“Niente contributi, rinunciamo alla Farmografica” #finsubito prestito immediato

“Grazie di tutto quello che state facendo”. Gli addetti dell’ex Farmografica di Cervia guardano con preoccupazione al loro futuro, ma riconoscono il grande merito del Gruppo Focaccia di tentare di proseguire l’attività anche se tutto torna il alto mare e le Arti Grafiche Romagnole Packaging Srl devono fermare la corsa; tutto questo perché non è possibile ottenere i contributi a fondo perduto necessari per l’operazione in quanto le regole di Invitalia non consentirebbero di finanziare l’operazione. E siccome i macchinari alluvionati sono già stati rimborsati all’azienda austriaca da un’assicurazione privata, la struttura commissariale del generale Figliuolo non può rimborsarne l’acquisto a Focaccia; ma senza quei denari non si può ripartire. E se ieri il gruppo Focaccia ha convocato i dipendenti per “comunicazioni urgenti”, oggi pomeriggio è prevista un’assemblea organizzata da Cgil, Cisl e Uil. Secondo il Gruppo Focaccia, per permettere la riattivazione del business nel settore farmaceutico e il reimpiego di tutta la forza lavoro, servono 16 milioni più altri 5,5 per la costruzione della struttura edilizia.

“Cifre troppo impegnative per chiunque, attivandosi da zero, coscienti che nel settore farmaceutico sono necessari almeno due anni dall’avvio delle linee produttive per ottenere le certificazioni necessarie e poter iniziare a riproporsi alla clientela”, spiega l’imprenditore Riccardo Focaccia. L’azienda contava di ottenere contributi a fondo perduto di almeno il 50%, ma dopo l’incontro coi tecnici di Invitalia è stato chiarito che la cosa non si può fare. Il che ha messo fine a tutti i giochi. E senza quei contributi, chiarisce Focaccia, “non è sostenibile procedere, ma se qualcuno può fare il miracolo di trovare la soluzione che non cozzi contro gli impossibili aiuti di Stato, noi ci siamo”.

Invitalia, riassume Focaccia, ha chiarito che l’unica strada possibile è quella di una partecipazione simile a un fondo di investimento. In questo senso, “dovremmo presentare un budget e, dopo circa quattro mesi di valutazione, eventualmente finanziarlo con partecipazione di capitale di minoranza da restituire al quinto anno di esercizio”.

Il risultato è che Focaccia Group “dovrebbe investire 21 milioni di euro in cinque anni, iniziando a fatturare (forse) dopo due anni dall’apertura”. Se non ci sono alternative, si useranno le risorse acquisite dalla MM Packaging per sostenere gli addetti per quanto possibile.

Nel frattempo il Gruppo ha già investito 350.000 euro per le trattative di acquisizione del ramo d’azienda di MM Packaging e la scorsa settimana sono stati pagati 73.000 euro di Irap. “Confidiamo che ci sia un grande equivoco – spiega Saverio Monno, segretario generale Slc-Cgil di Ravenna – perché c’era un accordo politico chiaro e trasversale a tutti i partiti, si veda l’ordine del giorno della Camera dei Deputati, per salvare l’ex Farmografica e traghettarla verso il Gruppo Focaccia. Se quella di Invitalia non è la soluzione giusta se ne deve trovare un’altra. Qualche incomprensione deve esserci stata e ora speriamo davvero di venirne a capo e salvaguardare tutti gli 80 posti di lavoro. Abbiamo chiesto un incontro al ministero e vogliamo capire”. Sono attesi quindi sviluppi – in un senso o nell’altro – nelle prossime settimane. La situazione, lo si sarà capito, è estremamente delicata; serve un intervento risolutore per garantire un futuro all’azienda e ai suoi dipendenti.

Giorgio Costa