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finanziati 21 progetti per 9 Paesi #finsubito prestito immediato


Destinazione Africa. Prende corpo il Piano Mattei per l’Africa del governo Meloni, con 21 progetti avviati in 9 Paesi, tra cui 4 progetti regionali o transnazionali. A meno di 8 mesi dal suo lancio, il Piano “paritario e non predatorio” prende corpo con uno stanziamento da 420 milioni di euro. I dettagli sono stati svelati dalla prima relazione sullo stato di attuazione, aggiornata allo scorso 10 ottobre.   

Algeria: agricoltura e formazione in Algeria
Ha per obiettivo il recupero di terreni semi-aridi per la produzione agricola il progetto dedicato all’Algeria, che mette a terra e sviluppa un’iniziativa delle Bonifiche Ferraresi, col supporto finanziario di Simest. E l’avvio è previsto per il mese prossimo, quando saranno finalizzati i primi pozzi e partirà la semina di prodotti cerealicoli. Si tratterà di un partenariato tra Bonifiche Ferraresi (49%) e il Fondo nazionale per gli investimenti algerino, che creerà circa 6mila nuovi posti di lavoro. Il secondo progetto costituisce, sempre in Algeria, un centro di formazione professionale a vocazione regionale, per aziende ad alta vocazione tecnologica. E sarà a finanziamento misto: Italia-Algeria. 

Costa d’Avorio: sanità, istruzione primaria e agricoltura 
Rafforzare le infrastrutture e la formazione degli insegnanti in diverse aree della Costa d’Avorio. Questo l’obiettivo del progetto che partirà entro il primo semestre del prossimo anno, finanziato con 15 milioni dalla cooperazione italiana (fondi a dono). Stessa fonte di finanziamento per il progetto da 49 milioni di euro che punta al rafforzamento dell’ospedale Abobo di Adidjan (medicina materno-infantile) anche con un centro di formazione per infermieri, e al potenziamento del programma di supporto alla Rete di religiosi che operano in ambito sanitario (Urssci). A questi si aggiunge quello Sace sul rafforzamento delle filiere agricole per la produzione destinata al consumo interno di: riso, legumi, mais e mango. Con partenza secondo semestre 2025.

Egitto: formazione lavoro
Sostegno per la Scuola italiana di ospitalità “Enrico Mattei” di Hurghada, in Egitto. Inaugurata lo scorso 24 ottobre, la struttura punta a formare professionalità in ambito turistico e della cooperazione nella gestione dei flussi migratori per motivi di lavoro. Sarà aperto a 200 studenti l’anno, e partirà nel primo trimestre del 2025. La scuola sarà realizzata dalla catena alberghiera Pickalbatros, grazie ai finanziamenti del Ministero italiano del Turismo, che invierà docenti italiani.

Etiopia: green economy e università
La bonifica del lago Boye e la riqualificazione della città di Gimma sono al centro del progetto dedicato all’Etiopia. Prevede un Programma di sostegno per lo sviluppo ambientale e la green economy, la cui esecuzione sarà a cura del governo etiope, con finanziamento dalla cooperazione italiana (13,5 milioni a dono oltre a 11,5 come credito d’aiuto). In Etiopia si sosterrà la riforma dell’Università di Addis Abeba, che partirà già a gennaio finanziata ed eseguita dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Kenya: biocarburanti e agricoltura
Due i progetti per il Kenya: il primo eseguito da Eni è già partito nel maggio scorso, ed è dedicato all’ampliamento della produzione di olio vegetale per biocarburanti e coinvolgerà fino a 200mila piccoli agricoltori in terreni marginali e degradati introducendo macchinari più moderni e nuove buone pratiche agricole. Sarà finanziato per 210 milioni di dollari, di cui 75 dal Fondo italiano per il clima e 135 dalla Banca Mondiale. Altro progetto riguarda un programma di riduzione delle aflatossine (parassiti di cereali e frutta secca) attraverso l’acquisto di essiccatori mobili, attrezzatura e diagnostica con impianti di decontaminazione. Verrà anche creato un centro per l’eradicazione delle micotossine. Lo finanzieranno 50 milioni, di cui 20 “a dono”, della Cooperazione italiana.   

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Marocco: rinnovabili, transizione energetica e sanità locale
Creare un Centro di formazione sulle energie rinnovabili e la transizione energetica è al centro del progetto per il Marocco. Lo sta ospitando da maggio scorso il Politecnico Mohammed VI, poi potrebbe trovare casa in un complesso di proprietà italiana a Tangeri. Obiettivo per il 2025 trasformare il Centro in un incubatore di start up locali. Il progetto è finanziato dalla Fondazione Enel, in collaborazione con la Fondazione Res4Africa e con l’università locale. L’altro progetto per il Marocco sostiene il settore sanitario locale grazie al rafforzamento della telemedicina. Partito già a maggio, punta sul monitoraggio a distanza di pazienti con malattie croniche, evitando viaggi e ospedalizzazioni. E’ finanziato dall’azienda Dedalus, col supporto diagnostico dell’ospedale Gaslini di Genova.

Mozambico: agroalimentare
Creare un vero e proprio polo agroalimentare è al centro del progetto per il centro del Mozambico, la provincia di Manica. Obiettivo la valorizzazione della produzione locale, che riduce le importazioni e stimola investimenti privati e migliora le condizioni di lavoro. Il polo sarà gestito dal governo locale, e partirà nel corso del 2025. E’ finanziato da 38 milioni della Cooperazione italiana, di cui ben 35 come credito d’aiuto.     

Congo: acqua potabile
Migliorare l’accesso all’acqua potabile per la città di Brazzaville, capitale congolese. Grazie al progetto saranno serviti fino a 1,6 milioni di abitanti, per un progetto triennale che si concluderà nel 2027. Per il 2025 saranno finalizzati gli studi fattibilità, che saranno eseguiti dalla società idrica pubblica congolese, ma con gestione e manutenzione affidata a società private, tra cui aziende italiane. Il costo del progetto è stimato in 300 milioni di euro, di provenienza sia nazionale che internazionale, al momento non ancora finanziati.   

Tunisia: energia sicurezza alimentare
Si chiama “Tandem” il progetto dedicato al miglioramento della sicurezza alimentare in Tunisia. Focus il recupero e trattamento delle acque reflue, grazie al miglioramento delle tecniche di coltura e l’incremento della meccanizzazione nelle aree secche, oltre ai trasferimenti tecnologici tra filiere agricole italo-tunisine. Gli studi di fattibilità e la definizione dei capitolati d’appalto saranno completati nella prima metà del 2025. Il progetto sarà finanziato per 33,6 milioni di euro, con fondi a dono della Cooperazione italiana, cui dovrebbero aggiungersi risorse del Fondo per il clima della Banca africana per lo sviluppo. Sempre in Tunisia “Terna Innovation Zone” prevede la creazione a Tunisi di un centro di formazione e accelerazione tecnologica a favore di aziende innovative nel settore energetico. Inizio attività previsto per la prima metà del 2025, con finanziamento a cura di Terna. Sempre in Tunisia è già partito il progetto di formazione, conservazione e valorizzazione di tre siti archeologici (Kerkpuane, Neapolis e Pupput): di durata quadriennale, l’iniziativa prevede dal reclutamento del personale all’attività di cantiere.    

I progetti transnazionali
Sono quattro e coinvolgono più paesi. Il primo “Roadmap to Connect Africa to Europe for Clean Energy Production” mapperà le infrastrutture produttive di rinnovabili di Egitto, Algeria e Tunisia (con possibile estensione ad altri Paesi del Nord Africa) e delle loro possibili interazioni con l’Unione europea, attraverso l’Italia. Già avviato lo scorso maggio, si concluderà a settembre con la presentazione dello studio a cura della Banca Mondiale. È finanziato da fondi comunitari, attraverso il Technical Support Instrument (Tsi). Il secondo “AI Hub for Sustainable Development” ha il suo centro operativo a Roma, istituito dalla Presidenza G7 italiana di turno, con la collaborazione del Programma ONU per lo sviluppo (Undp). Obiettivo il rafforzamento degli ecosistemi locali di AI dei 9 Paesi africani destinatari dei progetti pilota del Piano Mattei. Avvio di attività già a gennaio, co-finanziato anche con fondi a valere sul bilancio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso.

Altri due progetti riguardano la Fase II del “Corridoio di Lobito” che ha per scopo collegare Luacano (Angola) con Chingola (Zambia), passando per la Repubblica Democratica del Congo. Focus il trasporto di minerali e prodotti agricoli. È al centro del Global Gateway dell’Unione europea e già entro fine anno vedrà conclusi gli studi di fattibilità e approntate le procedure per formalizzare la partecipazione dell’Italia. Durante l’anno prossimo saranno selezionate le aziende italiane per l’esecuzione dei lavori e la gestione dell’opera, mentre i lavori veri e propri inizieranno nel corso del 2026. Partecipazione finanziaria italiana prevista: fino a 200 milioni di dollari. 

Infine il progetto “Iniziative educative transnazionali e internazionalizzazione del sistema Afam”, cioè l’Alta Formazione artistica, coreutica e musicale. Si tratta di due bandi MIUR, il primo dei quali riguarda progetti di ricerca tra istituti di diversi Paesi, partenariati accademici e programmi di doppia laurea, con 14 dei 24 progetti complessivi riservati ai Paesi africani, che riceveranno almeno 30 dei 50 milioni stanziati. Il secondo bando finanzia con 87 milioni progetti di didattica, ricerca e promozione artistica per la promozione della cultura italiana, di cui 16 destinati alle iniziative in Africa. Già avviato a marzo e attivo fino al 2026 compreso, quest’ultimo è rivolto a ben 38 Paesi africani.

L’Africa policy dell’Italia sembra ben avviata. 

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