Confindustria, taglio detrazioni può annullare effetti cuneo (2) – PMI #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

“A proposito di imposte”, avverte
ancora Confindustria, “la rimozione di ogni limite di fatturato
per l’applicazione di quella sui servizi digitali finisce per
colpire non più solo i cosiddetti giganti del web, ma anche
piccoli e medi operatori italiani, generando uno svantaggio
competitivo per il sistema Paese, in danno della transizione
digitale”.

   
Tarquini rileva anche uno “svantaggio competitivo” se si
guarda “alla manovra dal punto di vista della filiera delle life
sciences, trainante per la nostra economia e per gli
investimenti esteri in Italia”: è una “scelta condivisibile”
l’incremento della dotazione del fondo sanitario nazionale “che
però si configura con certezza per il solo 2025” ma il Ddl
Bilancio “trasferisce d’imperio dalle imprese farmaceutiche ai
grossisti una percentuale sul prezzo di vendita al pubblico dei
medicinali, con l’effetto di un taglio netto dei ricavi, che
equivale a un aumento della pressione fiscale su queste imprese
del 6%. Per questo, chiediamo l’eliminazione della misura, che
peraltro neppure apporta benefici al bilancio pubblico”.

   
Inoltre “la manovra non affronta il tema del payback,
anch’esso molto negativo per la crescita degli investimenti nel
Paese. Per la farmaceutica, ad esempio, continuerà a crescere,
raggiungendo nel 2025 i 2,3 miliardi di euro. È una misura
dannosa per entrambi i settori su cui agisce, farmaci e
dispositivi medici”: Confindustria “da tempo” chiede una
soluzione.

   
Sul “lato del lavoro e della previdenza” per gli industriali
“le misure non presentano elementi di particolare novità, né di
impatto strutturale significativo, sia sul sistema di welfare,
sia sui processi di transizione industriale in atto”: in questo
contesto “è positiva la conferma del dimezzamento dell’aliquota
dell’imposta sostitutiva sulle somme erogate ai dipendenti sotto
forma di premi di risultato o di partecipazione agli utili”, è
“apprezzabile soprattutto la valenza triennale dell’intervento.

   
Per rafforzarlo – indica Tarquini -, riteniamo che vada superato
il limite del requisito incrementale da raggiungere ogni anno
per accedere all’agevolazione”.

   

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