“Sbagliato lo stop a Decontribuzione Sud, va potenziata” #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Lo stop che la Finanziaria 2025 impone a ‘Decontribuzione Sud’ è una “doccia fredda per l’economia meridionale”. Così Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria.

Stando a Ferrara, il credito d’imposta per gli investimenti in area Zes andrebbe invece potenziato, avendo “dimostrato largamente la sua efficacia nello stimolare il mercato del lavoro e supportare la ripresa economica nel Sud Italia promuovendo investimenti, occupazione e sviluppo sostenibile nelle aree più svantaggiate” e consentendo dunque di creare nuovi posti di lavoro. 
Niente d’assimilabile, insomma, a un “regalo” alle imprese che operano nel Mezzogiorno: ad avviso di Unindustria Calabria, viceversa, si tratta di “una misura perequativa che compensa le forti diseconomie strutturali del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. E’ quindi fondamentale per mantenere i livelli occupazionali in un contesto di stagnazione economica e declino demografico. Le agevolazioni alternative, peraltro, rimangono ancora un’incognita – si osserva -: non saranno rapide e di semplice
attuazione”. Ecco perché, secondo Ferrara, “sarebbe ragionevole la conferma della misura senza modifiche o riduzioni. L’efficienza di una politica che sostiene occupazione e sviluppo va preservata”.

Su quanto la misura sia cruciale per implementare gli investimenti a Sud, è anche testimoniato dalle richieste di finanziamento giunte nel luglio scorso: “E’ il momento, pertanto, di cogliere questa vitalita’ imprenditoriale – rileva il massimo rappresentante di chi fa impresa in Calabria – rafforzando le politiche d’incentivazione attualmente in vigore”. 
A tal proposito sarebbe anzi utile “implementare le risorse stanziate, abbassare la soglia d’accesso alla misura sotto l’attuale livello di 200mila euro – è la proposta confindustriale – per dare modo al nostro tessuto produttivo fatto di micro e piccole imprese di poter investire beneficiando dell’agevolazione, stabilire un orizzonte temporale più ampio per le scelte d’investimento, rendere possibile la cumulabilità con il credito d’imposta del Piano Transizione 5.0“.

Negativo poi, nell’analisi di Unindustria Calabria, l‘introdotto obbligo per le imprese beneficiarie d’almeno 100mila euro annui di contributi pubblici a integrare il proprio organo di controllo con un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Avrebbe evidente carattere intrusivo nella libertà d’impresa – asserisce Aldo Ferrara -, rischierebbe di creare ulteriore burocrazia e renderebbe ancor più farraginose le già rigide procedure di verifica e controllo cui sono sottoposte le imprese che beneficiano di contributi pubblici. Auspichiamo che tale previsione normativa venga espunta dalla Legge di Bilancio”.