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Le lettere del Fisco ai contribuenti. La guida per mettersi in regola #finsubito prestito immediato




Il Fisco mette in guardia. A partire dal 2025 l’Agenzia delle Entrate invierà lettere di compliance per avvisare i contribuenti delle omissioni o infedeltà rilevate, prima di emettere un accertamento. Ecco cosa fare se ricevi questa comunicazione.

Cosa accadrà nel 2025

Per il prossimo anno si prevede che l’Agenzia delle Entrate invii circa 3 milioni di lettere ai contribuenti. Qualora si riceva una comunicazione, sia essa inviata tramite Pec o posta tradizionale, è fondamentale sapere come comportarsi. Le lettere di compliance informano i cittadini riguardo a possibili errori o incongruenze nelle dichiarazioni fiscali riscontrate confrontando i dati forniti dai contribuenti con quelli detenuti dall’Agenzia nelle sue banche dati. Si tratta di un sistema volto a informare i contribuenti riguardo alle posizioni fiscali che potrebbero essere soggette a verifiche, e sembra essere efficace. Nel 2023 sono state inviate oltre 3 milioni di lettere di compliance, con recuperi che hanno superato i 4 miliardi di euro. Questo rappresenta un notevole progresso se si considera che nel 2016 erano state solo circa 100mila.

Le lettere di compliance

Le lettere di compliance, inviate dall’Agenzia delle Entrate, sono comunicazioni destinate ai contribuenti che presentano alcune anomalie o incongruenze nelle loro dichiarazioni fiscali. Questi documenti agiscono come un avviso per segnalare eventuali errori o mancanze, offrendo al contribuente la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale. La regolarizzazione avviene tramite la presentazione di una dichiarazione integrativa, il versamento delle imposte dovute, con l’aggiunta degli interessi e delle sanzioni ridotte. Il tutto fa parte di un accordo tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate, volto a semplificare e incentivare il processo di regolarizzazione delle posizioni fiscali dei cittadini italiani. L’Agenzia delle Entrate informa sul fatto che “mette a disposizione del contribuente le informazioni in suo possesso, dandogli così l’opportunità di correggere spontaneamente eventuali errori od omissioni, anche dopo la presentazione della dichiarazione”.

Come funziona il ravvedimento operoso

In questo frangente gli errori o le omissioni possono essere corretti tramite il cosiddetto ravvedimento operoso. Dopo aver ricevuto la lettera, il contribuente deve presentare una dichiarazione integrativa in cui saranno dichiarati i redditi o gli imponibili omessi o errati, oggetto della lettera di compliance. Successivamente, sarà necessario versare le imposte aggiuntive dovute, insieme agli eventuali interessi, e pagare le sanzioni relative alle violazioni segnalate, seppure con un importo ridotto. Il pagamento delle sanzioni avviene utilizzando il modello F24, senza la possibilità di rateizzazione. La dichiarazione integrativa può essere presentata autonomamente attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate o tramite un Caf.

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Chi le riceve e perché

L’invio avviene, come di consueto, prima che venga emesso l’accertamento vero e proprio. Tra gli errori più frequenti nella comunicazione dei dati al Fisco ci sono la mancata presentazione della dichiarazione IVA e l’omessa comunicazione delle partite Iva. Non sono infrequenti anche le anomalie nella dichiarazione Isa (Indici sintetici di affidabilità), che riguardano principalmente autonomi e liberi professionisti. Nel 2025, l’Agenzia delle Entrate potrebbe inviare un avviso anche alle persone fisiche titolari di redditi da lavoro dipendente o da affitti, che non abbiano presentato la dichiarazione dei redditi nei termini previsti.

L’avviso concederà 90 giorni dalla scadenza ordinaria per regolarizzare la propria posizione. Se la documentazione non arriva tramite posta, sarà comunque possibile consultare l’avviso tramite Pec o nel Cassetto fiscale online.



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