“Il protocollo prevede due fasi: una volontaria e una obbligatoria, ed è questa seconda che contestiamo come organizzazione sindacale, come abbiamo ribadito anche ieri all’incontro con la Direzione Regionale – risponde il sindacalista -. La prima fase, quella volontaria, è su base regionale e poi nazionale. Si prevede, su base regionale, un bando straordinario di reclutamento diretto rivolto a specialisti ambulatoriali, anche pensionati, in medicina legale o del lavoro o igiene e sanità pubblica, a tempo determinato, e per il tempo che serve alle strutture scoperte. Nel frattempo, o nel caso di mancate risposte positive, si procede a un interpello regionale rivolto a tutti i medici di ruolo nella regione in cui si trova la sede Inail carente, con priorità ai sanitari della Sovrintendenza Sanitaria Regionale. Se queste misure non coprissero i fabbisogni – prosegue Etrusco – allora verrebbe attivato un interpello nazionale per dirigenti medici disponibili a supportare temporaneamente le sedi”.

La seconda fase?

“In caso di fallimento del reclutamento volontario, il Direttore regionale, in accordo con la Sovrintendenza regionale, assegnerà medici rispettando il rapporto forza-dotazione organica (minimo 50% di copertura nelle sedi di provenienza). Non dovesse bastare, si prenderanno provvedimenti a livello centrale per assegnare medici da altre regioni”.

Quanti accessi alle sedi Inail carenti deve garantire il personale medico e a quali condizioni?

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“Con il reclutamento volontario è previsto un massimo di 30 accessi all’anno, con quello obbligatorio di 20 all’anno. I medici, sulla carta, vengono inviati in missione con criterio di rotazione equa, hanno il rimborso del viaggio con mezzo proprio e possono pernottare nella città di destinazione. Il tempo di viaggio sarà conteggiato come ore eccedenti. Va precisato – aggiunge Etrusco – che dal reclutamento sono  esclusi i medici con disabilità (legge 104/1992), o che sono genitori di figli minori di 3 anni, anche conviventi, o di 13 anni, se non conviventi con l’altro genitore”.

Perché il protocollo non convince la Fp Cgil?

“Per la mobilità forzata, appunto, che è una soluzione inadeguata, in quanto sposta il problema della carenza di organici da una sede Inail all’altra. In Lombardia la carenza di medici ha raggiunto livelli allarmanti, con Bergamo che registra la scopertura più grave, pari al 50% – considera il coordinatore regionale Fp Cgil -. Inoltre la mobilità forzata, con spostamenti anche di 10 ore nella nostra regione, crea disagio per i medici, soprattutto per le lavoratrici con carichi familiari. Questa misura rischia di farci perdere altro personale”.

In che senso?

“Un problema di fondo è la scarsa attrattività dell’Inail che offre stipendi e condizioni di lavoro meno allettanti rispetto al Servizio Sanitario Nazionale o all’Inps, il cui concorso bandito per 1000 medici, senz’altro attirerà molti professionisti. Quindi temiamo che questo protocollo operativo, che si presenta come una soluzione tampone, possa invece aggravare la situazione. Insomma, la classica toppa che è peggiore del buco”.

Quindi?

“Come Fp Cgil chiediamo nuove assunzioni e quindi sollecitiamo l’amministrazione a bandire nuovi concorsi per assumere personale medico. Abbiamo anche chiesto chiarimenti sull’applicazione del protocollo perché vogliamo garantire la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Il prossimo incontro è tra un paio di settimane e lì decideremo il da farsi”.

A Etrusco si aggiunge il segretario della Fp Cgil Lombardia, con delega alle Funzioni Centrali, Dino Pusceddu.

“La situazione dell’Inail riguarda pressoché tutti gli uffici pubblici. Le Funzioni Centrali sono la spina dorsale dello Stato, il motore che garantisce diritti, servizi, legalità. Eppure, da troppi anni, le sue lavoratrici e lavoratori sono dimenticati – sostiene il dirigente sindacale – . La fase è decisamente complicata. Al tavolo per il rinnovo contrattuale non sono state date le condizioni per consentire di sviluppare la trattativa ma si è arrivati alla stipula dell’ipotesi del contratto senza la Fp Cgil, e con una maggioranza risicatissima. La Cgil ha deciso di opporsi a un contratto che contiene una proposta economica decisamente inferiore rispetto all’inflazione del triennio 2022-2024 e a un testo che, proprio per la scarsità di risorse, non dà alcuna risposta in termini di valorizzazione delle professionalità: un passo indietro rispetto ai risultati raggiunti con il precedente contratto. Nella legge di bilancio inoltre – continua Pusceddu – non si investe su questi servizi ma si reintroduce un blocco parziale delle assunzioni, così le carenze di personale si fanno sempre più pesanti e le condizioni operative sempre più precarie. Anche per questo – incalza – lo sciopero generale del 29 novembre è una risposta necessaria e partecipare è un atto di responsabilità. Non possiamo accettare che il lavoro pubblico venga svuotato del suo valore e del suo ruolo, a tutela dei diritti di cittadinanza e di quelli delle lavoratrici e dei lavoratori”.


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