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Elezioni regionali 2024: Beatrice Spitoni (Democrazia Sovrana Popolare)- Rizzo Presidente #finsubito finanziamenti e gestione bed & breakfast


Beatrice Spitoni è un avvocato e referente per la regione Umbria di “Umanità e Ragione”, associazione nata dall’esperienza referendaria per l’abrogazione del Green pass. E’ stata candidata alle scorse elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024 per Democrazia Sovrana Popolare nella circoscrizione Centro Italia.

1) In breve proposte per lo sviluppo della regione Umbria in tutte le sue peculiarità territoriali 

-Va subito precisato che Democrazia Sovrana Popolare, con Marco Rizzo Presidente, non propone una mera “offerta” elettorale funzionale solo e soltanto all’imminente appuntamento con le urne: il nostro impegno va al di là del momento elettorale perché il nostro progetto politico è di ben più ampio respiro, mirando a restituire Sovranità al nostro Paese, partendo dall’Umbria. Restituire Sovranità non è una frase ad effetto fine a se stessa. E’ un nuovo modo di fare politica, che si fonda su una nuova teoria, il Sovranismo Popolare, che attraverso una rivoluzione non solo economica e sociale, ma anche culturale, è volta a fare sì che il potere decisionale torni realmente in capo alle nostre classi politiche. Oggi il potere non e’ dove crediamo che sia. L’attuale classe politica, sia a livello nazionale che regionale, si presta solo e soltanto, sia a destra che a sinistra, in un circolo vizioso di finta alternanza, a dare mera esecuzione ai diktat dell’Unione Europea imposti con strumenti pericolosi e burocratizzanti che curano soltanto gli interessi delle multinazionali e dei poteri finanziari. La diretta conseguenza di questo stato di cose è che gli Umbri che vivono del proprio lavoro – ossia il 90% dei cittadini tra classe operaia e classe media (liberi professionisti come me, piccoli e medi imprenditori, artigiani e commercianti, impiegati pubblici e privati) ormai totalmente equiparate – versano in una situazione di gravissima difficoltà economica con continue politiche vessatorie di schiacciamento verso il basso. Quando sento nei vari dibattiti di questa campagna elettorale questi contraddittori sia a destra che sinistra che si scontrano a suon di mezzi e mezzucci promettendo per la Regione chissà quali splendori, non posso fare a meno di sorridere amaramente, perché ogni soluzione che venga proposta – per quanto apparentemente dignitosa  – è destinata a non risolvere nulla fintanto che non si comprende che va eliminata in nuce la causa di questa situazione. E’ innegabile che il percorso sarà lungo e parimenti sappiamo che ci sono esigenze dei cittadini Umbri che non possono ulteriormente aspettare. Per questo una delle nostre priorità annunciate per favorire lo sviluppo regionale è quella di rendere la vita difficilissima alle grandi multinazionali sul nostro territorio, al fine di tutelare le nostre attività artigianali, il commercio locale e le attività turistiche. A mero titolo esemplificativo vogliamo creare una piattaforma regionale, pubblica dunque, dove registrare tutte le attività ricettive del territorio (alberghi, bed & breakfast etc.) versando un corrispettivo equo e non strozzante, penso ad una percentuale del 3% o del 4%, ed alla quale gli utenti possono accedere per le prenotazioni. Non è pensabile che i nostri albergatori, per non sparire dalle ricerche in internet, debbano obbligatoriamente essere presenti su booking.com, multinazionale con sede in Olanda che non paga le tasse qua in Italia e pur tuttavia riceve dagli esercenti italiani percentuali altissime. E’ su questa linea direttrice che noi intendiamo lavorare per favorire realmente lo sviluppo della nostra Regione.

2) Una ricetta per rivitalizzare i centri cittadini nell’ottica di città dinamiche

Ferme le premesse di cui sopra, anzitutto i centri urbani prima di essere “rivitalizzati” devono essere resi sicuri! La sicurezza è sempre più precaria a causa di una immigrazione scellerata che è stata ed è ancor oggi fortemente favorita. Pertanto è fisiologico che le persone, e le famiglie, si tengano alla larga dalle brutte atmosfere che si respirano nei centri cittadini di medie e grandi dimensioni, perché si finisce con il temere  per la propria stessa incolumità. E’ di un paio di settimane fa la notizia per cui in corso Vannucci, a Perugia, davanti a palazzo dei Priori, in prossimità del corpo di guarda della polizia locale, alle 8:00 di una domenica mattina una donna è stata raggiunta da un uomo verosimilmente straniero che le ha afferrato la borsa nel tentativo di impossessarsene e, a fronte della resistenza della signora, l’ha ripetutamente aggredita a colpi di bastone. Qualcuno ha descritto l’accadimento come una scena del noto film Arancia Meccanica. L’immigrazione selvaggia va fermata e la nostra teoria è quella di smetterla di depredare gli altri Paesi, per lo più africani, delle loro risorse e materie prime, da parte di un Occidente selvaggiamente colonialista. Il Niger ha risorse di uranio enormi e ciò nonostante ha un tasso di povertà elevatissimo perché i Francesi, giovandosi di una locale classe dirigente corrotta, se ne appropria a costi ridicoli. Ora fortunatamente questo processo sta subendo una linea di arresto, perché la popolazione si ribella a queste classi dirigenti colluse per difendere le loro ricchezze ed il loro sacrosanto diritto di cederle ad un equo prezzo di mercato. Noi dobbiamo favorire questa inversione di tendenza per costruire un mondo multipolare senza più ingerenze inaccettabili nell’altrui sovranità. Con riguardo, poi, alle iniziative di rivitalizzazione dei centri urbani è evidente che le grandi multinazionali si stanno impossessando, a costo zero in punto di tasse, dei nostri centri storici che sono sostanzialmente tutti uguali con mega negozi degli stessi 10 o 15 marchi: le botteghe di artigianato locale, i piccoli alimentari delle nostre eccellenze agroalimentari, le mercerie dove comprare bottoni e calzini di produzione nazionale non ci sono più.  E’ normale che la gente non si rechi più nei centri storici perché non offrono più nulla di accattivante rispetto a quanto accadeva fino a trenta anni fa: i prodotti offerti, tutti uguali ed omologati che non rappresentano più la nostra autenticità di territorio, ben possono essere acquistati on line, dove furbescamente costano anche meno, oppure nei grandi centri commerciali dove la gente si sente tristemente più al sicuro. In un circolo vizioso senza fine, il piccolo artigiano o il piccolo commerciante non riesce più ad affrontare non solo la pressione fiscale sempre più schiacciante, ma neppure i canoni di locazione per continuare a rimanere nei centri storici ed alla prima scadenza contrattuale, il proprietario di turno non si fa alcuno scrupolo nel negare il rinnovo per assicurarsi un lauto canone contrattando con la multinazionale che si fa immancabilmente avanti. La questione non è solo economica, è anche culturale: se io avessi la proprietà di un locale nel centro di Perugia o di Terni mi rifiuterei categoricamente di cederlo in locazione ad un grande marchio che nulla mi restituisce in termini di tutela delle peculiarità territoriali, di tasse e quindi di servizi. Ragionando sulla priorità del profitto, si finisce con il contribuire vergognosamente a cancellare per i nostri figli (il mio ora ha 14 anni) ogni possibilità di crearsi una famiglia ed un lavoro dignitoso rimanendo qui, nei loro territori, nelle loro origini. E questo è per me imperdonabile. 

3)Piano regionale non autosufficienza: perché l’Umbria continua a negare l’assegno di cura/sollievo per le famiglie disabili?

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-Sappiamo che l’Umbria è una regione con un tasso di persone anziane molto elevato; ed ecco che il problema delle persone non autosufficienti assume una connotazione molto rilevante a causa di questa sanità straziata che tende a disfarsi dei ricoverati. In pratica, si è costretti nelle proprie case ad allestire ambienti quasi ospedalieri per prestare un’assistenza minima domiciliare che è lasciata al carico esclusivo dei familiari che, laddove non si possano permettere di pagare una badante a tempo pieno, devono totalmente sacrificarsi per assistere personalmente il proprio caro 24 ore su 24, senza potersi procurare una propria fonte di retribuzione e spesso abbandonati a loro stessi anche dal punto di vista delle indicazioni da seguire dal punto di vista medico per prestare al congiunto la migliore assistenza. Abbiamo visto che la nuova legge “famiglia” approvata dalla attuale giunta poche settimane fa prevede bonus e contributi per svariate tipologie di famiglie (numerose, di madri single etc.) ma non sono previsti sostegni economici al c.d. caregiver. Si tratta di una omissione molto grave proprio perché il numero delle famiglie umbre che hanno nel proprio nucleo persone affette da malattie croniche o da gravi disabilità derivanti per esiti invalidanti permanenti sono molto numerose. Mi si chiede perché si continua a negare questo contributo. La risposta ci rimanda sempre e costantemente a quanto ho rimarcato nella premessa di cui sopra: l’attuale classe politica, sia a destra che a sinistra, al di là delle irrilevanti finte contrapposizioni, realizza lo stesso disegno dando supina esecuzione ad ordini dell’Unione Europea. Pensiamo ad esempio al tanto sbandierato PNRR: è l’Europa che decide dove e quanto investire per i nostri problemi! Basti pensare che solo l’8% del fondi del PNRR è dedicato alla sanità pubblica, quando la situazione drammatica che c’è in Italia, e più che mai in Umbria, avrebbe richiesto una percentuale di spesa ben più considerevole, piuttosto che stanziare ingenti somme pari al 20% o al 30% in politiche pericolose ed inutili come la transizione digitale o la transizione al c.d. (finto) green. Anche da questo, a cascata, deriva tutto il problema della sanità pubblica che, indipendentemente dal cambio del colore di governo, continua ad essere una piaga: liste di attese e attese al pronto soccorso vergognose, tagli ai servizi essenziali, mancate nuove assunzioni del personale medico sanitario. Una sanità appaltata alle logiche del profitto. E in tutto ciò, tra coloro che ne pagano le conseguenze più gravi ci sono proprio le famiglie con le persone non autosufficienti a loro carico. Se ci guardiamo indietro ci rendiamo conto che questo grave problema sociale dell’assistenza domiciliare e delle cure di lunga durata è divenuto sempre più dilaniante a partire dagli ultimi 25 anni circa: nel trentennio precedente, quando la sanità era ancora di competenza nazionale ed avevamo una rete di welfare invidiabile, questo problema non c’era, o c’era in minima parte! I nostri anziani e i nostri cari non autosufficienti venivano presi in carico dal SSN sia con assistenza nelle strutture nosocomiali o para nosocomiali, che a domicilio. Non c’era mai, se non in limitatissimi casi, il problema di dover assumere le c.d. “badanti” (per chi può permetterselo) o di doversi dedicare 24 ore su 24 all’assistenza del congiunto disabile, perché era lo Stato che offriva questa assistenza. E allora, che cosa è successo?

E’ successo che negli ultimi trenta anni il nostro Paese è stato spogliato della sua Sovranità, dando attuazione ad un ben preciso proposito partorito in seno all’UE, che da organizzazione sovranazionale volta alla libertà di circolazione di beni e servizi, si è rivelata quello che sin dalle sue origini è stata chiamata ad essere: una Europa matrigna e tecnocratica che tutela solo e soltanto gli interessi di multinazionali e grande finanza, e che distrugge i suoi popoli, non solo economicamente ma anche dal punto di vista delle coscienze e dei sistemi valoriali. Ed in questa usurpazione, di cui l’Italia è ed è stata terra di grandi esperimenti, anche il passaggio della sanità dallo Stato alla Regione ha avuto un ruolo essenziale, perché l’aumento e la frammentazione dei centri di potere non fa che diminuire di molto il livello di serietà e competenza delle classi politiche e moltiplicare i centri di corruzione che, da possibile, è divenuta una certezza; tanto più considerando che “il piatto della sanità” è il più ricco, costituendo la fetta più elevata del bilancio regionale (circa l’80%). Un Paese con una sanità allo sbando è molto più facilmente aggredibile nella sua sovranità e nel suo potere decisionale, a vantaggio dei veri centri di potere della grande finanza, come ad esempio delle multinazionali del farmaco. Basti pensare a quanto è accaduto in Italia durante l’epoca del Covid, in cui la gestione della pandemia è stata a dir poco criminale: i nostri cari lasciati a morire da soli nei letti di ospedale e restituiti ai familiari in sacchi neri della spazzatura! Il sistema valoriale è stato invertito: il profitto in luogo della tutela della dignità dell’essere umano. E’ questo il tavolo che vogliamo ribaltare! Noi vogliamo un ritorno alle Usl, restituendo la sanità allo Stato, e l’abbandono del concetto di Azienda Ospedaliera, perché non si può speculare sulla salute dei cittadini. Numerose associazioni in questa campagna elettorale ci hanno chiesto se Democrazia Sovrana Popolare è favorevole ad introdurre come Livello Essenziale di Assistenza un contributo economico a carico del SSN a sostegno delle cure domiciliari e se siamo favorevoli ad un aumento del finanziamento pubblico dei LEA per garantire le cure di lunga durata. Certo che siamo favorevoli perché si tratterebbe di apprestare servizi minimi che riguardano, appunto, la tutela della dignità delle persone! Ma, per quanto sopra esposto, è necessario andare alla radice del problema e non vedere solo la punta dell’iceberg, altrimenti il tutto si risolverebbe in una meschina promessa elettorale fine a se stessa che tradirebbe, in un solo colpo, sia l’elettorato che il nostro stesso grande progetto politico. Parimenti sappiamo che ci sono esigenze dei cittadini Umbri che non possono ulteriormente aspettare. Per questo un’altra fondamentale priorità annunciata sin dalle prime battute della nostra campagna elettorale è quella di aumentare il trattamento pensionistico degli invalidi civili ad € 800,00 mensili per chi abbia una invalidità certificata tra il 74 ed il 99%, che divengono € 1.200,00 in caso di invalidità totale. Gli invalidi civili spesso coincidono con le persone non autosufficienti, dunque ciò può costituire un aiuto immediato per fronteggiare le ingenti spese a carico dei familiari c.d. caregiver; è una misura concreta, fattibile in Umbria per i prossimi due anni, e siamo convinti che una volta attuata nella nostra Regione, verrà mutuata anche nelle altre Regioni, per farne un modello nazionale. L’auspicio di DSP è quello che si recuperi la coscienza di popolo e si ritorni al sistema valoriale che abbia al centro la tutela della dignità dell’essere umano, come statuito nella nostra Costituzione, in tutti i settori e tanto più rispetto alle famiglie che tutti i giorni affrontano il dolore ed il sacrificio della non autosufficienza dei propri congiunti. Ma questo passa per la consapevolezza dei cittadini che questa polarizzazione tra questa destra e questa sinistra, con le loro promesse elettorali del momento, porterà soltanto ad una perpetuazione di questo disegno mortifero attuato da questi politicanti etero diretti. Democrazia Sovrana Popolare ha bisogno di un risveglio delle coscienze, ha bisogno dei cittadini Umbri, per restituire dignità al nostro Paese, partendo dall’Umbria, cuore d’Italia.



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