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Come funziona il CIN per affitti brevi dal Ministero del Turismo — idealista/news #finsubito finanziamenti e gestione bed & breakfast


Il CIN (Codice Identificativo Nazionale) rappresenta un’importante novità del 2024 nel settore degli affitti brevi, permettendo di identificare facilmente alloggi legali e contribuendo a migliorare l’esperienza turistica. Per capire al meglio quando è richiesto e come ottenerlo, ecco una guida completa sul CIN per gli affitti brevi dal Ministero del Turismo qui in Italia, con tutte le informazioni utili sulla normativa, i requisiti e i termini per l’ottenimento.

Cos’è la BDSR del Ministero del Turismo?

La BDSR, o Banca Dati delle Strutture Ricettive e degli Alloggi per Uso Turistico, è stata istituita dal Ministero del Turismo per monitorare e regolamentare gli affitti brevi a livello nazionale. Questo sistema mira a migliorare la trasparenza e la sicurezza nel settore, identificando ogni alloggio attraverso un Codice Identificativo Nazionale (CIN) obbligatorio per chiunque offra affitti brevi a fini turistici. Grazie alla BDSR, lo Stato può avere un controllo più preciso delle attività di locazione turistica, combattendo fenomeni di evasione fiscale e migliorando la qualità del turismo.

Da quando è obbligatorio il CIN per gli affitti brevi?

Per le strutture ricettive che offrono affitti brevi sono in vigore nuove norme da settembre 2024 che hanno reso obbligatorio registrarsi alla BDSR e ottenere un CIN. La misura è stata introdotta per migliorare la trasparenza del mercato delle locazioni brevi e tutelare i consumatori, che possono così identificare facilmente strutture regolari e sicure.

Quando il CIN è obbligatorio?

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è obbligatorio per tutti gli immobili destinati agli affitti brevi, ovvero con contratti di locazione di durata non superiore ai 30 giorni consecutivi. Il codice deve essere riportato obbligatoriamente su qualsiasi piattaforma o sito di annunci, come Airbnb, Booking, e anche sui canali privati di promozione e pubblicità. L’omissione del CIN può comportare sanzioni amministrative, variabili a seconda della regione.

Chi deve richiedere il CIN?

Il CIN deve essere richiesto da tutti i proprietari di immobili che li affittano a breve termine a fini turistici, inclusi coloro i quali affittano solo occasionalmente. Il codice è indispensabile sia per persone fisiche che giuridiche, quindi privati cittadini, gestori di bed & breakfast, agenzie immobiliari e società di gestione di affitti turistici devono richiederlo.

I termini per richiedere il CIN: nuova proroga al 2025

Per essere in regola, i proprietari devono richiedere il CIN prima di pubblicare l’annuncio o di accogliere ospiti. Inizialmente era stata concessa una finestra di tempo di 120 giorni per richiedere il CIN e permettere a tutti di adeguarsi gradualmente alle nuove regole. 

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Tuttavia, a seguito delle numerose richieste degli operatori del settore, la scadenza per l’ottenimento del CIN per le strutture ricettive e gli immobili destinati agli affitti brevi è stata prorogata al 1º gennaio 2025. Il Ministero del Turismo ha deciso infatti di estendere il termine per consentire a bed and breakfast e proprietari di unità in affitto di adattarsi alle nuove normative e di evitare così sanzioni severe.

Come ottenere il codice CIN per affitti brevi?

Per ottenere il CIN è necessario accedere al sito web della BDSR, previa registrazione con SPID o CIE. Una volta registrati, bisogna inserire i dati dell’immobile, tra cui ubicazione, caratteristiche e destinazione d’uso. Al termine della registrazione, viene generato il codice identificativo, che sarà univoco e valido per tutte le piattaforme di affitto e pubblicità dell’alloggio.

Come ottenere il CIN se sono un cittadino straniero?

Anche i cittadini stranieri che affittano immobili in Italia per brevi periodi a fini turistici devono richiedere il CIN tramite la BDSR. Devono quindi accedere al sito ufficiale e completare la procedura di registrazione, seguendo le stesse istruzioni valide per i cittadini italiani. In caso di difficoltà con la lingua, è consigliabile farsi assistere da un professionista, come un consulente fiscale o un’agenzia di gestione immobiliare.

Le Regioni che possono richiedere il CIN

Attualmente, alcune Regioni hanno implementato normative locali che integrano l’obbligo del CIN con altre disposizioni. Ecco un riepilogo delle Regioni che hanno regolamentato il CIN per gli affitti brevi:

Regioni

Stato di Operatività della BDRS

Emilia Romagna

Attiva

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

Piemonte

Attiva

Valle d’Aosta

Attiva

Abruzzo

Attiva

Calabria

Attiva

Liguria

Attiva

Lombardia

Attiva

Marche

Attiva

Molise

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Attiva

Puglia

Attiva

Sardegna

Attiva

Sicilia

Attiva

Veneto

Attiva

Provincia autonoma di Bolzano

Attiva

 

Queste regioni richiedono il CIN in modo specifico per poter tracciare in modo più dettagliato le locazioni turistiche e, in alcuni casi, per applicare normative più rigide in merito alla qualità e sicurezza degli alloggi.

Come Airbnb e Booking si stanno adeguando all’obbligo del CIN

Le principali piattaforme web di affitto turistico, come Airbnb e Booking, si stanno adeguando alla normativa del CIN. Entrambe le piattaforme richiedono ai proprietari di inserire il CIN all’interno dell’annuncio, rendendolo visibile per garantire trasparenza ai clienti. Inoltre, stanno sviluppando sistemi automatici che impediscono di pubblicare nuovi annunci sprovvisti del codice, aiutando i proprietari a rispettare la normativa.

La normativa sugli affitti brevi turistici in sintesi

La normativa sugli affitti brevi introdotta con il Decreto Anticipi ha lo scopo di combattere l’evasione fiscale e migliorare la qualità dell’offerta turistica. Le nuove regole sul CIN prevedono che tutti gli annunci siano associati a un codice univoco, favorendo la trasparenza per i clienti e la tracciabilità per l’amministrazione fiscale. Oltre a garantire il rispetto delle regole, questa normativa è stata introdotta per limitare la concorrenza sleale con le strutture ricettive tradizionali, come hotel e bed & breakfast, offrendo ai turisti una panoramica chiara e sicura degli alloggi presenti in Italia.

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